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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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332 PAOLA NAVA<br />

spandere, perché non conosco affatto la persona che mi vuoi presentare;<br />

sendo militare. Per quanto la detta persona possa essere perfetta sotto ogni<br />

rapporto, pensa seriamente a quello che fai, pensa che è un nodo che fatto<br />

solo mi pare che tu sia troppo giovane per accasarti, specialmente poi es­<br />

non si scioglie più, pensa alla tua posizione; pensa ai pochi <strong>anni</strong> che hai per<br />

mettere famiglia, e poi Fiat ... " 1 2 •<br />

È interessante osservare la preoccupazione della madre per il futuro mi­<br />

litare del giovane che presuppone una carriera difficile ed impegnativa e per<br />

ora solo <strong>agli</strong> inizi, mentre al contrario la famiglia della ragazza ha visto nella<br />

stessa un elemento semmai di tranquillità rispetto al futuro.<br />

Ma ancora più significativa da un lato di un'educazione piuttosto seve­<br />

ra, dall'altro di una gran voglia di vivere e, perché no, di divertirsi è una<br />

lettera del 22 ottobre 1899: il giovane, che è a Modena, ha parecchie spese,<br />

specie di vestiario e chiede aiuto al padre; la risposta è negativa, seria ma<br />

anche ironica e affettuosa: « Dopo avermi dato lo zuccherino col descrivermi<br />

la bella guarnigione, l'indole ed il carattere degli abitanti, i divertimenti,<br />

i palazzi ecc. ecc. apri il solito argomento. Ma non ti ho avvertito fin da quan­<br />

do vestisti per la prima volta la tenuta quali erano le mie idee al riguardo<br />

di spese? Quando partisti da casa eri sufficientemente munito dell'occorrente<br />

per avere sempre a tua disposizione un mese di stipendio. [ ... ] Del resto, mi<br />

fa meraviglia come ti occorra già una nuova monture. Questa ti deve forse<br />

servire per lo stesso uso che ti serviranno le scarpe (di vernice) che hai ordi­<br />

nato a Mai? [ ... ] Lascia brillare le stelle in cielo, ma gli uomini che si rispetta­<br />

no devono brillare nelle azioni, col disimpegno dei propri doveri e col mi­<br />

surare le proprie forze finanziarie in ragione delle spese, mostrando in tal<br />

guisa di essere uomo di cuore e che pensa all'avvenire "·<br />

Ne esce un ritratto che conferma la centralità del « dovere ,, e della « co­<br />

è continuazione: è un'immagine, quella proposta dalle lettere, ma del resto<br />

scienza " nell'educazione, in quella familiare come in quella militare, che ne<br />

anche dalle fonti orali, tutta positiva, tutta dentro una cultura militare di un<br />

è interessante notare che l'intesa sui valori avviene spesso mediante regole<br />

tempo che ben si appaia con quelle familiari di un certo ceto sociale: ma<br />

di comportamento, le buone maniere, H rispetto dell'etichetta in cui ci si<br />

riconosce simili.<br />

In questo senso la frequentazione tra allievi e ufficiali da una parte e<br />

ceti elevati della <strong>città</strong> dall'altra è una conferma, un rafforzamento di privile­<br />

gi e di status: di nuovo c'è la mobilità, che deriva dal radunare giovani di<br />

12 Questa lettera, che fa parte di una corrispondenza inviata al tenente [ ... ] dai ge­<br />

nitori, è stata gentilmente consegnata dal figlio, anch'esso generale, intervistato.<br />

CADETTI E UFFICIALI DELL'ACCADEMIA MILITARE 333<br />

diversa provenienza geografica nella Scuola Militare, e nella conseguente frequentazione,<br />

a volte conclusasi con il matrimonio, con le ragazze delle fa­<br />

miglie abbienti.<br />

Letta in questa chiave, la vicenda risulta una conferma di una cultura<br />

patriottica della classe dirigente che a Modena, anche in questo modo, si<br />

affermerà sulle forze più tradizionali e Ancien Regime.<br />

Dal fascicolo relativo al Mak n 100_1899 13, il più famoso di fine secolo<br />

per lo sforzo con cui fu celebrato, è possibile avere uno spaccato dei sentimenti<br />

con cui gli allievi si preparavano al saggio ed alla festa. Per prima<br />

la consapevolezza che l'uscita dalla Scuola significa l'impatto con la vita e<br />

quindi la responsabilità, ma anche - finalmente - il cimento, "la voluttà<br />

della conquista, tutta la bellezza dell'ideale tanto carezzato "· Tutto intriso<br />

di fervore e slancio patriottico. In questo senso, anche la scuola viene ricordata<br />

come banco di prova, non tanto di esercitazioni letterarie quanto piuttsto<br />

fucina di stereotipi guerreschi " Addio Senofonte, allora, addio Ora­<br />

ZIO: quando <strong>agli</strong> occhi dello scolaro, soldato futuro, non passavano che penne<br />

fluttuanti, che ondeggianti schiere di bianchi chepì; la scuola s'empiva di<br />

b<strong>agli</strong>ori di lame brunite, di luccichii di trombe e, come un turbine, passavano<br />

e ripassavano facce rosse pel sole, divise impolverate ... E chi non si è<br />

ieso battee vilentemente il cuore, leggendo - Quel giorno quando laggu<br />

nl cort1le d1 quella casetta bianca i nostri si son gettati dentro la siepe<br />

dt ba10nette che i nemici facevano attorno ad una bandiera, e si son battutti<br />

a corpo a corpo, muti, con le lame, col calcio del fucile, a morsi, finché dall'epico<br />

gruppo è saltato fuori con la bandiera in pugno un nostro soldato?<br />

Oh! Esser noi là, quel giorno, esser noi quel fortunato ... E si sudava freddo<br />

si asciugavano, senza volerlo, gli occhi... Bei tempi eran quelli, per iÌ<br />

soldato! "·<br />

Questa rappresentazione dell'eroe, più che del soldato, accentua un'im­<br />

ressione di finzione, ma contribuisce sicuramente, con la sua spettacolarita,<br />

ad animare gli animi di giovani che sono stati educati per quello; è questo<br />

uno scenario teatrale più che reale ma è anche un modo, del tutto simbolio,<br />

di riconoscersi per gli allievi - " sentiremo d'essere uniti da qualcosa<br />

d1 . comune e di indissolubile ,, - ed anche di superare la banalità, spesso<br />

la no:a, a volte anche l'impreparazione, della quotidianità della vita militare.<br />

. E .<br />

uno sdoppiamento che apparentemente funziona, da un lato la orgamzzaztone<br />

delle esercitazioni/studio " mortalmente noiosa ,, " faticosa , " inutile<br />

,, 14; dall'altro l'accentuazione tutta ideologica dell'immagine dell'ufficia-<br />

13 Il MAK re 100 è la festa/esibizione degli allievi dell'ultimo corso, 100 giorni prima<br />

della fine dello stesso.<br />

14 DE Rossi, La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, Milano, Mondadori<br />

'<br />

1927, alla p. 25 e sgg.; ma anche DE BoNo, cit., alla p. 79 e segg.

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