esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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416 FERRUCCIO BOTTI non è tipica solo dell'esercito di Carlo Alberto ma rimane sullo sfondo anche del nuovo esercito unitario, e fa sentire la sua influenza almeno per tutto il secolo XIX; si può solamente dire che, dal 1848 in poi, le riforme nel campo logistico-amministrativo tendono proprio ad alleggerire gradualmente il carico diretto della presenza militare sulle comunità locali. Sul piano generale, va perciò tenuto ben presente che per capire la vera natura del rapporto tra esercito e città, tra forze armate e società, da una parte non si può trascurare di andare a vedere che cos'era la società in un dato periodo, ma dall'altra solo un'analisi tecnica abbastanza dettagliata, precisa e direi quasi fredda di quello che era l'esercito sempre in quel periodo (specie dal punto di vista logistico e amministrativo) ci può portare a conclusioni probanti e obiettive sui veri legami intercorrenti tra due realtà che nonostante tutto in ogni tempo risultano più affini, e complementari, di quanto possa sembrare. Nel caso specifico, poiché il ricorso massiccio al concorso logistico delle popolazioni locali nella campagna del 1848 e in quelle successive era imposto dalle lacune dei servizi militari, va sottolineato un aspetto saliente dei rapporti esercito/società nella seconda metà del secolo XIX, quello della militarizzazione progressiva dei servizi logistici, secondo taluni segno di una deliberata volontà di separatezza e di isolamento dei reparti rispetto al contesto civile locale. Ebbene, su questo punto appare indubbio che gli eserciti più

418 FERRUCCIO BOTTI Questo sistema logistico militare era in uso anche prima di Napoleone, ma già con Napoleone entra in crisi, perchè evidentemente non idoneo ad alimentare le grandi masse di combattenti fornite dalla coscrizione obbligatoria, suddivise in divisioni e corpi d'armata, e obbligate a continui e rapidi spostamenti giornalieri nella guerra offensiva di tipo napoleonico (e poi clausewitziano ). Perciò Napoleone fu, oltre che un grande stratega, un grande innovatore nel campo dei servizi e dell'amministrazione militare, con soluzioni precorritrici riprese in Italia e altrove dopo la prima metà del secolo XIX, quando gli eserciti ridiventano numerosi e sono costretti a concentrarsi e muoversi rapidamente. Nonostante le riforme di Carlo Alberto, che pur denotano una netta tendenza a sottoporre al controllo militare i servizi (a cominciare dal servizio sanitario e veterinario, dal vettovagliamento e dai trasporti), le guerre di indipendenza in Italia- ivi compresa quella del l866 e quella per la liberazio­ ne di Roma del 1870- non sono che una continua conferma della necessità di militarizzare ulteriormente i servizi dell'Esercito, per renderli più efficienti in guerra e per tradurre in pratica quanto già sosteneva fin dal 1856 il grande artigliere generale Cavalli (in polemica con lo scrittore francese di amministrazione Vauchelle le cui tesi, opposte a quelle del Cavalli, furono vincenti in Piemonte per lungo tempo): Sono questi impedimenti che bisogna limitare, più che l'artiglieria, cioè: i bagagli ed il carreggio di tutti quanti i servizi pubblici e privati che seguono gli eserciti; i quali a più forte ragione bisogna semplificare, uniformare, organizzare militarmente senza eccezioni, unico mezzo questo per togliere ogni sorta d'abusi, sottomettendo alla disciplina ed alle leggi militari tutto il personale che ne dipende, per così rendere l'esercito più mobile, per assicurarne meglio ogni servizio, e per guardarsi dai ladri e dagli spioni egualmente perniciosi. Con ciò non intendo che tutte le persone al seguito d'un esercito debbano prendere una lunga ferma come i soldati, ma ogni qualsiasi persona, per essere ammessa al seguito d'un esercito, dev'essere consegnata, inscritta, ed avere dei distintivi apparenti, se non una uniforme, che la facciano da tutti rinociuta; e deve essere sottomessa alla gerarchia, alla disciplina ed alle leggi mthtan. E non si creda che questi rigori, già in uso verso tutti i militari, siano per accrescere la difficoltà di trovare un buon personale amministrativo né che siano per accrescere il costo dei vari servizi che possono esser richlesti agli intraprenditori. Se essi sono onesti, vi troveranno il loro compenso e si sottometteranno volentieri, e con coloro che si rifiutassero, sarà molto meglio non aver nulla a che fare, quantunque siano per apparire vantaggiose le offerte dei loro servizi, poiché allo Stato finirebbero per costar molto di più e l'esercito ne sarebbe peggio servito, siccome sempre dimostrò l'esperienza: Quanto al personale della burocrazia militare, meglio di ogni altro accade che, più è numeroso, meno bene risponda al suo oggetto, poiché infine su pochi psa e peserà sempre la somma del lavoro, e più d'imbarazzo a questi LA CASERMA ITALIANA NEI PRIMI ANNI 419 pochi che di vera utilità riesciranno quegli altri eccedenti il giusto bisogno; perciò se una amministrazione, qualunque essa sia, deve sempre essere orga­ nizzata nella maniera la più semplice che sia possibile, è tanto più necessario lo sia quella militare, affinché ogni bisogna cammini in guerra colla maggior semplicità, ordine e speditezza, assai più ancora che in tempo di pace. Quindi è indispensabile che ognuno acquisti, prima della guerra, la pratica necessaria in ogni ramo di servizio amministrativo, e conseguentemente bisogna che ogni cosa proceda in tempo di pace com

418 FERRUCCIO BOTTI<br />

Questo sistema logistico militare era in uso anche prima di Napoleone,<br />

ma già con Napoleone entra in crisi, perchè evidentemente non idoneo ad<br />

alimentare le grandi masse di combattenti fornite dalla coscrizione obbligatoria,<br />

suddivise in divisioni e corpi d'armata, e obbligate a continui e rapidi<br />

spostamenti giornalieri nella guerra offensiva di tipo napoleonico (e poi clausewitziano<br />

). Perciò Napoleone fu, oltre che un grande stratega, un grande<br />

innovatore nel campo dei servizi e dell'amministrazione militare, con soluzioni<br />

precorritrici riprese in Italia e altrove dopo la prima metà del secolo<br />

XIX, quando gli eserciti ridiventano numerosi e sono costretti a concentrarsi<br />

e muoversi rapidamente.<br />

Nonostante le riforme di Carlo Alberto, che pur denotano una netta tendenza<br />

a sottoporre al controllo militare i servizi (a cominciare dal servizio<br />

sanitario e veterinario, dal vettov<strong>agli</strong>amento e dai trasporti), le guerre di indipendenza<br />

in Italia- ivi compresa quella del l866 e quella per la liberazio­<br />

ne di Roma del 1870- non sono che una continua conferma della necessità<br />

di militarizzare ulteriormente i servizi dell'Esercito, per renderli più efficienti<br />

in guerra e per tradurre in pratica quanto già sosteneva fin dal 1856<br />

il grande artigliere generale Cavalli (in polemica con lo scrittore francese di<br />

amministrazione Vauchelle le cui tesi, opposte a quelle del Cavalli, furono<br />

vincenti in Piemonte per lungo tempo):<br />

Sono questi impedimenti che bisogna limitare, più che l'artiglieria, cioè:<br />

i bag<strong>agli</strong> ed il carreggio di tutti quanti i servizi pubblici e privati che seguono<br />

gli eserciti; i quali a più forte ragione bisogna semplificare, uniformare, organizzare<br />

militarmente senza eccezioni, unico mezzo questo per togliere ogni<br />

sorta d'abusi, sottomettendo alla disciplina ed alle leggi militari tutto il personale<br />

che ne dipende, per così rendere l'<strong>esercito</strong> più mobile, per assicurarne<br />

meglio ogni servizio, e per guardarsi dai ladri e d<strong>agli</strong> spioni egualmente perniciosi.<br />

Con ciò non intendo che tutte le persone al seguito d'un <strong>esercito</strong> debbano<br />

prendere una lunga ferma come i soldati, ma ogni qualsiasi persona, per<br />

essere ammessa al seguito d'un <strong>esercito</strong>, dev'essere consegnata, inscritta, ed<br />

avere dei distintivi apparenti, se non una uniforme, che la facciano da tutti<br />

rinociuta; e deve essere sottomessa alla gerarchia, alla disciplina ed alle leggi<br />

mthtan. E non si creda che questi rigori, già in uso verso tutti i militari, siano<br />

per accrescere la difficoltà di trovare un buon personale amministrativo né<br />

che siano per accrescere il costo dei vari servizi che possono esser richlesti<br />

<strong>agli</strong> intraprenditori. Se essi sono onesti, vi troveranno il loro compenso e si<br />

sottometteranno volentieri, e con coloro che si rifiutassero, sarà molto meglio<br />

non aver nulla a che fare, quantunque siano per apparire vantaggiose le<br />

offerte dei loro servizi, poiché allo Stato finirebbero per costar molto di più<br />

e l'<strong>esercito</strong> ne sarebbe peggio servito, siccome sempre dimostrò l'esperienza:<br />

Quanto al personale della burocrazia militare, meglio di ogni altro accade<br />

che, più è numeroso, meno bene risponda al suo oggetto, poiché infine su<br />

pochi psa e peserà sempre la somma del lavoro, e più d'imbarazzo a questi<br />

LA CASERMA ITALIANA NEI PRIMI ANNI<br />

419<br />

pochi che di vera utilità riesciranno quegli altri eccedenti il giusto bisogno;<br />

perciò se una amministrazione, qualunque essa sia, deve sempre essere orga­<br />

nizzata nella maniera la più semplice che sia possibile, è tanto più necessario<br />

lo sia quella militare, affinché ogni bisogna cammini in guerra colla maggior<br />

semplicità, ordine e speditezza, assai più ancora che in tempo di pace. Quindi<br />

è indispensabile che ognuno acquisti, prima della guerra, la pratica necessaria<br />

in ogni ramo di servizio amministrativo, e conseguentemente bisogna che ogni<br />

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