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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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530<br />

NICOLA LABANCA<br />

nevano l'avallo dello stesso Ministero della Guerra 46, le riviste militari mettevano<br />

in guardia contro le « blandizie " e le premure rivolte ai soldati-cittadini<br />

dell'<strong>esercito</strong> post-riforma Ricotti.<br />

Singolare ma caratteristico e vero è il fatto che per lo passato il soldato<br />

con ferma più lunga e con trattamento meno dolce non si lamentava come<br />

ora che serve sì poco tempo ed è, si può dire, accarezzato.<br />

. (. · ·) Vorrei porre in sodo che le blandizie e soprattutto il lasciar correre<br />

le p1ccole mancanze non giovano alla disciplina anche intesa secondo le esigenze<br />

della civiltà e . della scienza moderna; che l'avversare le punizioni, l'esser<br />

tro?po prope , nsJ alle cessioni, sono fatti che generano pessime abitudini<br />

e che fmalmente e un pericolosissimo errore il voler considerare il soldato come<br />

un cittadino nel pieno esercizio dei suoi diritti 47 .<br />

Se lo status di soldato era in contrasto con quello di cittadino come<br />

era possibile che il primo potesse educare al secondo? " La vita del oldato<br />

si rassume [e deve riassumersi] in un'obbedienza continua ,,, si riprendeva<br />

a dire, non mancando di esaltare il valore educativo dei vecchi esercizi in<br />

piazza arm1 . Lo stesso afflato laico, che al fondo avrebbe dovuto ani-<br />

. d' . 48<br />

mr lo sforzo . dell'<strong>esercito</strong> per 'fare i cittadini', andava messo da parte: la<br />

rehone ca . ttohca non andava più bandita, poiché costituiva un importante<br />

austho per 11 controllo degli ufficiali sulla truppa (e per la rigenerazione di<br />

quest'ultima) 4 9.<br />

La 'parabola involutiva' della 'nuova' educazione morale risentiva inol­<br />

tre ella maggior diffusione delle teorie militari prussiane. Alquanto tem­<br />

pestivamente vemva segnalata l'edizione tedesca dell'opera di Von Der Goltz<br />

Das Vol in Wafjen 50 che, isterilendo e schematizzando molti concetti (d<br />

Clausewttz a Moltke) 51 , sottolineava l'aspetto del disciplinamento militare<br />

46 I<br />

.<br />

n questo senso molti pensarono andasse interpretato il 'Concorso per un libro<br />

per 1! soldato' bandito dal min_ist :? della Guerra Cesare Ricotti: cfr. ,, Nuova Antologia »,<br />

a .<br />

. 1887, · 5, T . MARIOTTI, Dez pzu recentz provvedimenti sull 'educazione e l'istruzione<br />

.<br />

mzlztare zn Italza, pp. 87-113.<br />

47 "Rivista<br />

militare italiana », a. XXVI (1881) vol. 2, f. 2, T. MARIOTTI, La disciplina<br />

. .<br />

1 t 1<br />

mz z are neg t eserciti moderni, pp. 274-275.<br />

4 8 Cf<br />

. .<br />

. · zvz, a. XXI (1881) vol. 4, f. 3, F. LUCATELLI, Influenza della piazza d'armi<br />

X<br />

sulla 4 dzsczplzna e sul morale delle truppe, p. 402.<br />

. 9 Cfr. .ivi, a. XXX (1885) vol. 4, f. 2, G. BERTELLI, In caserma e fuori. Del turpilo­<br />

quzo della truppa, pp. 270-279.<br />

5° Cf<br />

5 1<br />

. · X<br />

r. tvz, a. XIX (1884) vol. l f. 2, L. GATTA, Le masse armate, pp. 255-262.<br />

. Cfr. P. PARET, Clausewitz, nonché G.E. ROTHENBERG, Moltke, Schlieffen, and the<br />

Doctrzne of Strategzc Envelopment, ambedue in P. PARET (a cura di), Makers of Modern<br />

Strategy from Macbzavellz to the Nuclear Age, Princeton, N.]., Princeton University Press<br />

1986, pp. 186-2 16 e pp. 296-325.<br />

'<br />

I PROGRAMMI DELL'EDUCAZIONE MORALE 531<br />

di larghe masse. La passiva subordinazione di queste al meccanismo delle<br />

milizie prussiane (Landwehr, Landsturm) e alle nuove tattiche di combattimento<br />

finiva per conciliarsi poco con gli scopi più generosi ed 'ideali' dell'educazione<br />

morale del soldato.<br />

Ma forse più che tutti questi elementi ebbe forza, nel sanzionare il disinteresse<br />

delle riviste tecniche ufficiose del Ministero della Guerra verso l'educazione<br />

morale dei soldati, il generale mutamento di clima politico-militare<br />

per il Paese. Con la spedizione di Massaua e l'aprirsi della prospettiva coloniale,<br />

l'<strong>esercito</strong> italiano tornava a combattere 52. Con Crispi e la sua politica<br />

estera, lo strumento militare tornava a vibrare per la politica di potenza<br />

53 . L'<strong>esercito</strong> come 'scuola civile' aveva fatto il suo tempo.<br />

Per un decennio circa, così, l'educazione morale dei soldati quasi scomparve<br />

dalle pagine delle riviste tecniche per gli ufficiali. Se ne era scritto forse<br />

troppo, nei primi Anni Ottanta e comunque in un modo che -negli <strong>anni</strong><br />

dell'imperialismo crispino - non serviva più. Da Misdea alla Milano di Bava<br />

Beccaris, da Massaua ad Adua l'educazione morale dei soldati cadeva in subordine.<br />

Non che non se ne facesse più niente, non che non se ne scrivesse<br />

in fascicoli e opuscoletti i più vari 54 : ma si era perso lo spirito animatore<br />

e unificante, non si credeva più tanto nel 'fare il cittadino' (si doveva semmai<br />

pensare a come affrontare la guerra, con le economie nei bilanci militari)<br />

55 . Infine, la politica allargava gli spazi di presenza dell'<strong>esercito</strong> nella società<br />

ma il tarlo della crisi militare prendeva a minare il morale del Corpo<br />

Ufficiali 56: lentissimi avanzamenti di carriera, pesanti procedure di controllo<br />

dei matrimoni, crisi di identità dei militari in una società sempre più 'positiva'<br />

e 'borghese' 5 7 . Non era nato ancora il modernismo militare (che rice-<br />

sz Ci sia permesso di rimandare a N. LABANCA, Il generale Cesare Ricotti e la politica<br />

militare italiana dal 1884 al 1887, Roma, USSME, 1986, p. 273 sgg.<br />

53 Cfr. F. VENTURINI, Militari e politici nell 'Italia umbertina, in '' Storia contemporanea<br />

", a. XIII (1982) n. 2, p. 217.<br />

54 È difficile, a tutt'oggi, fare una rassegna sufficientemente completa della varia pubblicistica<br />

minore militare, in cui situare questi opuscoletti per i soldati. Le bibliografie<br />

nazionali, come quella di P<strong>agli</strong>aini, costituiscono un primo strumento di referenze, eà<br />

esse ci indicano come le produzione di quegli opuscoletti non pare quantitativamente<br />

diminuire, per questi <strong>anni</strong>. Ma, come già si è detto, uno studio della pedagogia militare<br />

espressa da questi innumerevoli fascicoli richiede una sede ed un approccio diversi àa<br />

quelli qui necessari per l'esame dei programmi per l'educazione morale del soldato, quali<br />

le riviste tecniche militari andavano delineando.<br />

- 55 Cfr. L. PELLOUX, Quelques souvenirs de ma vie, a cura di G. Manacorda, Roma,<br />

Ist. Storia Risorgimento, 1967 .<br />

56 Cfr. D. DE NAPOLI, Il caso Ranzi e il modernismo militare, adesso in L '<strong>esercito</strong><br />

italiano dall 'unità alla grande guerra, Roma, USSME, 1980, pp. 219-244.<br />

57 Esemplari, su due fronti diversi, di questo indirizzo furono la traduzione ài A. F.<br />

HAMON, Psicologia del militare di professione, Roma, Tip. Sociale, 1895 (più tardi, nel

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