esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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31.05.2013 Views

180 VINCENZO CACIULLI Nelle due serie in cui si divide l'attività della « Rivista di Cavalleria », ad esempio, non emerge materiale interessante, nonostante che quell'arma, a differenza dell'Artiglieria e del Genio, fosse soggetta alle rotazioni. Nella prima serie, si trovano molti articoli sull'ordinamento, sulle problematiche legate al reclutamento dei soldati e alla loro istruzione, sulla presunta necessità di un aumento degli squadroni, ma in nessun caso si trovano riferimenti ai trasferimenti e alle condizioni di vita degli ufficiali 30. Diverso è il caso della « Rivista di Fanteria » (1892-1904) che, registrando gli umori dei suoi lettori, interveniva spesso, polemizzando soprattutto con l'

182 VINCENZO CACIULLI anche i giornali 'politici': in primo luogo il « Corriere della Sera >> , che ospita le riflessioni di Perrucchetti, poi il sonniniano « Giornale d'Italia >> che accoglie e propaganda le tesi avanzate da Majnoni e Marazzi. In quelle occasioni rimase silenzioso il « Pensiero Militare >>, giornale di grande vivacità polemica, espressione del 'modernismo militare' e alfiere delle esigenze della ufficialità medio-bassa. Nelle sue colonne non si trovano commenti sulla circolare Majnoni o le relazioni dell'inchiesta (sempre relativamente al punto che abbiamo in esame). Così come non si trovano articoli nelle pagine della « Nuova Rivista di Fanteria >>, periodico che dal 1908 tenterà di prendere il posto della vecchia rivista dell'arma con un programma di rinnovamento e rilancio della 'cenerentola' dell'esercito e dei suoi ufficiali 38. Una vera e propria campagna a partire dalle esigenze dei quadri, si avrà nel 1909 e sarà condotta dal nuovo foglio militare d'ispirazione nazionalista: « La Preparazione >> . Il neonato trisettimanale, diretto da Enrico Barone, commentava così le proposte dell'inchiesta di stabilizzare, in virtù di accertate esigenze militari, le sedi di alcuni corpi: «Attualmente sopra 13 mila ufficiali dell'esercito, solo circa 7000 sono addetti a reggimenti che devono periodicamente cambiare di residenza; con le proposte della Commissione d'inchiesta, che per le sedi fisse dei corpi di frontiera e nelle piazze marittime devono essere necessariamente attuate, quei 7000 ufficiali soggetti ai cambi di guarnigione si ridurranno a circa 4000, cioè a poco più di un terzo del totale ». Dopo aver constatato che questa situazione poteva portare a palesi ingiustizie di trattamento, continuava: « Né vale dire che questa condizione svantaggiosa può essere sopportata a turno: è inutile dissimularlo, i cambi di guarnigione impongono spese all'ufficiale e disturbano i suoi interessi e quelli della sua famiglia; sono quindi una causa di disagio materiale e morale, e col fare che questo disagio sia ripartito a turno non si fa che esso scompaia e non sia esso assai sgradito: specialmente perché non se ne vede la necessità e la ragione » 39. 38 Tra i numerosi articoli del periodo citiamo: Le sedi fisse, " Esercito italiano '' , 25 aprile 1906; Sedi fisse e sedi mobili, i vi, 30 ottobre 1908; Circa le sedi fisse, i vi, l ottobre 1908; GRIBEAUVAL, I pregiudizi del generale Perrucchetti, ivi, 1 novembre 1908; L0 Ci, Riforme militari, " Italia Militare e Marina ", 28 febbraio- l o marzo 1906; ID., Le sedi fisse, ivi, 3-4 marzo 1906; B. D., I cambi di guarnigione, ivi, 30 settembre-l o ottobre 1908; Sedi fisse e sedi mobili, ivi, 15-16 settembre 1908. Il generale Perrucchetti pubblicò sul " Corriere della Sera », dedicati alla preparazione della guerra, una serie di articoli che affrontavano anche il tema del reclutamento e delle sedi. Uscirono tra il 1907 e il 1908. 39 Le sedi fisse dei reggimenti, "La Preparazione ,, 22-23 aprile 1909. GLI UFFICIALI ITALIANI E I TRASFERIMENTI DI GUARNIGIONE In un articolo successivo si legge: 183 « Del resto su questo argomento ( ... ) si devono abbandonare ceri pr?g . iu d . · . dopo tutto nei reggimenti a sede fissa la maggioranza degh uffloah 1z1, e se, , avrà carattere di territorialìtà, quale pericolo e quale danno potre e nsu ar ne? ( ... ) È proprio un libro chiuso l'animo dei nostri ufficiali da non poterv1 leggere dentro? 40. Ed è in questa domanda, che impl i ca a la convinzione che si dovessero superare quelle riflessioni di ordine politico-sociale che ave:ano modllato _ _ _ l'esercito italiano, si può cogliere il contrasto che, m quegli anm, d1v1deva _ chi tendeva al potenziamento delle strutture militari attraverso il loro npen­ samento complessivo e a partire dal 'rinvigorimento' dell'elemento umano e chi, invece, puntava a rinforzare l'esercito con aggiustamenti parziali e mag­ gior dovizia di mezzi per 'dimenticare' la crisi nella prospettiva della guerra prossima ventura. 40 Sedi fisse e ordinamento regionale, ivi, 1-2 giugno 1909. Nel neo ? "ato giornale uscirono anche altri articoli tra i quali citiamo: Gen. L. MAJNONI, Intorno al bt:ancto, 20 _21 aprile 1909; A proposito degli imminenti cambi di guarnigione, 20-30 apnle 1909; Ancora sulle guarnigioni fisse, 29-30 apnle _ 1909. bb · lt

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Nelle due serie in cui si divide l'attività della « Rivista di Cavalleria »,<br />

ad esempio, non emerge materiale interessante, nonostante che quell'arma,<br />

a differenza dell'Artiglieria e del Genio, fosse soggetta alle rotazioni. Nella<br />

prima serie, si trovano molti articoli sull'ordinamento, sulle problematiche<br />

legate al reclutamento dei soldati e alla loro istruzione, sulla presunta necessità<br />

di un aumento degli squadroni, ma in nessun caso si trovano riferimenti<br />

ai trasferimenti e alle condizioni di vita degli ufficiali 30.<br />

Diverso è il caso della « Rivista di Fanteria » (1892-1904) che, registrando<br />

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