esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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256 JANINE MENET - GENTY<br />
Gli autori italiani vogliono partecipare alla grande impresa di affermazione<br />
della nuova Italia scrivendo con impegno, e lottano contro la preminenza<br />
di opere straniere. Sebbene sia impossibile annoverare l'intera produzione<br />
nazionale di quegli <strong>anni</strong>, risulta che ogni anno, in media, 120 opere<br />
originali erano effettivamente rappresentate 2•<br />
Non ci sono, prima di Pirandello, autori che abbiano raggiunto una fama<br />
durevole, ma si possono ricordare, tra altri, i nomi di Giuseppe Adami,<br />
Camillo e Gi<strong>anni</strong>no Antona Traversi, Vittorio Bersezio, Carlo Bertolazzi, Roberto<br />
Bracco, Enrico Annibale Butti, Teobaldo Ciconi, Giuseppe Costetti,<br />
Leo Di Castelnovo, Paolo Ferrari, Paolo Giacometti, Giuseppe Giacosa, Sabatino<br />
Lopez, Leopoldo Marenco, Vincenzo Morello, Marco Praga, Gerolamo<br />
Rovetta, Itala Svevo, Achille Torelli, Giov<strong>anni</strong> Verga, Annie Vivanti, che<br />
tutti hanno conosciuto un successo incontrastato.<br />
Parecchi hanno partecipato alle guerre dell'Unità. Leopoldo Pullè fu un<br />
ardente patriota. Oriundo veronese, partecipò giovanissimo alle batt<strong>agli</strong>e di<br />
Venezia e di Marghera prima di partire per un esilio volontario nel Piemonte<br />
e combattere come ufficiale di cavalleria alle guerre d'indipendenza nel l848.<br />
Vittorio Bersezio aveva combattuto nel 1848 e 1849. Arruolato nella Brigata<br />
delle Guardie, era a Staffalo il giorno prima di Custoza, poi a Novara<br />
il 23 marzo 1849.<br />
Teobaldo Ciconi ha collaborato a giornali patriottici nel 1848 e come<br />
ufficiale di Stato Maggiore a Venezia fu incaricato di formare il corpo dei<br />
volontari della Legione friulana.<br />
Achille Torelli, solo diciannovenne, si era portato volontario per la guerra<br />
del l866. Con un gruppo di giovani che appartenevano per lo più all'aristocrazia<br />
fu arruolato nel Reggimento delle Guide, sotto il comando del marchese<br />
Giacomo Filippo Spinola. Ottenne i galloni d'ufficiale a Custoza dove<br />
fu ferito. Proprio durante la sua convalescenza scrisse la commedia che lo<br />
rese famoso: I mariti.<br />
Paolo Ferrari aveva una conoscenza diretta degli ambienti militari. Suo<br />
padre, dopo esser stato soldato di Napoleone, aveva comandato l'<strong>esercito</strong><br />
del duca di Modena. Paolo aveva avuto un'intensa attività patriottica: durante<br />
le guerre d'indipendenza partecipò a varie cospirazioni e scrisse satire<br />
politiche. Nel 1848 prese parte ai moti rivoluzionari di Modena e lasciò la<br />
<strong>città</strong> al ritorno di Francesco IV. Si rifiutò poi di chiedere un impiego nel-<br />
2 Nel 1882 sono state rappresentate 144 novità italiane; l'Almanacco del teatro italiano<br />
dà per il 1904 l'elenco preciso (col nome dell'autore, la <strong>città</strong> dove è avvenuta la<br />
" prima "• la data e il nome della compagnia) di 114 titoli. Il catalogo della " Biblioteca<br />
teatrale " dei Fratelli Treves, editori a Milano e l'archivio della Società degli autori confermano<br />
l'abbondanza della produzione originale italiana.<br />
L'IMMAGINE DELL'UFFICIALE NEL TEATRO BORGHESE 257<br />
l'amministrazione per non dover prestare giuramento al duca. Le sue prime<br />
commedie furono rappresentate a Torino dove vennero riconosciute le sue<br />
qualità di patriota e di autore: la Corte e il governo erano presenti alla " prima<br />
» di La satira e Parini al Teatro Alfieri nella stagione di Carnevale del<br />
1856 e il Cavour in persona lo congratulò. Paolo Ferrari, durante la seconda<br />
guerra d'indipendepza, parecchie volte fece da tramite tra i modenesi e Cavour<br />
per chiedere l'annessione di Modena al Regno. Si dice pure che la creazione<br />
del personaggio di Boisàpre in Prosa (nel 1860) fosse fatta su richiesta<br />
del Cavour che intendeva migliorare le relazioni tra la Francia e il Piemonte:<br />
all'opposto delle figure di francesi tradizionalmente ridicole, Boisàpre è un<br />
personaggio piuttosto simpatico. La creazione teatrale sarebbe uno dei molteplici<br />
mezzi della diplomazia ...<br />
Molti autori, quindi, avevano un'esperienza diretta dei movimenti patriottici<br />
e dell'<strong>esercito</strong>. Altri scrittori si impegnarono in vari modi per la causa<br />
dell'unità e dell'indipendenza poi misero la loro arte al servizio della nazione,<br />
dando nelle loro opere esempi destinati ad educare il pubblico all'amore<br />
della patria e ai valori morali.<br />
In questo materiale pletorico, bisogna però sottolineare fin da principio<br />
che poche opere mettono in scena degli ufficiali. La maggior parte hanno<br />
come protagonisti dei borghesi. Se alcune commedie dei primi <strong>anni</strong> dopo<br />
l'Unità danno un posto importante ai nobili, presto i liberi professionisti<br />
prendono il sopravvento. Gli avvocati, i medici, i farmacisti, i deputati, i banchieri,<br />
gli operatori di Borsa e i cambisti sono le categorie meglio rappresentate.<br />
È ovvio che il numero degli avvocati e dei cambisti specialmente supera<br />
di molto la loro rappresentatività nella società. Sono di rado mostrati nella<br />
loro attività professionale ma vengono considerati d<strong>agli</strong> autori come il modello<br />
del successo della borghesia. L'ascesa di questo ceto sociale di formazione<br />
recente in Italia sembra affascinare gli autori nonché il pubblico. È facile<br />
inoltre dimostrare che di questo fanno parte la grande maggioranza degli<br />
spettatori che si compiacciono di vedersi rappresentati in scena a teatro.<br />
Un numero relativamente poco importante di ufficiali dunque, ma inoltre<br />
pochissimi sono messi in scena in divisa. Questo fatto costituisce un primo<br />
problema da chiarire.<br />
Mentre gli autori di operette - Offenbach ne è l'esempio perfetto <br />
scelgono come personaggi degli aristocratici e specialmente degli ufficiali<br />
con sm<strong>agli</strong>anti divise, il teatro di prosa italiano rifugge dalle grandi uniformi.<br />
E questo sia perché la tradizione era costituita dalla visione degli ufficiali<br />
austro-ungheresi sia perché, nonostante l'importanza militare del Piemonte,<br />
la nuova nazione italiana non considera l'<strong>esercito</strong> come una componente<br />
essenziale della sua società.