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244 FILIPPO MAZZONIS Adua al '98, dal Militarismo di Ferrero al « caso Ranzi ») , hanno subito un duro colpo, facendo sì che, più di prima, l'influenza del modo di vivere e di agire nella società esterna si avverta nell'ambiente militare 42; in un contesto sociale che, malgrado i ritardi e il permanere di sostanziali stratificazioni e chiusure, presenta sintomi di rinnovamento e dà prova di una certa mobilità e di interazione fra i vari strati, la partecipazione dell'ufficiale alla vita di società si va consolidando e diversificando. Alle esigenze che da tutto ciò derivano si propone di rispondere il volumetto Il vero gentiluomo moderno; sia chiaro, il messaggio di fondo è sempre lo stesso: la società è naturalmente ordinata secondo gerarchie di valori che è bene conoscere e rispettare 43; ogni affettazione, contrastando quest'ordine, va pertanto bandita 44• L'intento finale è quello di offrire, a tutti, gli strumenti per godere " della vita elegante e intelligente del bon ton borghese " · Si tratta certamente di un obbiettivo non facile; anzi decisamente difficile, ma non impossibile 45• n quadro degli usi e delle consuetudini è completo, puntuale e particolareggiato quanto basta 46; comprende tutte le situazioni e le occasioni sociali, suggerendo di volta in volta gli atteggiamenti opportuni e più adatti alla condizione militare, non esitando, se è il caso, a proporre soluzioni di buon senso 47• La questione, lo ripeto, riguarda tutti: dall'ufficiale più sprovveduto che, per ingenuità o snobismo (nel 42 Cfr. Torino '07, pp. 134 e ss., Torino '14, passim. 43 La conclusione nel merito delle differenze sociali in Torino '07 è che " restare al proprio posto è la migliore delle dignità , (p. 56). Cfr. anche nella galleria dei lO tipi di modelli negativi di ufficiali in Torino '14 il " l o tipo - lo scontento ,, p. 60. 44 L'affettazione intesa come simulazione e menzogna è duramente condannata in Torino '07, p. 58. L'affettazione intesa come ricerca di originalità e ricercatezza, ossia la vexata quaestio dell'uniforme regolamentare, è ampiamente trattata in Torino '14 pp. 20-22. 45 " Lo star bene in società è cosa quanto mai difficile; tuttavia frequentando molto le persone distinte, e conoscendo a perfezione le buone maniere, si riesce a far una buonissima figura e ad essere perciò ben ricevuti , (Torino '07, p. 45). In Torino '14 si raccomanda soprattutto di "scegliersi un tipo di perfetto gentiluomo da imitare , (p. 105). 46 Iviglia si ispirò al galateo di Maria Torriani, la moglie di Eugenio Torelli-Viollier (MARCHESA CoLOMBI, Gente per bene, Napoli, Ricordi, 1885), che fu a lungo " il più venduto e il più seguito , (cfr. G. TURNATURI, art. cit., p. 216). 47 Esemplare sotto questo aspetto il cap. sui viaggi in treno, per i quali si consiglia sempre l'abito borghese; cfr. Torino '07, pp. 91 e ss. Non mancano neppure alcune " perle »; ne segnalo due che mi paiono particolarmente rivelatrici e felici. l) In occasione delle " visite di capodanno »: " ad un superiore [ ... ] non si fanno voti di felicità, benessere. ecc., poiché il suo stato eminente ci fa credere ch'egli sia in condizioni migliori delle nostre "· (ivi, pp. 37-8). 2) Tra i " casi speciali »: «Dovendo abbandonare una relazione con delle persone che si sono conosciute intimamente ci si guarderà assolutamente dal provocare una rottura aperta. Si diraderanno le visite, e le relazioni si raffredderanno insensibilmente, senza alcuna ostilità da entrambe le parti , (ivi, p. 47). Inutile dire che sull'argomento l'autore non tornerà più: a un vero gentiluomo bastano poche parole. USI DELLA BUONA SOCIETÀ E QUESTIONI D'ONORE 245 senso che Tackeray diede al termine), corre il rischio di passare per « pro­ vinciale , 48, all'ufficiale " di magnanimi lombi " portato a trattare con distacco se non con disprezzo chi non considera suo " pari ", sia tra i colleghi e sia in società 49• Ma c'è un altro e forse più importante elemento di diffe­ renziazione: il gentiluomo di poca dottrina ma di spirito che Modena '81 proponeva a modello al giovane sottotenente, non solo non basta più, ma appare decisamente fuori posto. L'attenzione che la « speciale divisa " inevi­ tabilmente attira su chi la porta è sempre forte: forse ancora di più, certa­ mente è mutata di segno e significato. Se pfima il timore del possibile di­ scredito riguardava i comportamenti screanzati e ridicoli, e quindi l'imma­ gine esterna dell'ufficiale si esauriva nell'« uso di mondo ", ora è proprio questo tipo di immagine a essere criticata e contestata, e non solo in ambienti " sovversivi , 5°. È dunque la maggiore interazione tra società ed esercito a richiedere un nuovo modello di -ufficiale. Sempre di gentiluomo si tratta: ma di un gentiluomo che sia tale soprattutto per le proprie capacità profes­ sionali e morali; il quale, non solo non disdegni la cultura ma faccia il possi­ bile per accrescerla, aggiornandola ai tempi 51 . In conclusione, e citando " il Von der Goltz »: " l'ufficiale deve appartenere all 'aristocrazia intellettua­ le del proprio paese " 52 . Insomma, è nato l'ufficiale moderno 53: almeno, nei manuali di etichet- ta. Con buona pace del cap. Ranzi. 48 Cfr. ivi, in particolare pp. 32, 34 e 94. . . . 49 " Se siete nobile, non disprezzate in alcun discorso la borghesia. Se siete ncco, non ostenterete delle privazioni che forse non sentite, ecc. " cfr. ivi, p. 101. Un comportamento altezzoso o, addirittura, di aperto disprezzo era inoltre frequentemente usato dagli ufficiali delle armi più prestigiose (cavalleria, artiglieria) nei confronti degli ufficiali di armi ritenute inferiori (fanteria): cfr. in proposito gli episodi esposti in Torino '14, pp. 21-22. 5o " Un'illustre dama piemontese mi diceva [ ... ]: "Io vedo e sono convinta che gli ufficiali, tranne pochi, siano bravissimi nel far la corte alle signore, nel danzar: : nel sa : persi vestir bene, nel trovare i bons mots; e che questa, oltre a condurre un po 1 soldati in piazza d'armi, sia la loro occupazione" , (in Torino '0, p. 144). _ . . . . 51 Molto importante è considerato lo studio della sociolog1a, per 11 quale s1 nuene che non ci sia bisogno di eccessivi approfondimenti teorici: è sufficiente attenersi " a tutto il lato riguardante l'attuazione pratica delle diverse teorie , (ivi, p. 143). Sull'ifi_1POrtar:za dello studio si dilunga, ovviamente, Torino '14, passim, anche se la conceziOne anstocratica dell'esercito (ivi, p. 15) e l'idea di gentiluomo (ivi, p. 16) che vi sono esposte, mi paiono collegarsi meglio con il discorso di Modena '81-'85. Cfr. anche come il col. !lo Schenoni definisce il proprio " ideale dell'ufficiale superiore »: " un gentiluo:no d'ingegno, di sapere, di cuore. di carattere , (Agli ufficiali el 15 Reggimento dt _ f!anteta. Dono e ricordo del Col. llo Schenoni, II ed., Modena, Ttp. S01am, 1909, p. 11; 11 cors1vo è nel testo). 52 Torino '07, p. 133, il corsivo è nel testo. . . . 53 Questa definizione di " ufficiale moderno , , dotato soprattutto d! carattenstlche morali e intelletuali, torna ripetutamente nella parte conclusiva di Torino '07, pp. 131 e ss.

246 FILIPPO MAZZONIS 2 .c) tra le due guerre. Alla metà degli anni Venti la riorganizzazione dell'esercito condotta sul­ la bae del odll prebellico, e già iniziata dagli alti gradi all'indomani del confltto, . u _ o . dt . rst completata; anche i rapporti col fascismo, dopo le preoc­ cuaZlOt mtztah, vanno meglio: la cosiddetta " normalizzazione , dello squa­ dnsmo e cosa ormai fatta 54• Tutto bene dunque? Non sempre no que. c tma turbmoso degli anni fino al '24-'25 Il I . . , n ovun- non e passato senza conse- guenz, , anhe profonde, sul « morale " dell'ufficiale italiano. Si avverte la necessita dt pro:vedere, di riproporre modelli di stile e di comportamento che valgano a naffermare la superiorità dei valori della tradizione militare e fungano da polo d riferimento e orientamento. È ciò che intende fare il comandane della bngata Avellino, quando incarica un suo ufficiale di sten- dere un aglie manuale di Norme di corretto contegno 55 Pur nella . , l' l' . . gmta, opuscolo merita un po' d'attenzione II modello t'deol · · ogtco ' . sua est. · e tmptanto stesso del lavoro si rifanno chiaramente a Modena '82 sotteso nandolo a pp . ena, per quel che concerne alcuni aspetti esteriori di compor- tamento, agh ammodernamenti proposti da Torino '07: l'eserc1·to e' ' agglOr- t r ' ' d' . ' . (( quan- la ded121one al R e alla Patria ed è perciò vanto d'onore »; " l'Ufficiale (tor­ 0 '1 . 1 PlU nobile nella nazione »; l'uniforme " è il simbolo che afferma nato a essere scntto sempre con la maiuscola iniziale] è il gentiluomo per eccellenza " e la sua vita " si intona a spirito cavalleresco " 56 Nessun ·c . m t 1· · · rllen- en o esp 1Ctto al nuovo regime né a Mussolini (che pure, a partire dall'a- 54 Cfr G RocH L ' Bari, Latera di G QUAZZ T 5- . 1967 e A ' ; : erczt ztalano a Vitt ? rio Veneto a Mussolini (1919-1925), J . D·· ese . : czto e zljasczsmo, m Fascismo e società italiana a cura E · · · , onno, maudt, 1973 . ) COMANDO BRIGATA AVELLINO No· E. BAB INI), Bolzano, Tip. Brigata Ave!. /9: r a · b7(: o a el colonnllo n da testtmor:tne _orali risulta la possibilità che, allora e negli anni successivi / aso untco; prese altre mtztattve di questo genere: essendo t . . . • , o . ssero state ni di restauro, la biblioteca centrale del Minister fr: f s: e, a casa dt operazio­ presso le biblioteche re · r g lità della consultazione i : u p a l fornito copia. , t ebb d rc • una ncerca a tappeto ene conferma . Devo d l l . la possibi­ cor esta e gen. e Bov10 che me ne ha in ; s nhe per quanto riguarda i rapporti con le donne " di facili costumi " il testo . q o e compte un grosso passo indietro rispetto ai manuali del eriod allora, come st e detto, erano soprattutto i pericoli d' l li frequentazioni; ora invece si è tornati all' t' ( . · · · p o . gt?htttano: l ma attle veneree a sconstghare simi- ai rischi elle " malattie specifiche ,): il ver o r t d c : c;; n , u i ) o c è del tutto chia I nc e qui, a : " do ne pubbliche " (« sono abitudi c :: a q e"(« e costume da bassi fondi "): la differenza non ra. n compenso parlando delle d d 1 I · 1 ha una cadta di stile di notevol volgarità: " quelf e come 1 vast da notte, non ci si attarda a odorare " (cfr. i i, p. 22). n n; e :t L), ! autore · a, Sl usano USI DELLA BUONA SOCIETÀ E QUESTIONI D'ONORE 247 prile dell'anno precedente, era anche ministro della Guerra); se mai, si possono scorgere alcuni riferimenti impliciti negativi là dove si condannano certe manifestazioni proprie dello stile squadristico (volgarità, violenza, ecc.), e, soprattutto, dove si afferma il valore naturale delle gerarchie sociali, indipendentemente dal sostegno di qualsiasi « coazione " esterna 57. In breve un ritorno all'antico (un po' patetico, in verità), in nome dell'ordine restaurato e dell'autonomia spirituale e morale (leggi: politica) delle forze armate rispetto alle ingerenze del fascismo. Naturalmente, man mano che il regime si rafforza e i rapporti con l'esercito si vanno consolidando a reciproco vantaggio e nell'ambito delle rispettive sfere d'influenza, non mancano gli ufficiali che, convinti sostenitori dell'opera del « grande Titano che è a capo del Governo ,,, cercano di applicarne le idee anche nei manuali di buone maniere 58 . Ma la novità di maggiore rilievo ai fini del nostro discorso ci viene dall'Accademia di Modena, dove, (probabilmente) già nel corso degli anni Trenta è stata approntata una nuova edizione degli Usi della buona società, rinnovata fin dal titolo e dall'intestazione 59. Rispetto al passato l'innovazione è grande, è totale 60. Nel senso che il vecchio " libretto rosa ,,, pur ricordato nella prefazione come il simbolo della tradizione militare che continua, è stato totalmente e definitivamente accantonato, sia nello svolgimento divul- 57 Cfr. ivi, rispettivamente pp. 7-8 e 28. 58 È il caso del GEN.LE R. CoRSELLI, Buoni sensi e buone usanze. Manuale di vita pratica e morale con Appendice di Pensieri, Sentenze e Aforismi con autori celebri, Modena, Stab. Poligrafico Modenese, 1931. L'« aureo libro , (è l'editore a farcelo sapere con orgoglio) piacque assai a « L'idea Fascista , che lo raccomandava caldamente " non solamente a quelli che han l'onore di servire la Patria nelle file dell'Esercito, ma ai militi, ai fascisti, agli Italiani tutti, e agli studiosi in genere "· Il successo dell'opera fu notevole, tanto che l'autore pensò bene di ripubblicarla qualche anno dopo cambiandole il titolo, togliendo l'appendice di " pensieri, sentenze, ecc. ", leggermente modificando solo l'introduzione e la conclusione, dalla quale ho tratto la frase citata nel testo (cfr. R. CORSEL­ LI, L 'arte della vita e la scienza della morale. Il libro del gentiluomo e dell'ufficiale, Roma, Le Forze Armate, 1939). Fu un altro successo. Non soddisfatto di tutti questi trionfi, considerati forse troppo frivoli, il nostro generale riprenderà gli amati studi di storia, in precedenza rivolti soprattutto agli aspetti militari del Risorgimento, per dedicarsi a valor-izzare ed esaltare la " tradizione , dell'alleanza italo-germanica. 59 Cfr. R. ACCADEMIA DI FANTERIA E CAVALLERIA E SCUOLA DI APPLICAZIONE DI FANTERIA, Usi di buona società, Società Tipografica Modenese, Modena 1941 (d'ora in avanti Modena '41). 6o Sia chiaro, da subito, che " l'uomo nuovo " fascista e il suo nuovo modo di com­ portarsi non c'entrano. Le direttive del regime in materia sono state recepite solo in merito all'abolizione del lei a favore del tu e del voi, e in merito all'abolizione della stretta di mano a favore del saluto romano; si tratta peraltro di comportamenti dei quali è consigliato l'uso, e nemmeno troppo calorosamente.

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2 .c) tra le due guerre.<br />

Alla metà degli <strong>anni</strong> Venti la riorganizzazione dell'<strong>esercito</strong> condotta sul­<br />

la bae del odll prebellico, e già iniziata d<strong>agli</strong> alti gradi all'indomani del<br />

confltto, . u _ o . dt . rst completata; anche i rapporti col fascismo, dopo le preoc­<br />

cuaZlOt mtztah, vanno meglio: la cosiddetta " normalizzazione , dello squa­<br />

dnsmo e cosa ormai fatta 54• Tutto bene dunque? Non sempre no<br />

que. c tma turbmoso degli <strong>anni</strong> fino al '24-'25<br />

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guenz, , anhe profonde, sul « morale " dell'ufficiale italiano. Si avverte la<br />

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che valgano a naffermare la superiorità dei valori della tradizione militare<br />

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eccellenza " e la sua vita " si intona a spirito cavalleresco " 56 Nessun ·c .<br />

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soprattutto, dove si afferma il valore naturale delle gerarchie sociali, indipendentemente<br />

dal sostegno di qualsiasi « coazione " esterna 57. In breve un<br />

ritorno all'antico (un po' patetico, in verità), in nome dell'ordine restaurato<br />

e dell'autonomia spirituale e morale (leggi: politica) delle forze armate rispetto<br />

alle ingerenze del fascismo.<br />

Naturalmente, man mano che il regime si rafforza e i rapporti con l'<strong>esercito</strong><br />

si vanno consolidando a reciproco vantaggio e nell'ambito delle rispettive<br />

sfere d'influenza, non mancano gli ufficiali che, convinti sostenitori<br />

dell'opera del « grande Titano che è a capo del Governo ,,, cercano di applicarne<br />

le idee anche nei manuali di buone maniere 58 .<br />

Ma la novità di maggiore rilievo ai fini del nostro discorso ci viene dall'Accademia<br />

di Modena, dove, (probabilmente) già nel corso degli <strong>anni</strong> Trenta<br />

è stata approntata una nuova edizione degli Usi della buona società, rinnovata<br />

fin dal titolo e dall'intestazione 59. Rispetto al passato l'innovazione è<br />

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nella prefazione come il simbolo della tradizione militare che continua, è<br />

stato totalmente e definitivamente accantonato, sia nello svolgimento divul-<br />

57 Cfr. ivi, rispettivamente pp. 7-8 e 28.<br />

58 È il caso del GEN.LE R. CoRSELLI, Buoni sensi e buone usanze. Manuale di vita<br />

pratica e morale con Appendice di Pensieri, Sentenze e Aforismi con autori celebri, Modena,<br />

Stab. Poligrafico Modenese, 1931. L'« aureo libro , (è l'editore a farcelo sapere con<br />

orgoglio) piacque assai a « L'idea Fascista , che lo raccomandava caldamente " non solamente<br />

a quelli che han l'onore di servire la Patria nelle file dell'Esercito, ma ai militi, ai<br />

fascisti, <strong>agli</strong> Italiani tutti, e <strong>agli</strong> studiosi in genere "· Il successo dell'opera fu notevole,<br />

tanto che l'autore pensò bene di ripubblicarla qualche anno dopo cambiandole il titolo,<br />

togliendo l'appendice di " pensieri, sentenze, ecc. ", leggermente modificando solo l'introduzione<br />

e la conclusione, dalla quale ho tratto la frase citata nel testo (cfr. R. CORSEL­<br />

LI, L 'arte della vita e la scienza della morale. Il libro del gentiluomo e dell'ufficiale,<br />

Roma, Le Forze Armate, 1939). Fu un altro successo. Non soddisfatto di tutti questi trionfi,<br />

considerati forse troppo frivoli, il nostro generale riprenderà gli amati studi di storia,<br />

in precedenza rivolti soprattutto <strong>agli</strong> aspetti militari del Risorgimento, per dedicarsi a valor-izzare<br />

ed esaltare la " tradizione , dell'alleanza italo-germanica.<br />

59 Cfr. R. ACCADEMIA DI FANTERIA E CAVALLERIA E SCUOLA DI APPLICAZIONE DI FANTERIA, Usi<br />

di buona società, Società Tipografica Modenese, Modena 1941 (d'ora in avanti Modena<br />

'41). 6o Sia chiaro, da subito, che " l'uomo nuovo " fascista e il suo nuovo modo di com­<br />

portarsi non c'entrano. Le direttive del regime in materia sono state recepite solo in merito<br />

all'abolizione del lei a favore del tu e del voi, e in merito all'abolizione della stretta<br />

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