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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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372 EMILIO FRANZINA<br />

il filo di altri discorsi suoi ed altrui sulla " nevrosi » militare) 35 contribuiscono<br />

a chiarirne il significato e a saggiarne la consistenza attraverso un'accurata<br />

analisi del caso torinese e dell'ideologia sottesa alle collaborazioni prestate<br />

da vari autori al celebre « Archivio di psichiatria, antropologia criminale<br />

e scienze penali per servire allo studio dell'uomo alienato e delinquente ,<br />

(e, più in là, alla « Rivista sperimentale di freniatria e di medicina legale delle<br />

alienazioni mentali »). Se il servizio militare costituiva per tutti '' un vero saggio<br />

delle attitudini mentali (intellettuali e morali) dell'individuo »,i medici e gli<br />

alienisti si rivelano a lungo convinti di quanto vengono asserendo i militari<br />

e cioè del fatto che tare e squilibri sono ( = possono essere) soltanto preesistenti<br />

all'ingresso in caserma dei soldati. La rozzezza dell'equazione recluta<br />

sana = soldato disciplinato e recluta malata = soldato insubordinato " e quindi<br />

» pericoloso, sconta, soprattutto a fine secolo - negli <strong>anni</strong> del grande<br />

" affollamento » dei manicomi, delle grandi emigrazioni all'estero, della grande<br />

tensione sociale e dei grandi disordini· urbani - i limiti d'una osservazione<br />

viziata da griglie preconcette e smentita, a giudicare dal contenuto di molte<br />

tabelle nosografiche, già dalle risultanze obiettive coeve: non a caso, si osserva,<br />

una prima decisa inversione di rotta e, col mutamento, un salto di<br />

qualità negli studi sui soggetti definiti un tempo non lontano, sbrigativamente,<br />

come i« criminaloidi nell'<strong>esercito</strong> ,, 36, saranno indotti dalla guerra mondiale<br />

che renderà meglio leggibili e decifrabili, secondo han dimostrato anche Gibelli,<br />

la Bianchi o più in generale lo stesso Leed 37, i sentimenti e le reazioni<br />

già considerati dalla medicina positivistica come semplice sin<strong>tomo</strong> di una<br />

« anomalia originaria ».<br />

Così come la segregazione e la precarietà ambientale e lavorativa generano<br />

e incrementano in ambito urbano una mole considerevole di " devianze<br />

» destinate a sfociare e ad essere sussunte nel generico (e moralistico) sfo-<br />

35 Cfr. P. NICOLA, « Snidare l'anormale ,, . psichiatria e masse combattenti nella prima<br />

guerra mondiale, in " Rivista di Storia contemporanea , XVI, 1987, n. 1, pp. 59-84;<br />

P. GIOVANNINI, Soldati, follia e grande guerra nelle cartelle cliniche del San Benedetto,<br />

in P. SoRCINELLI, (a cura di), Lavoro, criminalità, alienazione mentale. Ricerche sulle<br />

Marche tra otto e novecento, Ancona 1987, pp. 83-102.<br />

36 Sulla base di una campionatura relativa al carcere militare di Gaeta così li definiva<br />

G. FUNAIOLI, I criminaloidi nell '<strong>esercito</strong>, Roma 1915.<br />

37 Dei primi due si vedano i contributi sul tema ora raccolti in LEONI-ZADRA, La grande<br />

guerra, cit. a pp. 49-72 e 73-104 (nonché A. GIBELLI, Guerra e follia. Potere psichiatrico<br />

e patologia del rifiuto nella grande guerra, in " Movimento Operaio e Socialista ,<br />

1980, n. 4, pp. 441-64; ID., La guerra laboratorio: eserciti e igiene sociale verso la guerra<br />

totale, ib. 1982, n. 3, pp. 335-349 e B. BIANCHI, Predisposizione, commozione o emozione?<br />

Natura e terapia delle neuropsicosi di guerra, ib. 1983, n. 3, pp. 383-410; ID.,<br />

Esperienze di violenza e di oppressione nelle testimonianze dei soldati in manicomio<br />

(1915-191 7), in « Protagonisti , IX, 1988, n. 33, pp. 48-60). Dell'ultimo cfr. invece E. ].<br />

LEED, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale,<br />

Bologna 1985, pp. 217-256.<br />

CASERMA, SOLDATI E POPOLAZIONE 373<br />

gato io della " criminalità innata », saranno allora le contraddizioni della vita<br />

militare e di caserma a creare i presupposti e a propiziare la crescita del " disagio<br />

mentale , dei soldati " delinquenti » e indisciplinati: anzi, risultando<br />

concentrate nel tempo e nello spazio, esse possono farsi più stridenti e pericolose<br />

di altre già nei periodi di pace. Senza voler troppo calcare le tinte,<br />

mi sembra chiaro che il cumulo di tali contraddizioni, allora, potesse essere<br />

di tanto in tanto " esportato , dalle-caserme alle <strong>città</strong> e trovarsi addirittura<br />

alla base o all'origine, " in ultima analisi ", di molti di quegli scontri ricorrenti<br />

fra militari e civili di cui ci informano le cronache dei giornali e qui,<br />

in un contributo a mio avviso esemplare per lo spoglio minuto della stampa<br />

locale, (friulana nel caso), Antonio Sema. Quella da lui prescelta, in effetti,<br />

è una buona via ed al momento forse l'unica praticabile con successo per<br />

recuperare il senso (e spesso le notizie " di prima mano ») di avvenimenti<br />

correlati alla qualità e al tipo della vita quotidiana presso i militari e quindi<br />

ai reali rapporti intercorsi in molti luoghi fra la truppa e le popolazioni tanto<br />

urbane quanto suburbane e rurali.<br />

Il quadro, intendiamoci, non è del tutto fosco, né univoco e monocorde<br />

ed anzi in qualche caso - si pensi, o s'immagini per difetto di analisi,<br />

in questa sede, (dopo il vuoto venutosi a creare in seguito alla mancanza di<br />

uno studio specifico, originariamente programmato), alla fitta rete di relazioni<br />

interpersonali e di gruppo che nell'Italia liberale, e non solo in quella,<br />

coinvolsero da un lato soldati e graduati e dall'altro donne e ragazze, serve<br />

e balie domestiche, filandiere e sartine - meriterebbe di essere ridefinito<br />

o almeno ripensato anche rispetto a quanto sopra si notava sulla miserabilità<br />

della vita in caserma e sulle angustie del ruolo militare.<br />

Sfioro soltanto, subito appresso, un tema, quello della " Venere militare<br />

,, che implicherebbe l'analisi e la misurazione della frequenza o dell'entità,<br />

qualitativamente intesa, degli afflussi ai bordelli dei soldati: non si tratta<br />

certo d'una novità nella storia militare, oltreché di quello contemporaneo,<br />

dell'evo moderno, qualora si ricordi l'indole di " servizio » dell'attiità prostituzionale<br />

nei centri urbani sede d'acquartieramento dove già l'assetto di vecchio<br />

regime contemplava situazioni che non furono tutte e subito cancellate<br />

dai mutamenti di metà Ottocento 38. Le tensioni sociali e abitative, l'in-<br />

38 A proposito del rapporto tra insediamenti militari e sviluppo, nei quartieri circo­<br />

stanti, di particolari servizi o attività - ha notato giustamente . E. GRoTNELLI . ' La politz <br />

ca del! 'amministrazione comunale di Milano intorno ad alcum problemz zgzemco-sanztarz<br />

e della " sicurezza collettiva "• in SORI, Città e controllo sociale, cit., p. 183 - « sarebbe<br />

opportuno svolgere - anche per le sue evidenti implicazioni di cntrollo . sociale - un'in­<br />

chiesta relativa alla diffusione, nelle adiacenze delle caserme, d1 case d! tolleranza, per<br />

lo più di infimo ordine, frequentate da militari. Tale ricerca appare però abbastanza diffi-

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