esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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218 PAOLO LANGELLA<br />
ni sono da svecchiare; troppe ruote stridono irruginite . . . " 34, nonostante la<br />
pretesa dei « lubrificanti naturali " della « buona macchina " di De Bono.<br />
L'enorme ritardo culturale d'una società e d'una istituzione che, dopo<br />
aver posto « l'Italia sotto l'usbergo della tricolore Bandiera », si erano arrestate<br />
titubanti di fronte alla vastità inattesa di problemi vecchi e nuovi, si<br />
ripercuote sugli ufficiali del tempo. E, in bilico fra due epoche, « ciò che<br />
maggiormente trav<strong>agli</strong>a l'animo dell'ufficiale è quel complesso di speranze,<br />
di promesse, di diritti che nacquero in lui mediante un'educazione speciale,<br />
che gli ha dipinto uomini e tempi coi colori del passato, anziché con quelli<br />
dell'avvenire » 35. Cioè una situazione amara, anche per i meno riflessivi e<br />
i più superficiali, produttiva di frustrazione o di irridente spavalderia, cattive<br />
consigliere entrambe e compagne d'una vita opaca o inutilmente febbrile<br />
di tanti giovani, i quali erano detti " quelli che fan la bella vita ,, .<br />
34 G. BECHI, op. cit., pagg. 51, 63, 55, dalla novella « Il subalterno '', datata ben sedici<br />
<strong>anni</strong> prima della pubblicazione del volume.<br />
35 N. MARSELLI, op. cit., pag. 151.<br />
DANIELA MALDINI CHIARITO<br />
ALCUNE OSSERVAZIONI A PROPOSITO DELLA VITA<br />
MILITARE NELLA NARRATIVA E NELLA<br />
MEMORIALISTICA DELL'OTTOCENTO<br />
Nella fase iniziale di questo lavoro, contavo - forse un po' troppo semplicisticamente<br />
- di utilizzare alcune opere della così detta narrativa e memorialistica<br />
di argomento militare per mettere a fuoco una serie di temi relativi<br />
al ruolo sociale dell'<strong>esercito</strong>, all'educazione nazionale, all'immagine dell'ufficiale<br />
nella ideologia e nella cultura borghese.<br />
La ricerca mi offriva la possibilità di verificare (ancora una volta e su<br />
di un argomento ben « delimitato ») la validità documentaria di certe pagine<br />
letterarie e di valutare la pertinenza di un loro utilizzo in campo storico. Il<br />
messaggio letterario è innanzi tutto una « trasmissione di stati d'animo, di<br />
ideali, di giudizi sulla realtà e sul mondo » 1 , quindi, nella sua peculiarità di<br />
testimonianza di un'epoca, o meglio, della sensibilità e della mentalità di un'epoca,<br />
pone problemi di carattere metodologico che vanno individuati e risolti<br />
caso per caso e che mi sembrano sintetizzabili in una domanda: come<br />
" interrogare " tali testimonianze?<br />
Tralasciando l'ampio e animato dibattito che in questi ultimi <strong>anni</strong> è sorto<br />
a proposito della narrativa come documento della storia, tenterò di descrivere<br />
i problemi da me incontrati nell'affrontare questa ricerca 2, e nell'interrogare<br />
i documenti scelti.<br />
1 C. SEGRE, Le strutture narrative e la storia, in « Strumenti critici ,, n. 27, giugno<br />
1975, p. 199.<br />
2 Richiamo i contributi fondamentali; ]. PROUST, Storia sociale e Storia della letteratura,<br />
in La Storia sociale. Fonti e metodi, Firenze, Sansoni, 1975, pp. 178-186; L. CHEv<br />
ALIER, La letteratura, in Il mondo contemporaneo. Gli strumenti della ricerca, vol. 2,<br />
Questioni di metodo, t. 2, Firenze, La Nuova Italia, 1983, pp. 1170-1184; M. NAccr, Il<br />
romanzo come fonte storica, in Ricerca e didattica. Uso delle fonti e insegnamento della<br />
storia, Milano, Bruno Mondadori, 1985, pp. 131-169; M. Gusso, L'uso dei testi nar-<br />
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