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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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322 PAOLA NAVA<br />

zione, la Scuola fu sciolta e passò a Cremona, sotto gli Austriaci. Rinacque<br />

poi come Accademia nobile militare estense (poi solo militare estense) dal<br />

1821 al l859, alla quale si aggiunsero la Scuola Militare per i cadetti e scuole<br />

di reggimento, dal 1835 al 1855 e la Scuola tecnologica, dal 1855 al 1859.<br />

Quando, il 13 giugno 1859 se ne andò, per sempre, Francesco V, Modena<br />

insediò il nuovo Municipio, proclamò fedeltà a Vittorio Emanuele, ordinò<br />

una Guardia Nazionale, aprì l'arruolamento volontario per la guerra d'indipendenza<br />

mentre venne nominato regio governatore Luigi Carlo Farini.<br />

Subito Manfredo Fanti, che diventerà ministro della Guerra nel 1860, e che<br />

è nativo di Carpi, scrisse al Farini e lo avvertì di avere parlato col ministro<br />

La Marmora per l'istituzione di scuole militari a Milano, Parma e Modena;<br />

il Farini rispose con un decreto, il 5 luglio 1859, con il quale dichiarò soppressa<br />

l'Accademia Militare e ordinò una Commissione per ristabilire la Scuola<br />

Militare del Genio.<br />

Il giornale la " Gazzetta di Modena ", dopo avere ricordata la grandezza<br />

dei tempi napoleonici, diceva testualmente:<br />

« Il Governo del Re non ha neppur tardato al finire della guerra per procurarci<br />

un tanto beneficio, e sebbene ciò debbasi principalmente riconoscere<br />

dal generoso Re, il quale cerca di far fiorire ognuna delle sue provincie<br />

per quei modi e quegli istituti che meglio le si confanno, noi dobbiamo<br />

ben anche sentire giusta riconoscenza verso l'egregio suo rappresentante,<br />

il quale in mezzo alle moltissime sue cure non indugiò un momento a farci<br />

sentire mercè l'attuazione dei divisamenti del Re quanto affetto egli porti<br />

alle provincie alle sue cure affidate. E ciò che prova vieppiù la delicatezza<br />

del nobile suo animo è l'aver affidato al fior degli scienziati nostri di maturarne<br />

il piano. Noi possederemo per tanto un insigne stabilimento nel quale<br />

i nostri dotti di diverse provincie del Regno formeranno una numerosa gioventù<br />

ad emulare quegli illustri che la precederono, ad essere l'ornamento,<br />

il sostegno dell'<strong>esercito</strong> e la gloria di tutti quei paesi nei quali avranno avuto<br />

nascimento, e di questa <strong>città</strong> che li avrà educati. Invece di avere un'inutile<br />

greggia di servidorame ed impiegatume ozioso, noi avremo numerosa ed eletta<br />

schiera di insegnanti, di dirigenti, di alunni, di operai, di inservienti, la<br />

quale darà splendore ed utilità grandissima alle <strong>città</strong> e collocamento a moltissime<br />

persone. Quale importanza non dirò solo nel Regno, ma in faccia<br />

a tutta l'Europa non acquisterà la <strong>città</strong> nostra? Modena, già sede dell'illustre<br />

Società Italiana delle Scienze, nobilissimo istituto, divenendo anche la sede<br />

di tanto insegnamento ne acquisterà meritamente il titolo di matematica. Non<br />

parliamo dell'influenza che questo istituto eserciterà sulla condizione nostra<br />

economica, dei vantaggi che procurerà al commercio, dell'aumento di popolazione,<br />

dell'utile impiego di vasti edifici "·<br />

CADETTI E UFFICIALI DELL'ACCADEMIA MILITARE 323<br />

L'articolista, notate le benemerenze che Modena poteva vantare, soggiungeva<br />

ancora:<br />

« E noi sappiamo in modo da poter lo affermare che quell'eminente uomo<br />

di Stato che presiede al Ministero ha posto l'occhio su queste provincie<br />

in modo speciale per la grande feracità di esse nel produrre pubblici ufficiali<br />

ed amministratori di incontrastabile capacità. Città studiosa ella teme pochi<br />

confronti per parte d'altre, anche più grandi, che la sopravanzano nel commercio<br />

e nell'industria, e questi rami pure si svolgeranno in lei<br />

rapidamente " 3.<br />

La Commissione nominata dal Farini iniziò i suoi lavori e li compì al<br />

punto da presentare il 9 agosto il piano di organizzazione, che non poté però<br />

essere preso in esame, perché la sorpresa e lo sgomento per il trattato<br />

di Villafranca sospesero ogni deliberazione al riguardo.<br />

Ben presto il Fanti riprese il progetto, pensando tuttavia ad una scuola<br />

di fanteria: ne propose il comando al maggiore Ruffini, che accettò e scelse<br />

i locali.<br />

Il Comando in capo delle truppe della Lega dell'Italia centrale, in data<br />

5 ottobre 1859, notificava: "Nell'attuale organizzazione dell'Armata dell'Italia<br />

Centrale destinata a difendere queste Provincie da qualunque possibile<br />

attacco, una necessità si fa principalmente sentire, ed è quella di giovani ufficiali<br />

destinati a riempire i quadri. Egli è d'altronde difficile, anzi impossibile<br />

in questo primo momento di vita libera e indipendente del Paese, di trovare<br />

un numero sufficiente di giovani capaci per istruzione e per pratica della<br />

vita militare, di supplire degnamente al grado di ufficiale. Conseguentemente,<br />

riconosciutane l'urgenza, fu convenuto fra le Provincie di Parma, Modena<br />

e Legazioni di istituire provvisoriamente nella <strong>città</strong> di Modena, e precisamente<br />

nell'ampio locale, altra volta destinato alla scuola e corpo de' Pionieri,<br />

uno stabilimento militare sotto la denominazione di Scuola Militare dell'Italia<br />

Centrale, per ivi raccogliere tutti que' giovani che sotto date condizioni<br />

potranno aspirare al grado di Ufficiale di fanteria, e loro fornire un corso<br />

completo, benché elementare di studii militari atti a renderli capaci di tenere<br />

convenientemente il grado al quale saranno destinati , .<br />

Il 15 novembre venne chiusa l'iscrizione alla Scuola con 442 ammessi<br />

e, l' 11 dicembre, Manfredo Fanti poteva passare per la prima volta in rassegna<br />

tutte le truppe stanziate a Modena, fra le quali spiccava il batt<strong>agli</strong>one<br />

della Scuola Militare.<br />

Non mancarono le feste e i ricevimenti, che trovarono il momento culminante<br />

il 4 maggio 1869, quando Vittorio Emanuele II visitò la scuola. « Do-<br />

3 "Gazzetta di Modena ,, 16 luglio 1859.

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