esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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316 FORTUNATO MINNITI trimoni tra nobili e borghesi (9%) a tutto favore di quella dei matrimoni fra questi ultimi che sarebbe arrivata all'88 (tav. 10). Sembra dunque possibile intravedere nei primi anni del Novecento un doppio movimento: quello della borghesia (e dei ceti medi) orientato in senso omogamico anche in relazione all'aumento del numero dei matrimoni; e quello di una nobiltà che per così dire " serrava i ranghi ». Infatti, i futuri coniugi di origine nobiliare rappresentavano nel 1861-1866 il l3,2 per cento di coloro (uomini e donne) che erano in attesa di contrarre un matrimonio "militare '' · Erano soltanto il 9,5 nel secondo periodo ed appena il 7,5 nel terzo. Gli ufficiali nobili dal canto loro erano il 10,2 per cento di tutti quelli censiti nel primo periodo, mentre nel secondo e nel terzo la percentuale era scesa a poco più del 5. Per definire le linee del movimento di cui si è detto è opportuno partire dal fatto che tra i futuri coniugi di origine nobiliare le donne erano più degli uomini. Esse furono 137 contro 87 nel primo periodo, 131 contro 56 nel secondo e 141 contro 81 nel terzo. Ma le richieste nelle quali entrambi i coniugi risultavano nobili furono, rispettivamente, 49, 27 e 43, impegnando così appena la metà degli ufficiali nobili. Ciò significa che nel 1861-1866 i1 64,2 per cento delle giovani nobili era fidanzata ad un ufficiale borghese. Il fenomeno era più accentuato nel secondo periodo (tanto che la percentuale salì al 79,4) ed ancora nel terzo (quando la percentuale scese però a 69,5). Se ne deduce che per quasi i tre quarti delle famiglie nobili l'uniforme era una alternativa più che valida al possesso di un titolo nobiliare. Ma una giovane di estrazione borghese riusciva ad esserlo soltanto per il 50 per cento di esse. L'apertura della nobiltà alla borghesia appare dunque in ambiente militare maggiore dove la trasmissione del titolo e del patrimonio non erano in discussione, come nel matrimonio delle donne. Inoltre se la difesa della omogeneità del ceto era affidata ad appena la metà dei nobili in uniforme, l'altra metà e la maggioranza delle donne nobili - cioè, insieme considerati - la maggioranza dei nobili, davano un forte contributo (invero decrescente con gli anni) alla compattezza sociale dei ceti superiori stringendo legami di parentela con la borghesia. Certo, la scelta matrimoniale omogamica degli ufficiali nobili era un fenomeno numericamente ristretto e la ricostruzione della sua dislocazione sul territorio nazionale è resa molto imprecisa (soprattutto nel primo e nel secondo periodo) dal gran numero di richieste che non è stato possibile collocare geograficamente. Tuttavia è possibile affermare che la provincia di Torino si rivela come quella nella quale in tutti e tre i periodi furono combinati matrimoni tra nobili, e tra nobili e borghesi, in percentuale più alta di quelle di ogni altra provincia. Faceva eccezione Napoli (nel primo periodo) PROVINCE Torino . ....... Milano . ....... Firenze . ...... Napoli . ....... Cuneo . ....... Brescia ....... Cagliari . ...... Parma . ....... TOTALE . ..... Altre . ........ Altre non specificate . .... TOTALE GENERALE . ... Torino . ....... Firenze . ...... Cuneo . ....... Milano . ....... Roma . ........ Verona . ...... Perugia . ...... Padova . ...... TOTALE . ..... Altre . ........ Altre non specificate . .... TOTALE GENERALE . ... PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE 317 TAV. 10 RICHIESTE RELATIVE AI MATRIMONI tra nobili tra nobili e tra borghesi borghesi n % no % no % - 14 28, 6 9 7,1 71 10,5 5,3 5 10,3 9 71 10,5 l 2,0 8 6 , 4 36 l 2,0 7,9 3 1 l O 7,1 4 , 6 l 2,0 3 2, 4 25 3,7 l 2,0 3 2, 4 9 l ,3 o 0,0 6 4 ,8 13 1,9 18 6 1-18 66 o 0,0 6 4 ,8 19 2,8 23 46 ,9 5 4 4 2,9 275 4 0,8 8 1 6 ,3 43 34 ,1 271 4 0,1 18 36 ,8 29 23,0 129 19, l 4 9 100,0 12 6 100,0 6 75 100,0 15 3 11, l 11,3 88 10,7 2 7, 4 4 ,7 3 2,3 44 5,3 l 7 17 2,1 l 3,7 4 3,0 39 3,7 5, 4 4 ,3 35 19 l 3,7 4 l 3,7 5 3,7 2,3 3,0 l 3,7 2 1,5 lO 1,2 187 6 -1881 o 0,0 6 4 ,5 5 0, 6 lO 37,0 46 34 , 6 257 3 1,3 7 2 6 ,0 55 4 1,3 390 4 7, 4 10 37,0 32 2 4 ,1 175 21,3 27 100,0 1 33 100,0 822 100,0

318 FORTUNATO MINNITI PROVINCE Segue: TAV. 10 RICHIESTE RELATIVE AI MATRIMONI tra nobili tra nobili e borghesi tra borghesi n % no % no % Torino . ...... 9 20,9 1 3 9, 6 113 8,5 Roma . ....... 4 9,3 9 6 , 6 7 6 5,7 Milano . ...... 4 9,3 7 5, l 4 1 3,1 Palermo . ..... 3 6 ,9 7 5,1 lO 0,7 Napoli . ...... 2 4 ,7 5 3,7 6 2 4 ,7 Firenze . ...... 2 4 ,7 5 3,7 55 4 ,1 Parma . ....... 2 4 ,7 3 2,2 18 1, 4 Verona . ...... 2 4 ,7 3 2,2 17 1,3 1901-190 6 Genova ...... l 2,3 8 5,9 52 3,9 ,Vicenza . ..... l 2,3 3 2,2 1 3 0,9 Venezia . ..... l 2,3 3 2,2 20 l ,5 Piacenza . ..... o 0,0 5 3,7 17 1,3 TOTALE . ..... 3 1 72,1 71 52,2 4 9 4 37,3 Altre . ........ 8 18, 6 52 38,2 703 53,0 Altre non specificate . .... 4 9,3 13 9, 6 128 9,7 TOTALE GENERALE . ... 43 100,0 1 36 100,0 1 325 100,0 dove fu combinato il maggior numero di matrimoni « misti ». Subito dopo Torino, Firenze (nel primo periodo) e Roma (nel terzo) occupavano una posizione di assoluta preminenza per i matrimoni tra nobili. E veniamo al problema del ceto medio che si pone a partire dal 1897, da quando cioè fu possibile agli ufficiali superiori ed ai capitani anziani contrarre matrimonio senza problemi di dote. E fu concesso ai capitani giovani (fino al 1908) ed ai subalterni anziani di sposare donne con reddite anche di parecchio inferiori alle mille lire le quali, capitalizzate al tasso imposto, rappresentavano capitali inferiori alle 20.000 lire convenzionalmente considerate come caratteristiche di una condizione patrimoniale borghese. Ora noi sappiamo che nel 1901-1906 le rendite inferiori a mille lire furono 369 PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE 319 vale a dire i1 24,5 per cento di tutte quelle censite. Questo valore non è altro che un semplice ordine di grandezza che indica la possibilità per le giovani del ceto medio di entrare a far parte della « famiglia " militare la quale peraltro annoverava allora sicuramente, già una moglie su cinque (cioè quelle accettate in massa nel l895 con la sanatoria di quell'anno) proveniente da quel ceto. Se vogliamo indicare alcune delle aree geografiche dove il fenomeno dell'incontro tra ufficiali e ceto medio-poteva avere luogo in misura maggiore che in altre, basta mettere a confronto i valori percentuali relativi alle rendite più basse ed a tutte le rendite ascritte alla stessa provincia. Noteremo così che con l'esclusione di Torino, di Cuneo, di Firenze e di Bari sia a Napoli che, in ordine decrescente, a Genova, Bologna, Caserta, Roma e Novara il valore attribuibile all'incidenza della rendite più basse sul loro complesso è maggiore di quello di tutte le rendite sul loro totale. A Milano i due valori quasi si equivalgono; ed equivalenza perfetta vi è ad Alessandria. Il divario appare sensibile in particolare a Napoli e si spiega quando si rileva come fra tutte le rendite della provincia napoletana ben il 39, l per cento fosse inferiore alle mille lire, così come lo era il 32,8 di quelle attribuite alla provincia genovese. In particolare si classificano al di sopra della media nazionale Caserta (col 41 ,6), Bologna (col 40) e poi Novara (30), Roma (28) e Milano (26,9). 6. Il metodo con il quale ho cercato di fare il punto sull'orientamento geografico delle scelte matrimoniali degli ufficiali, consente di osservare un quadro dinamico una volta riconosciuta nella posizione di costante predominio occupata dalla provincia di Torino l'area nella quale più tenace e più viva è la continuità col passato risorgimentale. Sotto la superficie di una sostanziale uniformità della dislocazione delle scelte si indovina infatti la forte tensione indotta dalle interazioni di movimenti attribuibili a elementi caratterizzanti come l'arma di appartenenza (ma la prevalenza della fanteria ne riduce alquanto gli effetti), il grado rivestito (che rivela una notevole vivacità), e l'origine nobiliare o borghese. Tale quadro doveva essere il più possibile ampio per servire da riferimento spaziale e cronologico ad una serie di studi sul tema del matrimonio degli ufficiali che ne affrontino la complessità sotto il profilo economico e sociale. Tali studi potranno ora essere svolti concentrando l'attenzione su un numero ridotto di aree (province o anche i soli capoluoghi) di grande rappresentatività come quelli che questo lavoro di « ricognizione >> ha individuato.

316 FORTUNATO MINNITI<br />

trimoni tra nobili e borghesi (9%) a tutto favore di quella dei matrimoni fra<br />

questi ultimi che sarebbe arrivata all'88 (tav. 10).<br />

Sembra dunque possibile intravedere nei primi <strong>anni</strong> del Novecento un<br />

doppio movimento: quello della borghesia (e dei ceti medi) orientato in senso<br />

omogamico anche in relazione all'aumento del numero dei matrimoni; e quello<br />

di una nobiltà che per così dire " serrava i ranghi ».<br />

Infatti, i futuri coniugi di origine nobiliare rappresentavano nel<br />

1861-1866 il l3,2 per cento di coloro (uomini e donne) che erano in attesa<br />

di contrarre un matrimonio "militare '' · Erano soltanto il 9,5 nel secondo<br />

periodo ed appena il 7,5 nel terzo. Gli ufficiali nobili dal canto loro erano<br />

il 10,2 per cento di tutti quelli censiti nel primo periodo, mentre nel secondo<br />

e nel terzo la percentuale era scesa a poco più del 5. Per definire le linee<br />

del movimento di cui si è detto è opportuno partire dal fatto che tra i futuri<br />

coniugi di origine nobiliare le donne erano più degli uomini. Esse furono<br />

137 contro 87 nel primo periodo, 131 contro 56 nel secondo e 141 contro<br />

81 nel terzo. Ma le richieste nelle quali entrambi i coniugi risultavano nobili<br />

furono, rispettivamente, 49, 27 e 43, impegnando così appena la metà degli<br />

ufficiali nobili. Ciò significa che nel 1861-1866 i1 64,2 per cento delle giovani<br />

nobili era fidanzata ad un ufficiale borghese. Il fenomeno era più accentuato<br />

nel secondo periodo (tanto che la percentuale salì al 79,4) ed ancora<br />

nel terzo (quando la percentuale scese però a 69,5). Se ne deduce che per<br />

quasi i tre quarti delle famiglie nobili l'uniforme era una alternativa più che<br />

valida al possesso di un titolo nobiliare. Ma una giovane di estrazione borghese<br />

riusciva ad esserlo soltanto per il 50 per cento di esse. L'apertura della<br />

nobiltà alla borghesia appare dunque in ambiente militare maggiore dove<br />

la trasmissione del titolo e del patrimonio non erano in discussione, come<br />

nel matrimonio delle donne. Inoltre se la difesa della omogeneità del ceto<br />

era affidata ad appena la metà dei nobili in uniforme, l'altra metà e la maggioranza<br />

delle donne nobili - cioè, insieme considerati - la maggioranza<br />

dei nobili, davano un forte contributo (invero decrescente con gli <strong>anni</strong>) alla<br />

compattezza sociale dei ceti superiori stringendo legami di parentela con la<br />

borghesia.<br />

Certo, la scelta matrimoniale omogamica degli ufficiali nobili era un fenomeno<br />

numericamente ristretto e la ricostruzione della sua dislocazione<br />

sul territorio nazionale è resa molto imprecisa (soprattutto nel primo e nel<br />

secondo periodo) dal gran numero di richieste che non è stato possibile collocare<br />

geograficamente. Tuttavia è possibile affermare che la provincia di<br />

Torino si rivela come quella nella quale in tutti e tre i periodi furono combinati<br />

matrimoni tra nobili, e tra nobili e borghesi, in percentuale più alta di<br />

quelle di ogni altra provincia. Faceva eccezione Napoli (nel primo periodo)<br />

PROVINCE<br />

Torino . .......<br />

Milano . .......<br />

Firenze . ......<br />

Napoli . .......<br />

Cuneo . .......<br />

Brescia .......<br />

C<strong>agli</strong>ari . ......<br />

Parma . .......<br />

TOTALE . .....<br />

Altre . ........<br />

Altre non<br />

specificate . ....<br />

TOTALE<br />

GENERALE . ...<br />

Torino . .......<br />

Firenze . ......<br />

Cuneo . .......<br />

Milano . .......<br />

Roma . ........<br />

Verona . ......<br />

Perugia . ......<br />

Padova . ......<br />

TOTALE . .....<br />

Altre . ........<br />

Altre non<br />

specificate . ....<br />

TOTALE<br />

GENERALE . ...<br />

PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE 317<br />

TAV. 10<br />

RICHIESTE RELATIVE AI MATRIMONI<br />

tra nobili tra nobili e tra borghesi<br />

borghesi<br />

n % no % no %<br />

-<br />

14 28, 6 9 7,1 71 10,5<br />

5,3<br />

5 10,3 9 71 10,5<br />

l 2,0 8 6 , 4 36<br />

l 2,0 7,9 3 1 l O<br />

7,1<br />

4 , 6<br />

l 2,0 3 2, 4 25 3,7<br />

l 2,0 3 2, 4 9 l ,3<br />

o 0,0 6 4 ,8 13 1,9 18 6 1-18 66<br />

o 0,0 6 4 ,8 19 2,8<br />

23 46 ,9 5 4 4 2,9 275 4 0,8<br />

8 1 6 ,3 43 34 ,1 271 4 0,1<br />

18 36 ,8 29 23,0 129 19, l<br />

4 9 100,0 12 6 100,0 6 75 100,0<br />

15 3 11, l 11,3 88 10,7<br />

2 7, 4 4 ,7<br />

3 2,3<br />

44<br />

5,3 l 7 17 2,1<br />

l<br />

3,7<br />

4 3,0<br />

39<br />

3,7 5, 4<br />

4 ,3<br />

35<br />

19<br />

l 3,7 4<br />

l 3,7 5 3,7 2,3<br />

3,0<br />

l 3,7 2 1,5 lO 1,2 187 6 -1881<br />

o 0,0 6 4 ,5 5 0, 6<br />

lO 37,0 46 34 , 6 257 3 1,3<br />

7 2 6 ,0 55 4 1,3 390 4 7, 4<br />

10 37,0 32 2 4 ,1 175 21,3<br />

27 100,0 1 33 100,0 822 100,0

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