esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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300 FORTUNATO MINNITI nosciuta, con la capacità dì aver trovato soltanto la prima, la possibilità dì non doverlo più nascondere. I primi erano quasi sicuramente di condizione agiata, i secondi certamente poveri. Mentre una parte degli ufficiali decideva dì affrontare il defatigante iter burocratico che la richiesta di assenso reale e di verifica della rendita comportava, altri, con grande coraggio, imboccavano la strada del matrimonio clandestino, delle difficoltà economiche, dì una condizione di vita e professionale precaria. Condizione che al momento della sanatorìa del 1895 era propria di un ufficiale ogni quattro ammogliati legalmente. Ai fini del presente lavoro ciò significa che una parte non quantificabile delle scelte matrimoniali del primo e del secondo periodo sfugge ad ogni rilevamento (ciò non accade, direi, per il terzo periodo che fa riferimento alla " liberale " legge del l896). E inoltre che l'orientamento geografico della scelta matrimoniale è anche una risultante del controllo - più indiretto, che diretto - esercitato dalle gerarchie (in prima istanza a lìvello reggimentale e dei comandi di corpo). 1.2 Preso atto di questi limiti, prima dì passare alla descrizione - ed alle interpretazioni possibili - della dislocazione delle scelte matrimoniali è opportuno premettere alcuni dati sul numero degli ufficiali. Dobbiamo partire da una stima, a mio avviso molto vicina al reale, e ritenere pari a 2.000 unità gli ufficiali coniugati all'indomani della costituzione dell'Esercito. Del resto assommavano a 3.016 nel l886 e di questi circa 300 erano tra coloro che avevano ottenuto l'indulto del 1871. L'unica fonte a stampa consultabile a questo proposito (la relazione sulla leva che pubblicò i dati appunto dal 1886 al 1901) attesta che in tre anni gli ammogliati divennero 3.612 con un indubbio forte aumento del tasso di crescita. Nel 1892 erano divenuti 3.936 ed in attesa di nuove disposizioni legislative, crebbero dì poco nel biennio seguente, superando le 4.000 unità soltanto nel 1895. A questo nucleo, tutto sommato ancora ristretto, si aggiunse la falange di coloro che approfittarono della sanatoria dell'agosto di quell'anno, cosicché dodici mesi dopo si potevano contare 1.217 ammogliati in più. Nei quattro anni seguenti poi, sì manifestarono gli effetti della nuova legge poiché il numero degli ammogliati salì costantemente, portandosi a 6.415 nel 1901. Che in quindici anni si fosse giunti al raddoppio del numero degli ufficiali coniugati, passando dal 20 per cento di tutti quelli in servizio (aspettativa e disponibilità comprese) al 47, può e deve essere spiegato sia con la sanatoria del 1895 che con l'abbassamento del valore della rendita. Ma soprattutto, a mio modo di vedere, con un piuttosto repentino, poi progressivo e comunque inarrestabile abbandono delle ragioni del celibato militare. Quel- " PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE 301 lo imposto dalla tradizione ereditata dagli eserciti della Restaurazione; dalle opportunità militari (mobilità dei reparti) ed economiche (pensioni) tenute in considerazione dai governi; dalla tirannia del " servizio »; dallo stile di vita dell'ufficiale; in una parola dagli obblighi ma anche dalla libera scelta degli ufficiali. È evidente che l'incremento dei matrimoni in osservanza delle disposizioni di legge tra il 1886 e 1889 che ha t
302 FORTUNATO MINNITI a 13 5. Soltanto la provincia di Milano col l O per cento si manteneva quasi allo stesso livello di quella di Torino. Tutte le altre - nell'ordine: Genova, Firenze, Napoli, Alessandria - presentavano valori pari alla metà di quelli delle prime due. Nel 1876-1881 si verificarono alcuni mutamenti. La provincia di Torino e quella di Firenze restarono più o meno allo stesso livello del periodo precedente, col 10,8 la prima, col 4,5 1'altra. Milano invece dimezzò in assoluto ed in proporzione i suoi valori e lo stesso accadde a Genova. Da registrare anche la buona posizione - la quarta, al pari di Firenze - della estesissima provincia romana. Non stupisce perciò che nel terzo periodo si presentasse come ormai consolidata nelle prime due posizioni la coppia Torino-Roma (9 e 5,9 per cento) al posto di quella Torino-Milano. Tanto più che Milano era ormai superata dalle province di Napoli, Genova e Firenze nonché di Alessandria. Per ogni altro particolare si veda la tavola l. In presenza di un aumento in termini assoluti del numero di richieste e di una riduzione delle percentuali attribuibili alle province a più alta frequenza (facevano eccezione Roma per il secondo e terzo periodo e Bari e Bologna per il terzo che erano in crescita; Firenze e Napoli ferme agli stessi livelli in termini relativi) è chiaro che la scelta matrimoniale, a partire almeno dalla seconda metà degli anni Settanta, tende ad allargare l'ambito territoriale nel quale era ristretta subito dopo la formazione del corpo ufficiali. Il macroscopico « esodo '' dalla provincia di Milano ne fornisce la conferma migliore ma la salda tenuta di quella di Torino sembra contraddire questa tendenza. In che direzione dunque avveniva il movimento e secondo quali linee ? 2.2. Cominciamo a scoprirlo prendendo atto che la seconda caratteristica della scelta matrimoniale - una caratteristica opposta ma complementare alla concentrazione - era la dispersione di una parte notevole di richieste nelle province a più bassa frequenza, nelle quali cioè non viene raggiunta la soglia del 2 per cento del totale del periodo considerato. Non ho ancora detto infatti, che se nel primo periodo in 13 province si concentrava il 60 per cento delle richieste, nel 1876-1881 in 9 province se ne raggruppava il 38,2. Stessa prevalenza della dispersione (anche se meno accentuata) si rilevava nel 1901-1906: in l O province si collocava il 44, l per cento delle richieste. Una misura più precisa del grado di dispersione e di concentrazione si ha però calcolando il numero medio di richieste per ognuno dei due gruppi di province, quello a più bassa e quello a più alta frequenza, escludendo dal PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE TAV. l DISTRIBUZIONE DELLE RICHIESTE DI VERIFICA. PROVINCE PROVINCE 18 6 1-18 66 187 6 -1881 1901-190 6 n o % G n o % G no % Torino . ........ 9 4 11' l 1 0 10 6 10,8 1 0 135 9,0 Milano . ........ 85 10,0 2 0 4 9 5,0 2 0 52 3 , 4 Genova ........ 46 5, 4 30 28 2,9 6 0 6 1 4 ,1 Firenze . ........ 4 5 5,3 40 44 4 ,5 30 6 1 4 ,1 Napoli ......... 4 2 4 ,9 50 38 3,9 50 6 9 4 , 6 Alessandria . ..... 34 4 ,0 6 0 (19) (1,9) 58 3,8 Cuneo ......... 29 3, 4 70 25 2,5 - 70 4 2 2,8 Parma . ......... 2 6 3, l s o (17) (l , 7) (23) (l ,5) Livorno ........ 23 2,7 9 0 (9) (0,8) (15) (1,0) Pavia .......... 22 2, 6 1 Q o (19) (l ,9) (22) (l , 4) Novara . ........ 22 2, 6 11 0 (18) (1,8) 30 2,0 Cremona . ...... 22 2, 6 12° (6) (0, 6) (1 6) (1,1) Cagliari . ........ 20 2,3 1 3 o (12) (l ,2) (8) (0,9) Brescia . ........ (13) (1,5) 20 2,0 s o (17) (1,1) Verona . ........ - - 25 2,5 70 (22) (1,5) Roma .......... - - 4 0 4 ,1 40 89 5,9 Bari ........... (3) (0,3) (3) (0,3) 36 2, 4 Bologna ........ (1 6) (l ,8) (17) (l ' 7) 30 2,0 TOTALE * . ..... 5 10 6 0,0 3 75 38,2 663 44 ,1 Altre . .......... 211 2 4 ,8 390 39,7 6 9 6 46 ,3 Altre non specificate . ..... 129 15,2 217 22,1 1 4 5 9, 6 TOTALE GENERALE ..... 850 100,0 982 100,0 150 4 100,0 * Esclusi i valori fra parentesi, inseriti per memoria. 303 G 1 0 6 0 40 40 30 50 70 s o 2 0 s o
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nosciuta, con la capacità dì aver trovato soltanto la prima, la possibilità dì<br />
non doverlo più nascondere. I primi erano quasi sicuramente di condizione<br />
agiata, i secondi certamente poveri. Mentre una parte degli ufficiali decideva<br />
dì affrontare il defatigante iter burocratico che la richiesta di assenso reale<br />
e di verifica della rendita comportava, altri, con grande coraggio, imboccavano<br />
la strada del matrimonio clandestino, delle difficoltà economiche,<br />
dì una condizione di vita e professionale precaria. Condizione che al momento<br />
della sanatorìa del 1895 era propria di un ufficiale ogni quattro ammogliati<br />
legalmente. Ai fini del presente lavoro ciò significa che una parte<br />
non quantificabile delle scelte matrimoniali del primo e del secondo periodo<br />
sfugge ad ogni rilevamento (ciò non accade, direi, per il terzo periodo<br />
che fa riferimento alla " liberale " legge del l896). E inoltre che l'orientamento<br />
geografico della scelta matrimoniale è anche una risultante del controllo -<br />
più indiretto, che diretto - esercitato dalle gerarchie (in prima istanza a lìvello<br />
reggimentale e dei comandi di corpo).<br />
1.2 Preso atto di questi limiti, prima dì passare alla descrizione - ed<br />
alle interpretazioni possibili - della dislocazione delle scelte matrimoniali<br />
è opportuno premettere alcuni dati sul numero degli ufficiali.<br />
Dobbiamo partire da una stima, a mio avviso molto vicina al reale, e<br />
ritenere pari a 2.000 unità gli ufficiali coniugati all'indomani della costituzione<br />
dell'Esercito. Del resto assommavano a 3.016 nel l886 e di questi circa<br />
300 erano tra coloro che avevano ottenuto l'indulto del 1871. L'unica<br />
fonte a stampa consultabile a questo proposito (la relazione sulla leva che<br />
pubblicò i dati appunto dal 1886 al 1901) attesta che in tre <strong>anni</strong> gli ammogliati<br />
divennero 3.612 con un indubbio forte aumento del tasso di crescita.<br />
Nel 1892 erano divenuti 3.936 ed in attesa di nuove disposizioni legislative,<br />
crebbero dì poco nel biennio seguente, superando le 4.000 unità soltanto<br />
nel 1895. A questo nucleo, tutto sommato ancora ristretto, si aggiunse la<br />
falange di coloro che approfittarono della sanatoria dell'agosto di quell'anno,<br />
cosicché dodici mesi dopo si potevano contare 1.217 ammogliati in più.<br />
Nei quattro <strong>anni</strong> seguenti poi, sì manifestarono gli effetti della nuova legge<br />
poiché il numero degli ammogliati salì costantemente, portandosi a 6.415<br />
nel 1901.<br />
Che in quindici <strong>anni</strong> si fosse giunti al raddoppio del numero degli ufficiali<br />
coniugati, passando dal 20 per cento di tutti quelli in servizio (aspettativa<br />
e disponibilità comprese) al 47, può e deve essere spiegato sia con la sanatoria<br />
del 1895 che con l'abbassamento del valore della rendita. Ma soprattutto,<br />
a mio modo di vedere, con un piuttosto repentino, poi progressivo<br />
e comunque inarrestabile abbandono delle ragioni del celibato militare. Quel-<br />
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PRIMI ORIENTAMENTI SULLA DISLOCAZIONE 301<br />
lo imposto dalla tradizione ereditata d<strong>agli</strong> eserciti della Restaurazione; dalle<br />
opportunità militari (mobilità dei reparti) ed economiche (pensioni) tenute<br />
in considerazione dai governi; dalla tir<strong>anni</strong>a del " servizio »; dallo stile di vita<br />
dell'ufficiale; in una parola d<strong>agli</strong> obblighi ma anche dalla libera scelta degli<br />
ufficiali.<br />
È evidente che l'incremento dei matrimoni in osservanza delle disposizioni<br />
di legge tra il 1886 e 1889 che ha t