esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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574 BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA<br />
re, fra le forme elencate vi erano soltanto l'epilessia, la corea, la «paralisi<br />
agitante o le semplici entità somatiche del sonnambulismo e della catalessia<br />
,, senza prevedere « le neurosi considerate con le moderne vedute e che<br />
costituiscono il numero più numeroso "· Tutto ciò perché<br />
" a differenza di quanto si pratica presso altre nazioni, dove l'idoneità al<br />
servizio militare è anche considerata relativamente alle attitudini individuali<br />
ed alle varie esigenze che occorrono in un <strong>esercito</strong>, presso di noi il regolamento<br />
contempla solo il caso di abilità assoluta o meno " 34 .<br />
Ad esempio, l'<strong>esercito</strong> inglese richiedeva il certificato di moralità dell'ultimo<br />
padrone o di altre persone fidate che avessero avuto rapporti con<br />
la recluta per avere uno strumento in più di individuazione dei giovani anormali;<br />
per quello belga era da considerarsi inabile non soltanto chi soffriva<br />
di malattie nervose, ma anche chi, in apparenza guarito, ne aveva sofferto<br />
in passato; in Germania i medici reggimentali fornivano costanti indicazioni<br />
<strong>agli</strong> ufficiali per la vigilanza sui soldati con caratteri degenerativi o con precedenti<br />
penali 35.<br />
La rigidità delle norme vigenti in Italia veniva contestata da medici e<br />
giuristi che a esse contrapponevano nuove metodologie di indagine per una<br />
riforma « ragionata , che non escludesse la possibilità di riutilizzare in attività<br />
a lui congeniali il soldato che presentava tare di non particolare gravità<br />
o di reinserirlo nell'<strong>esercito</strong> dopo una cura opportuna. Questo sia per non<br />
sollevare dal compito di servire la patria giovani che comunque potevano<br />
avere delle energie da offrire (discorso particolarmente vivo negli <strong>anni</strong> di<br />
guerra, in piena polemica sul problema degli imboscati e sull'esigenza di un<br />
sacrificio collettivo); sia perché<br />
" come vi sono infiniti gradi per i malati fisici, vi sono innumerevoli sfumature<br />
anche per i malati morali; e per questi come per quelli non si può giungere<br />
a un'eliminazione globale, ma si debbono venire delineando multiformi<br />
provvedimenti che vanno dall'esclusione completa dall'<strong>esercito</strong> fino alla riammissione<br />
integrale al servizio dopo la cura , 36.<br />
Lo strumento operativo più indicato per raccogliere e codificare tutti<br />
i dati relativi alla personalità « bio-psico-etica ,, , come la definiva Lanza, dei<br />
futuri militari•era la « scheda biografica ,, vera summa dei dati sulla devianza<br />
34 Recensione di ARTOM a L. SCARANO, Le neurosi rispetto all'<strong>esercito</strong> e alla giustizia<br />
militare. Studio di medicina legale, Napoli, s. a., in " Archivio , cit., 1901, pp. 659-60.<br />
35 Cfr. P. CONSIGLIO, Studi, cit., IV, pp. 66-67.<br />
36 G. ANTONINI, La questione della epurazione dall '<strong>esercito</strong> dei criminali, anomali<br />
e indisciplinati, in « Archivio ", cit., 1917, p. 23.<br />
PROPOSTE PER UNA GESTIONE SCIENTIFICA DELL'ESERCITO 575<br />
scoperti e raccolti nel tempo dalla scuola antropologico-criminale. Tenuto<br />
conto anche degli indubbi vantaggi che una rapida ed efficiente selezione<br />
avrebbe avuto per le finanze statali, evitando spese improduttive e disfunzioni<br />
amministrative e gestionali comunque costose, l'iniziativa avrebbe dovuto<br />
essere estesa a tutta la società attraverso le sue istituzioni fondamentali:<br />
famiglia, scuola, officina, carcere, con la meta utopistica di giungere a un'unica<br />
scheda biografica in grado di accompagnare l'intera esistenza dell'individuo;<br />
e ciò - faceva osservare ancora Lanza - « in difesa del consorzio<br />
sociale che lo accoglie ,, . A tali concetti si ispiravano ormai la moderna pedagogia,<br />
la polizia scientifica, e le più recenti discipline carcerarie 37. La<br />
schedatura si presentava dunque quale mezzo scientifico e innovativo di difesa<br />
dello status quo, in una società fortemente destabilizzata da crescenti<br />
contrasti di classe e da forti spinte disgregatrici.<br />
Presupposto teorico di queste proposte era la negazione del libero arbitrio,<br />
posta alla base tanto della nuova scuola giuridica di diritto penale quanto<br />
di quella lombrosiana. La soddisfazione con cui venivano accolte le ancor<br />
troppo rare assoluzioni per infermità mentale da parte di medici e giuristi<br />
legati alle nuove tendenze rimandava a un'esigenza di riforma complessiva<br />
del sistema penale che tenesse conto della estrema eterogeneità di cause<br />
che concorrevano a formare la personalità dell'individuo reo fino ad an n' ullarne<br />
la volontà. Rifiutando il vecchio concetto di responsabilità giuridica<br />
fondata sul presupposto di una libertà e volontà individuali senza limiti, le<br />
modalità del giudizio dovevano necessariamente modificarsi.<br />
« Per i delitti e le pene rimarrà sempre vero - si legge sulle pagine dell'" Archivio<br />
" all'inizio del secolo - che le cause influenti sul volere sono di due<br />
specie, imperocché o tolgono del tutto l'attività interna dell'individuo, o invece<br />
la sforzano o la distruggono; nel primo caso il delinquente sarà lasciato<br />
senza castigo o messo in un manicomio secondo che la forza impellente fu<br />
atto violento altrui o malattia del sub cervello; nel secondo caso egli è punito<br />
per non avere alle cause eccitanti opposto il comando della legge e fatto trionfare<br />
questo con l'aiuto della sua energia psichica , 38.<br />
Per il delinquente nato l'unica soluzione sembrava però la pena di morte.<br />
Proprio l'esistenza di casi clamorosi, come quelli di Misdea e Marino, fa-<br />
37 C. LANZA, Leggi di reclutamento, criminalità militare, responsabilità civile dello<br />
Stato, Torino 1927, p. 52. Lanza riprendeva in questo discorso le proposte di scheda<br />
biografica presentate da V. VIGNA, Criteri generali per la compilazione delle schede biografiche,<br />
in «Archivio ,, cit. 1912, p. 257.<br />
38 Cfr. G.TRESPIOLI, Il libero arbitrio negato dai fautori del libero arbitrio, in " Archivio<br />
,, cit., 1903, pp. 57 sgg.