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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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526 NICOLA LABANCA<br />

italiana », nella " Rivista di Artiglieria e Genio ",nella " Rivista di Cavalleria "·<br />

Diffuse dentro le mura dell'istituzione militare, al riparo da imbarazzanti osservatori<br />

esterni, i militari dell'Italia liberale vi discussero del se e del come<br />

'educare' il coscritto, rappresentante in caserma della società nazionale e della<br />

nuova Italia unita." Converrà quindi seguire da vicino i tempi di quella discussione,<br />

per comprendere le evoluzioni e gli scarti della progettazione di<br />

una 'pedagogia militare' che - adattata ai tempi nuovi - fu però applicata<br />

in tutte le sue potenzialità solo con la Grande Guerra.<br />

Le riviste tecniche militari concessero, lungo tutto il cinquantennio dell'Italia<br />

liberale, uno spazio vario ma comunque consistente alla discussione<br />

di cosa dovesse essere !"educazione morale del soldato'.<br />

In teoria sul fatto che, nel 'secolo borghese' e soprattutto nell'<strong>esercito</strong><br />

nazionale, il soldato dovesse ricevere qualcosa in più delle mere istruzioni<br />

tecniche in piazza d'armi l'accordo era generale 2 3 .<br />

Purtroppo in pratica tutto risultò assai spesso alquanto vago. "( ... ) le<br />

idee nuove concernenti l'educazione del soldato vanno troppo spingendosi<br />

nel campo teorico, perdendosi in teorie vacue ,, si scrisse 2 4 . La vaghezza<br />

dei propositi poteva condurre all'indeterminatezza delle pratiche, cosicché<br />

"in fattO-di educazione del soldato siamo in pieno empirismo, e ognuno fa<br />

di testa sua '' 25 • A metà del decennio giolittiano, dalle pagine delle riviste<br />

tecniche militari, non mancò chi deprecasse quel noto andazzo per cui " in<br />

Italia, per certe questioni, si deve continuamente cominciar da capo, come<br />

se nulla fosse stato mai detto , 26 .<br />

A ben vedere, più che contro la vaghezza o l'indeterminazione, queste<br />

lamentele avrebbero dovuto esser indirizzate verso le modalità stesse della<br />

riflessione militare su tali temi. Col passare dei decenni si era assistito, più<br />

che ad uno sviluppo, ad un alternarsi degli scopi dell" educazione del soldato'.<br />

La riflessione sull'educazione morale dei coscritti aveva avuto quindi un<br />

andamento non regolare ma sussultorio, reagendo volta a volta a 'sfide' diverse<br />

provenienti ora dalla società civile ora dalla politica militare. Per evitare<br />

che anche a noi (come ai sopracitati osservatori del primo Novecento)<br />

la situazione dell'educazione militare appaia ingarbugliata e solo confusa, oc-<br />

23 Cfr. L. CEVA, · Le forze armate, Torino, UTET, 1981, p. 81. Eccessiva invece l'enfasi<br />

posta vi da A. GIAMBARTOLOMEI, L 'opera dell'<strong>esercito</strong> a favore della pubblica istruzione,<br />

in « Rivista militare ,, a. 1986, n. 4, pp. 95-103, ed a. 1987, n. l, pp. 128-134.<br />

24 « Rivista militare italiana», a. XLIX (1904) vol. 4, f. 12, L. STAMPACCHIA, Educazione<br />

del soldato, p. 2289.<br />

25 lvi, a. L (1905) vol. 2, f. 5, A. CALICHIOPOLO, Come parlare al soldato, p. 936.<br />

26 lvi, a. L (1905) vol-. 4, f. 12, L. SCARANO, La leva militare dal punto di vista morale.<br />

Studio critico sul riconoscimento degli anomali nelle operazioni di reclutamento,<br />

p. 2202.<br />

I PROGRAMMI DELL'EDUCAZIONE MORALE 527<br />

correrà ripercorrere le linee strategiche che successivamente emersero dal<br />

dibattito sull'educazione del soldato. Si potrà così stabilire una qualche<br />

periodizzazione.<br />

Grosso modo negli Anni Sessanta il tema dell'educazione del soldato<br />

era percepito come interessante, ma non urgente. La vecchia tradizione lamarmoriana,<br />

con il suo paternalismo e con la sottolineatura del tema<br />

dell'<strong>esercito</strong>-grande famiglia 2 7 , corroborata Dra dalla partecipazione alle<br />

campagne per l'indipendenza e dal mito dell'<strong>esercito</strong>-crogiuolo d'Italia, era<br />

sufficiente a fornire ai comandanti delle unità minori gli elementi essenziali<br />

per quei pochi fervorini domenicali di cui un <strong>esercito</strong> 'dal sistema francese'<br />

poteva aver bisogno. Qualora un ufficiale, per « educare »le reclute, avesse<br />

voluto far di più, gli bastava consultare qualche manualetto di grande fortuna<br />

in quegli <strong>anni</strong> del tipo Il libro del soldato di fanteria 28. In tali pubblicazioni<br />

si parlava di tutto, compendiandolo in semplici parole: dall'istruzione<br />

del regolamento di disciplina alla sintesi della storia nazionale, d<strong>agli</strong> 'elementi<br />

costituzionali' ai doveri del soldato verso il suo superiore. Su un piano<br />

un po' a parte rimanevano i bozzetti militari, alla De Amicis 2 9 , percepiti<br />

come saggi di vera e propria letteratura (anche se di argomento militare),<br />

gravidi di 'buoni sentimenti': quegli stessi che eventualmente l'ufficiale avrebbe<br />

potuto trasmettere ai suoi soldati. Ma Edmondo e i suoi languori, a giudicare<br />

dalle riviste tecniche militari, erano ancora ben lungi dall'essere stati<br />

digeriti dal Corpo Ufficiali o dall'avervi fatto scuola. Nell'<strong>esercito</strong> pre-riforma<br />

Ricotti, in tema di educazione del soldato, prevalevano ancora i manualetti<br />

di cui si è detto 3°.<br />

Il problema, a ben vedere, stava a monte. L'educazione del soldato, oltre<br />

a non essere sentita necessaria in un <strong>esercito</strong> « di caserma » 3 1 , era resa<br />

difficile dalla scarsa ... educazione degli ufficiali 3 2. Non a caso, in un saggio<br />

27 Cfr. P. DEL NEGRo, De Amicis Versus Tarchetti, adesso in ID .• Esercito, stato, società.<br />

Saggi di storia militare, cit. p. 145.<br />

28 Cfr. Il libro del soldato di fanteria. Istruzioni, ebbe una fortuna editoriale inusitata.<br />

Comparso nel 1872, conobbe almeno ventisei edizioni successive (sino al 1894).<br />

29 Cfr. P. DEL NEGRO, De Amicis Versus T archetti, cit., ed il recente S. ]ACOMUZZI,<br />

« Cittadini forti ... soldati intrepidi »: l'epica del quotidiano e la pedagogia dei buoni<br />

sentimenti nella « Vita militare », in F. CONTORBIA (a cura di ), Edmondo De Amicis. Atti<br />

del Convegno nazionale di studi, Milano, Garzanti, 1985, pp. 41-54.<br />

3 0 Cfr. F. QUEIRAZZA, Guida pratica per l'educazione e l'istruzione del soldato,<br />

1872, assai tecnico.<br />

3 1 Cfr. PIER!, Storia militare del Risorgimento, cit., p. 818.<br />

32 Cfr. alcuni dati in P. LANGELLA, L 'Accademia militare di Torino nel! 'età giolittiana,<br />

in A. CAFORio, P. DEL NEGRO (a cura di), Ufficiali e società. Interpretazioni e modelli,<br />

Milano, Angeli, 1988, pp. 317-362.

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