esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ... esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
476 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA TAROZZI - ANGELO VARNI della morte e dal grave danno che, alla già debole economia familiare, avrebbe procurato la sua assenza. Una specie di fobia ossessiva nei confronti dell'esercito e un impulso personale parvero ispirare l'attentatore, più che un convincimento libertario; ma il caso Masetti esplose subito in città e divenne da un lato la bandiera da innalzare a mito, il simbolo dì una battaglia da portare fino alle estreme conseguenze, dall'altro l'elemento contro cui chiedere una condanna esemplare per chiudere una partita che rischiava, altrimenti, dì schiudere a esiti drammatici. Così descriveva il clima cittadino « L'Agitatore », settimanale anarchico, uscito in edizione speciale. " Inutile dire che appena la notizia dell'attentato si sparse per Bologna, l'impressione fu enorme. Le classi dirigenti, nel primo momento furono così sbigottite dall'audacia del gesto ribelle, che sembravano dimenticare perfino le solite invettive contro i responsabili morali: gli anarchici. Dappertutto era un bisbigliare sommerso quasi pauroso. Chi scrive ricorda di avere osservato, poche ore dopo l'attentato e prima che uscissero le edizioni straordinarie dei quotidiani recanti l'annunzio del fatto, due preti che commentavano a bassa voce e in aria di mistero, guardandosi attorno con fare sospettoso, come se temessero di propalare chi sa quale terribile segreto. Poi a poco a poco, i tripolini neri e tricolori, si fecero coraggio ed allora cominciò l'orgia delle proteste e delle dimostrazioni patriottarde. Gli eroi dell'armiamoci e partite organizzarono sulle pubbliche piazze, sotto la tutela di un forte nerbo di poliziotti, parodie di èomizì, dove senza le 24 ore di preavviso, prescritte dalla legge (la quale si sa, non è inflessibile che per gli straccioni) oratori improvvisati vomitarono concioni ineggianti alla guerra e maledicenti la plebaglia che non vuole lasciarsi scannare per la patria dei lorsignori. Sulle mura comparvero i manifesti del sindaco Nadalini e della loggia massonica "A. Saffi », imprecanti all'assassino " 27. Ben diversa era l'impressione fra le masse. " Ogni notizia che lo [il Ma setti] riguardava passava di bocca in bocca, fra commenti favorevoli e commossi [ ... ], molti operai organizzati, che noi sappiamo contrari in massima alla tattica della violenza non nascondevano la loro solidarietà col Masetti ed erano anzi fra i più risoluti nel pretendere che si facesse qualcosa a suo favore che si iniziasse subito un'azione energica la quale impedisse al militarisma di sfogare la propria vendetta nel sangue dell'eroico soldato. Non de ve essere fucilato, erano le parole che circolavano nei crocchi; non possiamo tollerare che si ripristini in Italia la pena di morte '' 28• 27 " L'Agitatore ", 5 novembre 1911 (M. RYGIER, Nel delitto della guerra lampeggia la rivolta proletaria). 28 Ibidem. DISCIPLINA MILITARE E TERRITORIO 477 L'articolo era firmato da Maria Rygier. La stampa di quel numero, avendo trovato difficoltà enormi, venne compiuta nella tipografia della Scuola Moderna di Domenico Zavattero e la diffusione fu fatta a mano. Essa diede però il via alla reazione delle autorità che ai primi di novembre organizzarono una irruzione nella Tipografia Scuola Moderna, sequestrarono le copie del giornale e arrestarono i responsabili. Furono tratti in arresto, uno dopo l'altro, Adelmo Pedrini, Maria Rygiet:, Giusepp_e Sartini, Ugo e Pietro Dainesi, Comunardo Vedova, Gualtiero Milla, mentre Armando Borghi, che stava rientrando a Bologna dalla Romagna, fuggì in Francia 29. Certo la città era attonita di fronte all'accaduto e sopraffatta dalla virulenza assunta dai toni delle voci levatesi da parti così diverse fra loro. La confusione era tale che anche l'uccisione di un maresciallo di polizia, avvenuta a Corticella, fu valutata, non cercandone le cause reali, come un montare della spirale di violenza innescata dal Masetti, di cui furono incolpati gli anarchici. Scriveva « L'Avvenire d'Italia " il 9 novembre in un articolo dal titolo Propaganda delittuosa: « Come seguito dei numerosi arresti operati in questi giorni dalla Questura di Bologna e per la pubblicazione dell'Agitatore e per la nefanda propaganda anarchica che ha fruttato nel breve spazio di una settimana ben tre delitti gravissimi, è stata fatta una denunzia all'autorità giudiziaria a carico di un soldato che fa parte appunto di quel reggimento cui apparteneva l'anarchico feritore del tenente colonnello Strappa. Il soldato denunziato è tal Milla Gualtiero di Massimo, della classe 1888, appartenente alla 1 a Compagnia del 3 5o Fanteria. Costui sarebbe un gregario della Ditta Rygier e Compagni ed avrebbe anzi pensato prima dell'attentato nefasto a distribuire nella Caserma Cialdini copie dei famosi manifestini antimilitaristi una delle quali l'anarchico Rinaldi perquisito, disse di aver avuto dal soldato Masetti " 30. Il Milla, dunque, anarchico dichiarato al contrario del Masetti di cui nessuno, nemmeno lo stesso Borghi, poteva confermare la fede libertaria, pareva l'ispiratore ideale della ribellione di cui il muratore bolognese era divenuto l'esecutore più o meno consapevole. Interrogato dall'istruttore militare - si era infatti subito messa in modo anche l'autorità competente di Venezia - il Milla dichiarò « politicamente io sono per le mie idee, socialista. Sono organizzato per ragioni di lavoro e faccio parte del sindacato falegnami di Bologna ascritto alla Camera del lavoro locale. Non ho mai conosciuto Masetti Augusto, né prima né dopo il 30 ottobre u.s. La mattina del 30 otto- 29 A.S.B., G.P., cat. 7, fase. I, 1911, Nota del questore al prefetto del 9 dicembre 1911. 30 " L'Avvenire d'Italia », 9 novembre 1911 (Propaganda delittuosa).
478 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA TAROZZI - ANGELO VARNI bre, quando nel cortile grande della Caserma Cialdini il Masetti ha tirato un colpo di fucile, ferendo il tenendo colonnello Stroppa, l'ho inteso che, mentre veniva afferrato gridava " Compagni aiutatemi, difendetemi "· Non ho inteso altro, perché io, da prode guerriero, me ne sono fuggito " 31 . L'
- Page 210 and 211: 376 EMILIO FRANZINA l che il " quar
- Page 212 and 213: 380 EMILIO FRANZINA bi avversari de
- Page 214 and 215: 384 EMILIO FRANZINA to il profilo g
- Page 216 and 217: 388 EMILIO FRANZINA complementare d
- Page 218 and 219: 392 DARIO BlOCCA Nel l900 Matilde S
- Page 220 and 221: 396 DARIO BlOCCA L'indice della mor
- Page 222 and 223: 400 DARIO BlOCCA cittadini vivevano
- Page 224 and 225: 404 DARIO BlOCCA Secondo alcuni stu
- Page 226 and 227: 408 DARIO BlOCCA zione fluviali e f
- Page 228 and 229: 412 DARIO BlOCCA iscritte alla Capi
- Page 230 and 231: 416 FERRUCCIO BOTTI non è tipica s
- Page 232 and 233: 420 FERRUCCIO BOTTI Un altro fattor
- Page 234 and 235: 424 FERRUCCIO BOTTI te, la guerra d
- Page 236 and 237: 428 FERRUCCIO BOTTI dente dal conte
- Page 238 and 239: 432 FERRUCCIO BOTTI Le illuminanti
- Page 240 and 241: 436 GIUSEPPE CAFORIO che va all Uni
- Page 242 and 243: 440 GIUSEPPE CAFORIO tra comandi mi
- Page 244 and 245: 444 GIUSEPPE CAFORIO a lire 8.524.3
- Page 246 and 247: 448 GIUSEPPE CAFORIO Nella loro att
- Page 248 and 249: 452 GIUSEPPE CAFORIO CONSIDERAZIONI
- Page 250 and 251: j l 2 3 j 6 1 l 1 l t' Il 12 -f} ,
- Page 252 and 253: 460 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA
- Page 254 and 255: 464 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA
- Page 256 and 257: 468 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA
- Page 258 and 259: 472 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA
- Page 262 and 263: 480 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA
- Page 264 and 265: 484 JOHN A. DA VIS sions of protest
- Page 266 and 267: 488 JOHN A. DA VIS and more specifi
- Page 268 and 269: 492 JOHN A. DAVIS while the Procura
- Page 270 and 271: 496 JOHN A. DAVIS (including the RR
- Page 272 and 273: 500 GIANNI ISOLA patriottiche. Tipi
- Page 274 and 275: 504 GIANNI ISOLA - dopo il diluvio
- Page 276 and 277: 508 GIANNI ISOLA 1876 Torino era co
- Page 278 and 279: 512 GIANNI ISOLA Ma dovevano passar
- Page 280 and 281: 516 GIANNI ISOLA UN LUOGO D'INCONTR
- Page 282 and 283: NICOLA lABANCA I PROGRAMMI DELL'EDU
- Page 284 and 285: 524 NICOLA LABANCA espliciti di 'na
- Page 286 and 287: 528 NICOLA LABANCA pubblicato in pi
- Page 288 and 289: 532 NICOLA LABANCA vette infatti un
- Page 290 and 291: 536 NICOLA LABANCA Le riviste tecni
- Page 292 and 293: 540 ERIC LABAYLE entière » est pr
- Page 294 and 295: 544 ERIC LABAYLE x Engagés volonta
- Page 296 and 297: 548 ERIC LABA YLE vie locale avait
- Page 298 and 299: 552 ERIC LABA YLE Les décès et l
- Page 300 and 301: 556 ERIC LABAYLE nouveau changement
- Page 302 and 303: BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA PRO
- Page 304 and 305: 564 BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA
- Page 306 and 307: 568 BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA
- Page 308 and 309: 572 BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA
476 BRUNELLA DALLA CASA - FIORENZA TAROZZI - ANGELO VARNI<br />
della morte e dal grave danno che, alla già debole economia familiare, avrebbe<br />
procurato la sua assenza. Una specie di fobia ossessiva nei confronti dell'<strong>esercito</strong><br />
e un impulso personale parvero ispirare l'attentatore, più che un convincimento<br />
libertario; ma il caso Masetti esplose subito in <strong>città</strong> e divenne<br />
da un lato la bandiera da innalzare a mito, il simbolo dì una batt<strong>agli</strong>a da portare<br />
fino alle estreme conseguenze, dall'altro l'elemento contro cui chiedere<br />
una condanna esemplare per chiudere una partita che rischiava, altrimenti,<br />
dì schiudere a esiti drammatici.<br />
Così descriveva il clima cittadino « L'Agitatore », settimanale anarchico,<br />
uscito in edizione speciale. " Inutile dire che appena la notizia dell'attentato<br />
si sparse per Bologna, l'impressione fu enorme. Le classi dirigenti, nel primo<br />
momento furono così sbigottite dall'audacia del gesto ribelle, che sembravano<br />
dimenticare perfino le solite invettive contro i responsabili morali: gli anarchici.<br />
Dappertutto era un bisbigliare sommerso quasi pauroso. Chi scrive ricorda<br />
di avere osservato, poche ore dopo l'attentato e prima che uscissero<br />
le edizioni straordinarie dei quotidiani recanti l'annunzio del fatto, due preti<br />
che commentavano a bassa voce e in aria di mistero, guardandosi attorno con<br />
fare sospettoso, come se temessero di propalare chi sa quale terribile segreto.<br />
Poi a poco a poco, i tripolini neri e tricolori, si fecero coraggio ed allora cominciò<br />
l'orgia delle proteste e delle dimostrazioni patriottarde. Gli eroi dell'armiamoci<br />
e partite organizzarono sulle pubbliche piazze, sotto la tutela di<br />
un forte nerbo di poliziotti, parodie di èomizì, dove senza le 24 ore di preavviso,<br />
prescritte dalla legge (la quale si sa, non è inflessibile che per gli straccioni)<br />
oratori improvvisati vomitarono concioni ineggianti alla guerra e maledicenti<br />
la pleb<strong>agli</strong>a che non vuole lasciarsi scannare per la patria dei lorsignori.<br />
Sulle mura comparvero i manifesti del sindaco Nadalini e della loggia massonica<br />
"A. Saffi », imprecanti all'assassino " 27.<br />
Ben diversa era l'impressione fra le masse. " Ogni notizia che lo [il Ma<br />
setti] riguardava passava di bocca in bocca, fra commenti favorevoli e commossi<br />
[ ... ], molti operai organizzati, che noi sappiamo contrari in massima<br />
alla tattica della violenza non nascondevano la loro solidarietà col Masetti<br />
ed erano anzi fra i più risoluti nel pretendere che si facesse qualcosa a suo<br />
favore che si iniziasse subito un'azione energica la quale impedisse al militarisma<br />
di sfogare la propria vendetta nel sangue dell'eroico soldato. Non de<br />
ve essere fucilato, erano le parole che circolavano nei crocchi; non possiamo<br />
tollerare che si ripristini in Italia la pena di morte '' 28•<br />
27 " L'Agitatore ", 5 novembre 1911 (M. RYGIER, Nel delitto della guerra lampeggia<br />
la rivolta proletaria).<br />
28 Ibidem.<br />
DISCIPLINA MILITARE E TERRITORIO 477<br />
L'articolo era firmato da Maria Rygier. La stampa di quel numero, avendo<br />
trovato difficoltà enormi, venne compiuta nella tipografia della Scuola<br />
Moderna di Domenico Zavattero e la diffusione fu fatta a mano. Essa diede<br />
però il via alla reazione delle autorità che ai primi di novembre organizzarono<br />
una irruzione nella Tipografia Scuola Moderna, sequestrarono le copie<br />
del giornale e arrestarono i responsabili. Furono tratti in arresto, uno dopo<br />
l'altro, Adelmo Pedrini, Maria Rygiet:, Giusepp_e Sartini, Ugo e Pietro Dainesi,<br />
Comunardo Vedova, Gualtiero Milla, mentre Armando Borghi, che stava<br />
rientrando a Bologna dalla Romagna, fuggì in Francia 29.<br />
Certo la <strong>città</strong> era attonita di fronte all'accaduto e sopraffatta dalla virulenza<br />
assunta dai toni delle voci levatesi da parti così diverse fra loro. La confusione<br />
era tale che anche l'uccisione di un maresciallo di polizia, avvenuta<br />
a Corticella, fu valutata, non cercandone le cause reali, come un montare<br />
della spirale di violenza innescata dal Masetti, di cui furono incolpati gli anarchici.<br />
Scriveva « L'Avvenire d'Italia " il 9 novembre in un articolo dal titolo<br />
Propaganda delittuosa: « Come seguito dei numerosi arresti operati in questi<br />
giorni dalla Questura di Bologna e per la pubblicazione dell'Agitatore e per<br />
la nefanda propaganda anarchica che ha fruttato nel breve spazio di una settimana<br />
ben tre delitti gravissimi, è stata fatta una denunzia all'autorità giudiziaria<br />
a carico di un soldato che fa parte appunto di quel reggimento cui apparteneva<br />
l'anarchico feritore del tenente colonnello Strappa. Il soldato denunziato<br />
è tal Milla Gualtiero di Massimo, della classe 1888, appartenente<br />
alla 1 a Compagnia del 3 5o Fanteria. Costui sarebbe un gregario della Ditta<br />
Rygier e Compagni ed avrebbe anzi pensato prima dell'attentato nefasto a<br />
distribuire nella Caserma Cialdini copie dei famosi manifestini antimilitaristi<br />
una delle quali l'anarchico Rinaldi perquisito, disse di aver avuto dal soldato<br />
Masetti " 30.<br />
Il Milla, dunque, anarchico dichiarato al contrario del Masetti di cui nessuno,<br />
nemmeno lo stesso Borghi, poteva confermare la fede libertaria, pareva<br />
l'ispiratore ideale della ribellione di cui il muratore bolognese era divenuto<br />
l'esecutore più o meno consapevole. Interrogato dall'istruttore militare<br />
- si era infatti subito messa in modo anche l'autorità competente di Venezia<br />
- il Milla dichiarò « politicamente io sono per le mie idee, socialista.<br />
Sono organizzato per ragioni di lavoro e faccio parte del sindacato falegnami<br />
di Bologna ascritto alla Camera del lavoro locale. Non ho mai conosciuto<br />
Masetti Augusto, né prima né dopo il 30 ottobre u.s. La mattina del 30 otto-<br />
29 A.S.B., G.P., cat. 7, fase. I, 1911, Nota del questore al prefetto del 9 dicembre<br />
1911.<br />
30 " L'Avvenire d'Italia », 9 novembre 1911 (Propaganda delittuosa).