esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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388 EMILIO FRANZINA complementare del tempo di lavoro né più e né meno di quanto non accadrebbe se a risuonare fosse, monito di un'altra compresenza residuale, la voce registrata delle campane o l'eco diretta dei sacri bronzi d'una chiesa. In realtà, nel rapporto fra esercito e società, fra caserme e popolazioni, così profondamente mutato oggi da consentirci uno studio sereno e distaccato dei suoi diversi antecedenti qual è quello che si è tentato qui, potrebbe addirittura insinuarsi il sospetto di una particolare nostalgia. Accade talora di percepirla in alcune ricostruzioni di buona fattura dove trapela, qua e là, il rimpianto, o più semplicemente l'evocazione, di un'atmosfera di reciproci contatti fra caserme e popolazioni e di un « clima ,, fra esse, di « piacevoli rapporti "· Ch'è poi il quadro con cui mi piace chiudere, non solo per ragioni
DARIO BI0CCA COLERA, ESERCITO E VOLONTARI A NAPOLI: LA CRISI DEL 1884 E IL PROLOGO DEL RISANAMENTO Tra il l885 e il l900, Napoli subì un'intensa trasformazione: interi quartieri furono demoliti, ampie fenditure si aprirono nell'intricato tessuto della città, migliaia di abitanti traslocarono dagli antichi quartieri del centro verso le aree residenziali della periferia. Importanti progetti furono approvati anche nel settore delle infrastrutture: vennero avviati la strutturazione del porto, l'ampliamento della rete ferroviaria interurbana e la costruzione di un nuovo acquedotto. Nel complesso, il progetto di Risanamento costituì la più ambiziosa e complessa opera di modernizzazione urbana dell'Italia unitaria 1 • L'inizio dei lavori pubblici fu accolto dal consenso dell'opinione pubblica e dall'euforia degli operatori economici. Nel 1884, infatti, la città era stata colpita da una epidemia di colera che aveva posto in evidenza il ritardo con il quale la ex-capitale del Mezzogiorno si era inserita nel processo di crescita del Paese. Una nuova legge, approvata dal Parlamento nel gennaio del 1885, promise un'epoca di prosperità e di integrazione nel sistema economico nazionale: tutte le forze politiche se ne fecero sostenitrici 2• Il Risanamento, tuttavia, si concluse in un grave fallimento. Le demolizioni si esaurirono intorno all'apertura di un largo viale (il Rettifilo), aldilà del quale la densità abitativa continuò a crescere; l'economia del vicolo, ostacolata dai trasferimenti della popolazione e dall'aumento del valore dei suoli urbani, provocò un deterioramento delle condizioni di vita; persino il colera, una malattia quasi del tutto scomparsa dal continente europeo, tornò a mietere vittime in molte zone della città. Napoli si trovò ancor più isolata. 1 Per una storia delle vicende urbane di Napoli dalle origini sino ad oggi si veda C. DE SETA, Napoli. Le città nella storia d'Italia, Bari 1981. 2 Le vicende del Risorgimento sono ricostruite in A. ALISIO, Napoli e il Risorgimento. Recupero di una struttura urbana, Napoli 1980.
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In realtà, nel rapporto fra <strong>esercito</strong> e società, fra caserme e popolazioni,<br />
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dei suoi diversi antecedenti qual è quello che si è tentato qui, potrebbe<br />
addirittura insinuarsi il sospetto di una particolare nostalgia. Accade talora<br />
di percepirla in alcune ricostruzioni di buona fattura dove trapela, qua e là,<br />
il rimpianto, o più semplicemente l'evocazione, di un'atmosfera di reciproci<br />
contatti fra caserme e popolazioni e di un « clima ,, fra esse, di « piacevoli<br />
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