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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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164 PIERO DEL NEGRO<br />

Anche se non fosse intervenuta la crisi finanziaria di fine Ottocento con<br />

il conseguente blocco, o quasi, della costruzione degli edifici militari, la " buo­<br />

na caserma " di Bravi avrebbe incontrato in ogni caso delle difficoltà ad im­<br />

porsi quale punto di riferimento dei progetti del Genio militare a causa di<br />

un'ispirazione troppo sollecita del benessere del soldato e troppo dimenti­<br />

ca degli imperativi della disciplina e dell'economia. Ancora <strong>agli</strong> inizi del secolo<br />

alcune proposte del maggiore sarebbero state accantonate perché rite­<br />

nute troppo avanzate. Ad esempio il capitano Virgilio Caccini, che pure con­<br />

divideva non pochi presupposti (l'importanza dell'ingegneria sanitaria, la con­<br />

vinzione che nella caserma si vivesse " in condizioni anormali , e che il " mi­<br />

glioramento della vita materiale " fosse il più saldo fondamento dell'" educazione<br />

morale ») e suggerimenti di Bravi (i " lavatoi per la pulizia persona­<br />

le », un'illuminazione di tipo moderno), liquidava la proposta dell'armadiet­<br />

to personale con l'osservazione che " in Italia [ . .. ] la vita che conduce il ma­<br />

novale è assai più dura di quella cui è obbligato durante il servizio milita­<br />

re " 44. Un altro capitano del Genio, Giov<strong>anni</strong> Marieni, nonostante che spez­<br />

zasse, sulla scia di Bravi, una lancia a favore di « appositi refettori , " ampi<br />

e ben aereati ", era tuttavia del parere che fosse eccessivo il frazionamento<br />

degli alloggi invocato da « taluni igienisti " e che " ragioni disciplinari, di co­<br />

modità e di economia " imponessero invece la costruzione di casermette a<br />

due piani, nelle quali fosse ospitato un batt<strong>agli</strong>one 45.<br />

Bravi aveva tracciato il progetto della " buona caserma " <strong>agli</strong> inizi del<br />

primo ministero della guerra di Luigi Pelloux, in coincidenza con una svolta<br />

di un certo rilievo nella storia dei rapporti - non solo ideali - tra la caser­<br />

ma e la <strong>città</strong>. Da un lato Pelloux varò, nel l892, un nuovo Regolamento d'i­<br />

struzione e di servizio interno, nel quale si chiamava non più quartiere, ma<br />

caserma «il luogo ove la truppa dimora » 46 (nel 1935 sarebbe stato com­<br />

piuto un passo decisivo nella medesima direzione, in quanto lo stesso rego­<br />

lamento sarebbe stato ribattezzato Norme per la vita di caserma) 47, men­<br />

tre dall'altro introdusse, come scrisse Marselli, che giudicava questi provvedimenti<br />

« termini medi o di passaggio all'ordinamento e alla mobilitazione<br />

affatto territoriali ", « una maggiore stabilità nelle sedi dei corpi, una minore<br />

44 V. CACCINI, L 'igiene nelle caserme, ib., aprile 1903, pp. 64-65 e 67 e maggio 1903,<br />

pp. 260-67.<br />

45 G. MARIENI, Progetti per l'acquartieramento di truppe di fanteria, ib., marzo<br />

1902, pp. 394-95 e 400. .<br />

46 P. E. Bosi, La lingua italiana nella politica, nella burocrazia e nell'<strong>esercito</strong><br />

estratto da « Rivista militare italiana '' , 1900, p. 45.<br />

47 Le Norme per la vita di caserma abrogavano il Regolamento di servizio interno<br />

per le varie armi del l o marzo 1909.<br />

'<br />

CASERMA E CITTÀ NEL DISCORSO MILITARE DELL'ITALIA LIBERALE 165<br />

frequenza nei cambi di guarnigione '' 48. A questa minore « scioltezza " dell'<strong>esercito</strong><br />

metropolitano faceva per un certo verso da contrappeso l'eccessiva<br />

" scioltezza , dell'<strong>esercito</strong> coloniale in Africa orientale. Ma dopo che Adua<br />

decretò la condanna dell'offensivismo irresponsabile dei Baratieri e dei Crispi,<br />

emerse più che mai in primo piano la Caserma, una professione militare<br />

dalle caratteristiche - almeno per gli ufficiali, molti dei quali cercavano di<br />

sfuggire ai cambi di guarnigione chiedendo il trasferimento nel reggimento<br />

subentrante - sempre più stanziali e sempre meno nomadi, una professione<br />

militare che, ancora, tentava di ritrovare un valido rapporto con il paese<br />

mediante il ricupero del ruolo pedagogico svolto soprattutto negli <strong>anni</strong> 1870.<br />

La Psicologia della Caserma di Olivieri Sangiacomo e, prima ancora, la Caserma<br />

nova del capitano Pietro Gramantieri testimoniano entrambe la volontà<br />

di far prevalere, negli <strong>anni</strong> a cavallo tra i due secoli, una corrente neomarselliana<br />

che, liquidata l'esperienza coloniale e più in generale l'impostazione<br />

più offensivistica, ponesse al centro delle proprie preoccupazioni il<br />

problema delle relazioni tra la Caserma, tra l'<strong>esercito</strong> istituzione permanente<br />

e perno del panorama nazionale, e «quella medesima borghesia conservatrice<br />

di cui è la diretta creazione ,, 49.<br />

Una piena affermazione della Caserma continuava tuttavia ad essere ostacolata<br />

da due handicaps storici: il reclutamento a sistema nazionale con sedi<br />

mobili dei reggimenti e il " precario stato di cose », che aveva sempre contraddistinto<br />

l'accasermamento in Italia. Un bilancio severo e, ad un tempo,<br />

una proposta di riforma radicale della situazione delle caserme furono tracciati,<br />

pochi <strong>anni</strong> prima della grande guerra, dalla Commissione d'inchiesta<br />

per l'<strong>esercito</strong> nominata nel 1907 e attiva fino al 1910 50. Dopo aver rievocato<br />

le difficoltà dell'accasermamento negli <strong>anni</strong> dell'unificazione, la Commissione<br />

faceva presente che " oggi, trascorso oramai mezzo secolo, s'impone<br />

la necessità di addivenire alla preparazione ed alla progressiva attuazione<br />

di un piano per un definitivo accasermamento dell'Esercito in tutto<br />

il Regno che, nel suo complesso, meglio soddisfi alle esigenze dell'igiene,<br />

della educazione, della disciplina, della istruzione delle truppe e, in pari tempo,<br />

corrisponda <strong>agli</strong> interessi di una buona amministrazione " · In passato s'era<br />

speso poco e male per le caserme. Dal 1870 al 1910 erano stati investiti in<br />

nuove costruzioni circa cento milioni, vale a dire neppure lo 0,8% del totale<br />

dei bilanci militari: molto più elevat,e le spese di manutenzione tanto che<br />

48 N. MARSELLI, Questioni militari, " Nuova Antologia », l o febbraio 1892, p. 43 1.<br />

49 0LIVIERI SANGIACOMO, Psicologia della Caserma cit., p. 298.<br />

so V. CACIULLI, L 'amministrazione della guerra, l'<strong>esercito</strong> e la commissione d'inchiesta<br />

del 1907, " Farestoria. Rivista semestrale dell'Istituto storico provinciale della Resistenza<br />

di Pistoia ", 1985, n. 2, pp. 7-17.

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