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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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312 FORTUNATO MINNITI<br />

4. La maggioranza degli ufficiali che presentò richiesta di verifica in questi<br />

<strong>anni</strong> rivestiva uno dei tre gradi degli ufficiali inferiori. Quelli superiori<br />

(e generali nel primo periodo) rappresentavano il 19,3 per cento del totale<br />

nel l861-1866, sceso all' l1,4 nel 1876-1881. Il numero degli ufficiali inferiori<br />

andò aumentando. Esso salì del 27,1 per cento tra primo e secondo<br />

periodo e del 72,9 tra secondo e terzo. Questo aumento è da attribuire esclusivamente<br />

<strong>agli</strong> ufficiali con il grado di tenente il cui numero salì del 56,6<br />

per cento tra 1861-1866 e 1876-1881. E del 179,2 per cento tra il secondo<br />

e l'ultimo periodo. Soltanto nel primo il maggior numero di richieste fu dunque<br />

presentato dai capitani. La soglia gerarchica della scelta matrimoniale<br />

scese così di un grado, segno che era divenuta giuridicamente, economicamente<br />

e socialmente più «accessibile "· (Si veda la tav. 7).<br />

TAV. 7<br />

DISTRIBUZIONE DELLE RICHIESTE DI VERIFICA. GRADI<br />

GRADI<br />

18 6 1-18 66 187 6 -1881 1901-190 6<br />

no % no % no %<br />

Capitano . .......... 3 11 36 , 6 383 3 9,0 288 19, l<br />

Tenente . ........... 250 29, 4 39 4 4 0,1 1100 73,1<br />

Sottotenente . ....... 125 1 4 93 ,7 11 9,5 6 7,7<br />

Ufficiali superiori* . .. 164 19,3 112 11, 4 - -<br />

TOTALE . .......... 850 100,0 982 100,0 1504 100,0<br />

* Nel 1861-1866 sono compresi i generali.<br />

4.1. Paragoniamo adesso la dislocazione delle scelte dei capitani per il<br />

primo periodo e dei tenenti per gli altri due a quella attribuibile all'insieme<br />

degli ufficiali che erano soggetti all'obbligo della rendita. Nel 1861-1866 la<br />

dislocazione coincide per la provincia di Torino - come sempre al primo<br />

posto - ma fa registrare uno scambio reciproco dal secondo al terzo posto<br />

tra Genova e Firenze ed uno, sempre reciproco, tra Napoli e Alessandria dal<br />

quarto al quinto. Nel secondo periodo le differenze stanno in uno scambio<br />

simile dal secondo al terzo posto tra Milano e Firenze, nell'ascesa di Roma<br />

dal quarto al secondo e nella discesa di Genova dal sesto al settimo. La scel-<br />

PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE 313<br />

ta matrimoniale dei capitani si concentrava in misura maggiore di quelle del<br />

complesso degli ufficiali nel 1861-1866 a Firenze; nel l876-1881 a Milano;<br />

nel 1901-1906 a Napoli, Genova e Milano. Quella dei tenenti privilegiava<br />

nel primo periodo Napoli, e nel terzo Roma.<br />

Molto diversa la dislocazione delle scelte matrimoniali dei sottotenenti,<br />

che va ricordata perché, al contrario degli altri due gradi, e fatto salvo un<br />

forte concentramento nella provincia di Torino nel periodo, sembra preferire<br />

non quelle delle grandi <strong>città</strong> ma le province minori.<br />

L'incidenza delle scelte dei capitani nel primo periodo e dei tenenti<br />

negli altri due appare maggiore a Firenze, Alessandria, Genova (tra il 48,9<br />

ed il 41 per cento); minore a Napoli, Torino e Milano (tra il 31 ed il 28,7<br />

per cento) per i primi (tav. 8). I tenenti invece mostrano maggior peso relativo<br />

a Roma, Firenze (tra il 45 ed 41 per cento) minore a Genova, Torino,<br />

Napoli e a Milano (dal 39,3 al 32,6 per cento) nel secondo periodo; a Firenze,<br />

Alessandria, Roma (dal 77 al 73 per cento) e poi a Genova, Milano, Torino<br />

e Napoli (dal 67,3 al 65,2) nel terzo periodo (tav. 9). Firenze, Genova<br />

e Roma appaiono dunque le province nelle quali le scelte matrimoniali relative<br />

ad ufficiali di questi gradi presentavano un costante significativo addensamento.<br />

A livello regionale il confronto fra dislocazione delle scelte dei capitani<br />

e quella di tutti gli ufficiali conferma la prevalenza piemontese e lombarda<br />

per il primo periodo. Nel secondo e terzo la dislocazione delle scelte dei<br />

tenenti non può non corrispondere a quella degli ufficiali inferiori insieme<br />

considerati dal momento che rappresentano la grande maggioranza di questi.<br />

5. Per definire l'ampiezza e le caratteristiche dei ceti di riferimento, vale<br />

a dire di quei ceti soltanto entro i quali la scelta matrimoniale dell'ufficiale<br />

poteva essere compiuta, va osservato il comportamento dei ceti superiori,<br />

gli unici con situazioni patrimoniali tali da consentire la costituzione della<br />

dote nella misura prevista dalla legge. Questo sarà possibile studiando la<br />

" partecipazione " della componente nobiliare di quei ceti; i tempi e i modi<br />

del sopraggiungere di un'altra componente della società, i ceti medi; il ruolo<br />

svolto dalla borghesia (componente residuale), completerà il quadro.<br />

Cominciamo dalla nobiltà. Le richieste di verifica consentono di calcolare<br />

che appena il 5, 7 per cento dei progettati matrimoni degli <strong>anni</strong> 1861-1866<br />

sarebbe stato contratto fra nobili; il l4,8 sarebbe stato « misto ", il 79,4 avrebbe<br />

avuto carattere esclusivamente borghese, percentuale destinata a salire<br />

all'83,7 per cento nel l876-1881, mentre le altre sarebbero scese, nell'ordine,<br />

al 2,7 (tra nobili) e al 13,5 (misti). Nel 1901-1906 mentre la percentuale<br />

dei matrimoni tra nobili sarebbe rimasta stabile, sarebbe calata quella dei ma-

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