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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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422 FERRUCCIO BOTTI<br />

strativo dei reparti, divisi in piccoli gruppi e sottratti spesso al controllo diretto<br />

dei comandanti. In particolare, l'impiego di molti reparti in Italia Meridionale<br />

e in Sicilia ostacolò notevolmente l'addestramento e la mobilitazione<br />

per la guerra del l866. Così infatti commenta la storia ufficiale della campagna<br />

(uscita nel 1875):<br />

Fu detto che il brigantaggio delle province meridionali era una scuola di<br />

gerra per _l'<strong>esercito</strong>. Avrebbe potuto di fatti essere una buona scuola se il nemico<br />

che la ebbero a combattere si fosse raccolto in grossi nuclei che avessero<br />

dato n:_otivo ed appiglio a combinazioni rassomiglianti a quelle della vera<br />

guerra. C10 on essendo, quel guerrigliare alla spicciolata, con tanti piccolissimi<br />

drappel!J, dando la caccia per ampio tratto di paese, senza quei vincoli che<br />

lgano le ver operzoni di guerra e ne costituiscono forse la difficoltà maggiOre,<br />

a po . chJ . uomm1 che uggono e si nascondono, mentre poté giovare a<br />

n . ngag!Jard!r: 11 soldato e sviluppare nei graduati degli ordini inferiori l'attitudme<br />

alle faz10ni minime della guerra, dovette essere piuttosto dannoso eh<br />

vantaggioso così per l'istruzione tattica come la disciplina, e singolarmente pe<br />

color? che esercitavano comandi cui non erano stati prima preparati da una<br />

suffiCiente pratica di buona guerra ordinata 13.<br />

A parte gli interventi contro il banditismo, la presenza militare nel territ?rio,<br />

si per le ragioni . di carattere economico e strutturale prima delineate,<br />

Sia per l assenza, a que1 tempi, di industrie, almeno nell'Italia Settentrionale<br />

è ambita dalle popolazioni assai più di oggi, anche perché l'<strong>esercito</strong> viene<br />

considerato ancor più di oggi un organismo del tempo di pace, bon à tout<br />

aire: gli interventi in caso di calamità naturali, oggi previsti per legge, al­<br />

ocorrnza avvenivano in numero massiccio anche allora, i soldati erano<br />

u_np1eat1 . spesso per la guardia alle carceri anche civili, e ad essi veniva persmo<br />

nch1esto di scortare gli agenti delle imposte nell'esazione dei tributi<br />

Così, con ordine del giorno del 27 ottobre 1868 14 il ministro Bertolè<br />

Viale rivolge un vivo plauso ai presìdi militari di Parma, Piacenza, Verona<br />

e<br />

.<br />

Legnago, che sono intervenuti per primi in soccorso delle popolazioni colplte<br />

dalle inondazioni del Po, dell'Adige e del Parma. E lo stesso ministro '<br />

con circolare del 5 ottobre 1868 ,<br />

i sguito a rap?resenanza del Ministero delle Finanze, come in alcune provnte<br />

gh agentt delle 1mposte dirette non possano riescire nei loro mandati<br />

d1 nscoss10ne senza il concorso della forza pubblica, onde un danno gravissi-<br />

13 COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE, La campagna de/ 1866 in Italia Tomo<br />

I, Roma 1875, pp. 8-9.<br />

1 4 G. M. 1868, p. 521.<br />

'<br />

LA CASERJv1A ITALIANA NEI PRIMI ANNI 423<br />

mo per l'erario ed un pregiudizio per la legge, questo Ministero, presi gli opportuni<br />

concerti con quello delle Finanze, stabilisce che, sempre quando i p renominati<br />

agenti per via dei signori Prefetti o Sotto-Prefetti ricorrano all'Autorità<br />

militare (Comando generale della divisione ovvero Comando militare della<br />

Provincia) per avere a loro sussidio, per un tempo determinato e per luoghi<br />

prefissati, distaccamenti di truppa armata, sia per fornire dei piantoni militari<br />

per le esazioni forzose, sia per la sicurezza tanto di codesti piantoni quanto<br />

degli agenti medesimi della riscossiope erariale, le predette Autorità militari<br />

debbano concederli in quella misura per altro che le forze alla loro disposizione<br />

lo consentono, senza prevedibile scapito di qualche altro importante<br />

servizio 1 5.<br />

Molti sindaci dell'Italia settentrionale, dopo la campagna del l866, chiedono<br />

insistentemente la presenza di reparti militari nella loro <strong>città</strong> 16. Il sindaco<br />

di Cento (Ferrara) ad esempio, in data 18 settembre 1866 scrive al Comando<br />

Supremo per caldeggiare l'invio di un batt<strong>agli</strong>one, « che nel mentre<br />

provvederebbe al servizio di questo carcere succursale apporterebbe non<br />

lieve vantaggio alla <strong>città</strong> ». Il sindaco prosegue promettendo la disponibilità<br />

di un convento venuto in possesso del Comune, che fornisce « per detto<br />

numero e quantità di soldati, comodi e adatti alloggiamenti », e a riprova<br />

del buon trattamento che ricevono le truppe nel Comune allega anche una<br />

lettera di plauso e ringraziamenmto del comandante della 12 a divisione.<br />

Analoga preghiera perviene al Comando anche dal sindaco di Ravenna,<br />

mentre il Comune di Brescello (Reggio Emilia), sede di un'antica fortezza<br />

ducale, chiede che<br />

un batt<strong>agli</strong>one almeno sia designato per questo Paese, il quale per mancanza<br />

del Presidio che da <strong>anni</strong> immemorabili vi trovava stanza, e per essergli venute<br />

meno non poche risorse da cui ritrae molti vantaggi, travasi in assai cattiva<br />

condizione, e solo potrebbe in parte migliorare, ottenendo una guarnigione,<br />

tanto più constando all'E.V. che si presta assai bene sia per comodità della caserma,<br />

e per salubrità dell'aria.<br />

Il rapporto istituzione militare-società era dunque visto dalle autorità<br />

civili locali in una prospettiva marcatamente utilitaristica, ove i contenuti<br />

patriottici e nazionali perdevano alquanto lo smalto: evidentemente per il<br />

sindaco di Brescello andava bene il nuovo <strong>esercito</strong> italiano ma anche quello<br />

ducale di prima, il prodotto economico era lo stesso, purché non mancassero<br />

soldati.<br />

Anche per questo, forse, la leva aveva aspetti controversi. Da una par-<br />

15 lvi, pp. 398-399.<br />

!6 Cfr. Archivio Ufficio storico SME, Reg. G-8, Vol. 22, pratica 2a

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