esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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376 EMILIO FRANZINA<br />
l che il " quarto " sta arrivando ... Una delle più belle l l'ha detto piano piano<br />
l se il "quarto " sta arrivando l l'è quello che aspettiamo .. ») 42.<br />
In qualche occasione le contese per il « controllo ",come sopra l'ho definito,<br />
delle donne, radicalizzavano nel mondo della caserma tendenze conflittuali<br />
e contrasti tra ufficiali e soldati di cui pure vi è un'eco, e sia pur distorta,<br />
nel patrimonio folkloristico dei canti tradizionali. L'incipit dell'antimilitaristico<br />
« Addio padri e madri addio " si ritrova in apertura di una canzone<br />
che narrando ad esempio i casi dello scontro cruento per amore della<br />
bella Poldina tra il soldato Peppino e il suo tenente ha come sfondo, o come<br />
cornice, la <strong>città</strong> di Lucca 43: " Addio patre e matre e sorella mia l Piangete<br />
di Peppino il gran periglio l Poldina bella mi fece innamorà l essendo dentro<br />
Lucca facendo il milità .. " -. La storia di gelosia e di competizioni sfocia<br />
nel racconto di un drastico epilogo caratterizzato dall'improbabile duello<br />
fra i due militari (improbabile, dico, rispetto alle valenze formali e rituali di<br />
una pratica corrente semmai, com'è stato detto e spiegato anche qui, fra i<br />
soli ufficiali) 44 e dalla fuga all'estero, evidentemente previa diserzione, di<br />
quello di truppa (« Pareano due leoni alla foresta, l l'uno all'altro gridava:<br />
" Traditore " l Ferito fu'l tenente nella testa l dal giovanetto sull'età del fiore:<br />
l " So livornese e parenti ne ho " l Menò diversi colpi e in America<br />
scappò »).<br />
L'allusività del testo che rimanda a un tipo di conflitti più generali in<br />
seno all'<strong>esercito</strong> proprio nel rapporto con le popolazioni -da quelli di classe<br />
a quelli « alto l basso " della scala gerarchica- non senza rifarsi al dato localistico<br />
(« So' livornese '', nel caso) e a quello familiare e comunitario quasi<br />
contrapposto in una ipotesi o in una « emergenza " di solidarietà alle regole<br />
e alle leggi non solo militari, isola e individualizza un episodio dei molti possibili<br />
nella storia delle relazioni interpersonali fra soldati e popolazioni femminili<br />
urbane mettendo in scena un genere d'intersezione, nel tema, più raro<br />
quale fu appunto quello dell'incrociarsi o del sovrapporsi di soldati di<br />
truppa e di ufficiali usi invece ad attingere di norma a " sezioni " della sode-<br />
42 A. V. SAVONA-M. L. STRANIERO, Canti della Grande Guerra, Milano 1981, voli. 2,<br />
II, pp. 513-515.<br />
43 VETTORI, Il folk italiano, cit., pp. 265-267.<br />
44 A parte i sempre possibili incroci fra cultura dell'onore " rusticana » e popolare<br />
e cultura nobiliare del duello, rimane che quest'ultima per le sue stesse remote ascendenze<br />
aristocratiche e cavalleresche (cfr. A. J. MAYER, Il potere dell 'Ancien Régime fino alla<br />
prima guerra mondiale, Roma Bari 1982, pp. 102-103) continuò ad avere vigore sino<br />
alla grande guerra ed oltre nella " quotidianità » degli eventi militari e di caserma (come<br />
attesta molta letteratura coeva, cfr. ad es. N. MARSELLI, La vita del reggimento. Osservazioni<br />
e ricordi, Firenze 1889).<br />
CASERMA, SOLDATI E POPOLAZIONE 377<br />
tà femminile diverse e distinte in partenza fra loro secondo potrebbe documentare<br />
persino l'iconografia militare, delle cartoline o dei giornali, col classico<br />
quadretto dell'attendente intento a corteggiare la domestica in servizio<br />
presso una padroncina borghese oggetto a sua volta di tenere attenzioni da<br />
parte dell'" ufficialetto " di turno. Dalla legge un po' brutale ed economicamente<br />
atteggiata della domanda e dell'offerta di prestazioni sessuali a pagamento<br />
allo « scambio amoroso " coronato da fi-danzamenti provvisori e poi<br />
da legami più durevoli intercorre una distanza ch'è connotata anche, tuttavia,<br />
in senso spiccatamente sociale, perché il classico quadretto di cui sopra<br />
non fotografa in realtà che un'eccezione. In materia di sentimenti e di vincoli<br />
amorosi, infatti, un genere di relazioni fra « <strong>esercito</strong> » e « paese » senz'<br />
altro si realizza ben prima dell'avvento o dell'" invenzione » delle cosiddette<br />
" madrine di guerra "• ma quanto a normalizzazioni e ad esiti durevoli<br />
c'è da notare come esso si proponga produttivamente fra otto e novecento<br />
incidendo quasi solo sui rapporti fra gli strati reciprocamente (« socialmente<br />
») compatibili e l'un dall'altro attratti delle « caserme » e delle « <strong>città</strong> »: di<br />
qui i matrimoni dei quali ha cominciato a studiare la dinamica Minniti fra<br />
ufficiali e ragazze della buona società cittadina. Un fenomeno questo, tuttavia,<br />
che - visto da altra angolatura - potrebbe configurarsi soltanto come<br />
un " correttivo " della scarsa o modesta integrabilità fra ceto militare e borghesie<br />
cittadine indotta, per lo più, dall'elevatissmo turn aver dei reparti e<br />
dalla precarietà delle destinazioni territoriali di cui ha parlato Rochat.<br />
In ambito borghese, le intersezioni fra <strong>esercito</strong> e società civile rimangono<br />
comunque molte e non sono consentite soltanto dalla persistenza di quegli<br />
ufficiali