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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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532 NICOLA LABANCA<br />

vette infatti un fortissimo impulso proprio dalla disfatta di Adua e dalle recriminazioni<br />

per gli stati d'assedio del 1898) ma se ne andavano accumulando<br />

le ragioni. Così accadeva che i pubblicisti militari, piuttosto che ad 'educare'<br />

il soldato, pensassero a 'divertire' l'ufficiale e a lenirne i malumori 58.<br />

In questo senso, la crisi di fine secolo mutò il quadro generale 59 . A far<br />

tornare l'interesse per l'educazione morale dei coscritti (che adesso si chiamerà,<br />

più marzialmente, 'educazione militare'), furono gli abissini ad<br />

Adua 60, le manifestazioni popolari nel maggio 1898, G. Bresci a Monza: tre<br />

eventi che (insieme al ripresentarsi di casi di misdeismo) influenzarono sencsibilmente<br />

la pubblicistica militare. Insieme a questi eventi la presenza e la<br />

politica del partito socialista, la forza delle prime organizzazioni sindacali,<br />

le lotte operaie determinarono il mutamento del quadro di riferimento per<br />

i militari (allarmati - oltre che dalla ripresa dell'antimilitarismo borghese<br />

- dai primi segnali di lavoro politico socialista fra i coscritti, nelle caserme)<br />

61. Significativamente, così, la « Rivista militare italiana » pubblicava nell'anno<br />

1900 un lungo articolo su La questione sociale. Suoi effetti nella Nazione<br />

e nell'<strong>esercito</strong>. Meglio di altri, esso sintetizzava in modo esplicito un<br />

nuovo orientamento, maturato tra gli ufficiali tra il l896 e la fine del secolo.<br />

In esso, dopo un'analisi dello stato economico-sociale dell'Italia del tempo,<br />

l'autore si concentrava - sorprendentemente, per l'epoca- nell'esame della<br />

politica del partito socialista, del suo gruppo parlamentare, dell'azione socialista<br />

tra le masse. D<strong>agli</strong> Anni Ottanta, vi si scriveva, l'<strong>esercito</strong> italiano aveva<br />

avuto come prospettiva la pace interna e fra le nazioni europee: adesso<br />

il panorama tendeva invece alla guerra. Prima dell'emergere di quella questione<br />

sociale l'<strong>esercito</strong> si era preoccupato della debolezza dello Stato e si<br />

era incaricato per esso di forgiare nuovi cittadini; adesso era necessario che<br />

l'<strong>esercito</strong> e gli ufficiali si rendessero conto dei pericoli provenienti dalla società<br />

e dai suoi nuovi problemi. Prima si era pensato all'educazione morale<br />

come ad un insieme di buoni sentimenti e di civili virtù (e si era finito per<br />

abbandonarla); adesso educare il soldato tornava ad essere necessario, ma<br />

190 l, ne fu curata una riedizione nella 'Biblioteca di scienze sociali e politiche' della palermitana<br />

Sandron) e la serie di conferenze poi pubblicate in volume di G. PERRERO, Il<br />

militarismo. Dieci conferenze. Milano, Treves, 1898.<br />

5S Significativa, mi pare, l'irripetuta esperienza de " Il pupazzetto militare ", giornale<br />

umoristico per militari, scritto e disegnato da militari, edito a Milano.<br />

59 Cfr. U. LEVRA, Il colpo di stato nella borghesia. La crisi politica di fine secolo<br />

in Italia 1896-1900, Milano, Feltrinelli, 1975.<br />

6° Cfr. R. BATTAGLIA, La prima guerra d'Africa, Torino, Einaudi, 1958.<br />

61 Cfr. P. DoGLIANI, La « scuola delle reclute ». L 'Internazionale Giovanile Socialista<br />

dalla fine dell'Ottocento alla prima guerra mondiale, Torino, Einaudi, 1983; e OLI­<br />

VA, Esercito, paese e movimento operaio, cit., p. 131 sgg.<br />

I PROGRAMMI DELL'EDUCAZIONE MORALE<br />

per salvaguardare l'<strong>esercito</strong> dalla società e per rafforzare l'antisocialismo 62 .<br />

Si invitava sostanzialmente a dimenticare l'articolo del Regolamento di di­<br />

sciplina che sconsigliava gli ufficiali dall'occuparsi di politica 63: adesso tutti<br />

avrebbero dovuto intendersene ed ispirare la loro azione 'educativa' tra i<br />

soldati alla lotta all'antimilitarismo.<br />

533<br />

Gli ufficiali si rendevano conto del mutamento sociale in corso in Italia<br />

guardando alle reclute che arrivavano nei reggimenti:<br />

l'intelligenza collettiva è talmente aumentata da non potersi stabilire un con­<br />

fronto fra le reclute di dieci <strong>anni</strong> fa e quelle che vengono oggi alle armi, ed<br />

è naturale che alla loro istruzione si dia un indirizzo assai diverso da quello<br />

di qualche anno addietro ( . . . )<br />

aggiungendo che oggi<br />

il paese che fornisce l'elemento recluta appare per sua disgrazia poco abituato<br />

a quella disciplina sociale che renderebbe molto più agevole il compito a noi<br />

educatori militari 6 4 .<br />

Questo rammarico, di tono nuovo, che nei primi Anni Ottanta avrebbe<br />

spinto ad insistere con l'educazione morale, adesso portava a sottolineare<br />

da una parte l'impegno anti-antimilitarista e dall'altra a colpevolizzare laNa­<br />

zione (e non l'<strong>esercito</strong>) dei drammi di caserma e dell'indisciplina nei<br />

reggimenti.<br />

L'<strong>esercito</strong> è bensì scuola della nazione, ma più che altro è scuola di perfezionamento.<br />

Prima di venire a noi i soldati devono essere stati fucinati dai genitori<br />

e dai maestri. Noi li potremo modificare, i cattivi, ma correggerli del<br />

tutto nei loro istinti malvagi innati o acquisiti, è difficile, difficile assai!<br />

Se prima l'<strong>esercito</strong> era lo specchio della Nazione, e sua 'scuola civile',<br />

adesso il primo doveva quasi proteggersi dalla seconda, con " l'eliminazione<br />

dall'<strong>esercito</strong> dell'elemento già guasto " 65 . Intaccando così, in linea di<br />

principio, il " dovere militare universale », si arrivava a dire che « la vita mi-<br />

62 Cfr. " Rivista militare italiana ,,, a. XLV (1900) vol. 2, f. 6, L. FERRARO, La questio-<br />

ne sociale. Suoi effetti nella nazione e nell '<strong>esercito</strong>, pp. 961-992.<br />

63 Cfr. ivi, a. XLVI (1901) vol. 3, f. 8, L. FERRARO, La questione morale nella storza,<br />

nella nazione e nell'<strong>esercito</strong>, p. 1381.<br />

p. 1872.<br />

64 lvi, a. L (1905) vol. 4, f. 1 O, C.A. NICOLOSI, L 'istruzione delle reclute, p. 1869 e<br />

65 lvi, a. XLI (1896) vol. 2, f. 10, L. NASI, I fenomeni morbosi nel! <strong>esercito</strong>, ot. P·<br />

893 e p. 898.<br />

'<br />

.<br />

.

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