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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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234 FILIPPO MAZZONIS<br />

in comune, si distinguono per alcune evidenti caratteristiche fondamentali.<br />

Innanzitutto, c'è che ci troviamo di fronte non tanto a testi indirizzati più<br />

o meno genericamente a quanti si suppongono far parte di un certo ceto<br />

sociale, bensì a testi indirizzati e riservati ai membri di una categoria professionale<br />

specifica, e speciale nella sua specificità (e in quanto tali, possiamo<br />

considerare anch'essi alla stregua di iniziati), la vita dei quali, nei suoi aspetti<br />

fondamentali e predominanti, è regolata e codificata da norme ben altrimenti<br />

vincolanti (Regolamento di disciplina, Codice penale militare): la divulgazione<br />

delle buone maniere riguarda quindi solo un aspetto marginale e minoritario<br />

della vita dell'ufficiale, quello in cui egli, uscendo dal proprio ruolo<br />

professionale, partecipa alla vita comune. Da qui (ma non solamente da<br />

qui, come si dirà più avanti) deriva il carattere più agile, ma anche più generico,<br />

di questi manualetti, soprattutto se posti a confronto con la minuziosa<br />

cura e la dovizia di particolari che caratterizzano i vari regolamenti militari:<br />

da quello già ricordato di disciplina a quello dell'uniforme, e a tutta la miriade<br />

di dett<strong>agli</strong>ati interventi dispositivi che venivano pubblicati sul " Giornale<br />

militare , (« la civiltà burocratica - come ha osservato Magris - è civiltà<br />

del particolare »). Ma poiché un militare, soprattutto l'ufficiale, è sottoposto<br />

sempre e comunque alla disciplina, ecco che in realtà il manuale di etichetta<br />

finisce per assumere (o meglio, dovrebbe assumere) per lui un valore assai<br />

più vincolante, una sorta di prolungamento del Regolamento di disciplina:<br />

tanto più che i richiami a questo, espliciti o impliciti, vi sono frequenti, soprattutto<br />

là dove si fa riferimento a situazioni proprie della condizione militare<br />

11, e tanto più che i manuali sono emanazione della '' superiore autorità<br />

, competente o opere di chi da questa ha ricevuto comunque<br />

l'imprimatur.<br />

C'è poi da osservare che i manuali di etichetta per ufficiali si presentano<br />

caratterizzati dal massimo di astrazione per quanto riguarda il modello<br />

ideale e ideologico sotteso e dal massimo di realismo per quanto concerne<br />

il modello concreto che si intende realizzare mediante il rispetto delle nor-<br />

pografia Soliani: d'ora in avanti Modena '82) e ed. 1885 (Città di Castello, Tipografia dello<br />

stabilimento S. Lapi: d'ora in avanti Modena '85). Ho tenuto anche presente l'opuscolo<br />

ScuOLA MILITARE, Agli Allievi promossi Sottotenenti nel 1881. Amichevoli consigli, Modena,<br />

Antica Tipografia Soliani, 1881 (d'ora in avanti Modena '81), che dei precedenti<br />

costituisce la premessa ideologica e una sorta d'integrazione esplicativa.<br />

Il Ecco un esempio di richiamo esplicito: " alcune di queste prescrizioni sono tassative:<br />

tali quelle contenute negli articoli 30, 33, 34, 35, 36, 3 7 del detto Reg.to [di disciplina]<br />

alle quali ogni militare deve assoluta osservanza sotto pena di punizioni corporali<br />

e morali '' (cfr. Modena '82, p. 6). Ancora più importanti sono i richiami che ho definito<br />

impliciti: al punto che si può ben dire come lo " spirito » che permea i manuali di buone<br />

maniere per ufficiali si ispiri largamente all'ideologia e alla cultura che sostanziano il Regolamento<br />

di disciplina.<br />

USI DELLA BUONA SOCIETÀ E QUESTIONI D'ONORE 235<br />

me proposte. Cercherò di spiegarmi il più sinteticamente possibile: l'ufficiale<br />

(inteso qui ovviamente come il " corpo degli ufficiali ») ama considerarsi<br />

ancora l'erede dell'antica e lontana tradizione della cavalleria medievale e,<br />

al tempo stesso, si sente il punto d'arrivo di quel " processo di civilizzazione<br />

, che, secondo Elias, aveva comportato l'affermarsi della moderna società<br />

delle " buone maniere , 12. Egli pertanto ritiene di appartenere a pieno titolo<br />

alla categoria sociale più prestigi osa 13. Contribuivano a rafforzare questo<br />

sentimento di casta sia il rapporto privilegiato e sempre più stretto con<br />

la corona, sia il prevalere ancora a lungo tra gli alti gradi di elementi aristocratici<br />

o appartenenti alla grander borghesia terriera, sia la coscienza della<br />

elevatezza e delicatezza della missione istituzionale che spetta alle forze armate,<br />

e sia, infine, la coscienza che proprio il modello militare abbia finito<br />

per improntare il sistema scolastico-educativo nazionale, affiancando e poi<br />

soppiantando il vecchio modello aristocratico-conventuale dei collegi gesuitici<br />

14. In questa " immagine di sé » che naturaliter e di diritto proietta<br />

l'ufficiale nell'Olimpo della società si esaurisce, però, la parte che ho prima<br />

chiamato di " massima astrazione »: ben poco, quasi nulla, di essa ci è dato<br />

riscontrare nella divulgazione delle norme che qui ci interessano. Queste,<br />

anzi, ci appaiono caratterizzate dal " massimo realismo »: nascono cioè dalla<br />

necessità di conciliare l'ideale dell'ufficiale-gentiluomo e lo " spirito dei tempi<br />

nostri " (« i quali - secondo quanto affermava il padre spirituale del nostro<br />

<strong>esercito</strong> - richieggono che gli ufficiali [ ... ] moltiplichino le loro relazioni<br />

con la società civile »), con quella che è la realtà concreta della vita<br />

dell'ufficiale 15. Letti in questa chiave, i manuali di " usi della buona società<br />

" costituiscono una fonte di prima mano per intendere e interpretare il<br />

12 Sugli aspetti specifici dell'argomento cfr.]. GoocH, Soldati e borghesi nell 'Europa<br />

moderna, Roma-Bari, Laterza, 1982, p. 25 e le intelligenti considerazini conclusive<br />

del saggio di F. CARDINI, "Messieurs !es Anglais " ovvero l'educazione di Marte, in Rituale<br />

cerimoniale etichetta, cit., in particolare pp. 207-8. Si veda anche l'episodio della<br />

consegna della sciabola in occasione del giuramento dei sottotenenti di I nomina in GEN.<br />

E. DE Rossi, La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, Milano, Mondadori, 1927,<br />

pp. 247-8.<br />

13 È un atteggiamento che emerge abbastanza frequentemente nelle opere degli intellettuali<br />

militari più qualificati (Carlo Corsi e Niccola Marselli, per fare solo due nomi).<br />

Anche in Modena '81 non mancano segnali indicativi in questo senso: " non havvi certo<br />

posizione sociale più della nostra ispirata a nobile scopo, con attrattive maggiori, e che<br />

possa rendere più bella la vita » (p. 4); pertanto " il Sottotenente [ ... ] provi un nobile orgoglio<br />

per il suo grado; senta nobilmente di sé stesso » (p. 5).<br />

14 In proposito cfr. G. RECUPERATI, Università e scuola in Italia, in Letteratura Italiana,<br />

diretta da A. AsoR-RosA, I, Il letterato e le istituzioni, Torino, Einaudi, 1982, p. 997.<br />

15 La citazione tra parentesi è tratta da N. MARSELLI, La vita del reggimento. Osservazioni<br />

e ricordi (Firenze 1889), Ufficio storico SME, Roma 1984, p. 31.<br />

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