esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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156 PIERO DEL NEGRO<br />
di esistenze, noi abbiamo alimentato molti dolori, noi abbiamo ucciso molte<br />
anime, noi abbiamo spento molte nobili intelligenze; l'atmosfera che noi<br />
racchiudiamo è velenosa; qui si piange, si soffre e si abbrutisce , 20 .<br />
Agli attacchi di T archetti reagiva Edmondo De Amicis con i bozzetti raccolti<br />
nella Vita militare. Tuttavia va sottolineato che nei racconti del ligure<br />
ad uso degli ufficiali (ad esempio, L 'ufficiale di picchetto) continuava a prevalere<br />
l'idea della caserma-quartiere del reggimento e soltanto quando si rivolgeva<br />
ai soldati De Amicis adottava un registro, che gli consentiva di innalzare<br />
la caserma a simbolo del mondo militare. «A poco a poco metterai<br />
affetto a ogni cosa », spiegava un bonario ufficiale ad un coscritto, « alle tue<br />
armi, alla tua divisa, al tuo gamellino, a questo cortile, a queste scale, a queste<br />
mura '' · Prima di andarsene in congedo il soldato di leva si sarebbe dovuto<br />
esibire in una maldestra imitazione di Lucia Mondella: « Addio, o mia seconda<br />
casa paterna, dove ho voluto bene a tanti amici, dove ho passato tanti<br />
bei giorni colla coscienza serena, dove ho tanto pensato e sospirato i miei<br />
cari; addio, mio povero letticciuolo; addio, mio buon sergente di squadra,<br />
addio; mio capitano, addio , 21 .<br />
La caserma « come seconda casa paterna " era uno slogan, al quale l'adozione<br />
- grazie alle riforme di Cesare Ricotti Magnani - di alcuni principicardine<br />
dell'ordinamento militare prussiano avrebbe dovuto assicurare un<br />
notevole successo. In effetti si può anche trovare, ad esempio in Niccola<br />
Marselli, uno dei principali fautori della svolta dei primi <strong>anni</strong> 1870, la richiesta<br />
che « la Caserma » fosse, come in Germania, " al servizio della Civiltà<br />
» 22. Ma, se la drastica contrazione della durata della ferma (quattro <strong>anni</strong><br />
nel l871, diminuiti a tre nel l875 e, soltanto per una quota del contingente,<br />
a due nel l882), il crollo dell'ordinanza, la creazione della milizia territoriale,<br />
«il principio e l'applicazione dell'obbligo generale e personale al servizio<br />
militare di tutti i cittadini atti alle armi » e altri provvedimenti di quegli<br />
<strong>anni</strong> dovevano trasformare l'<strong>esercito</strong> italiano in un <strong>esercito</strong> non soltanto nominalmente<br />
di leva, per un altro verso la fedeltà ai dogmi del reclutamento<br />
nazionale e delle sedi mobili doveva impedire che fosse percorsa fino in fondo<br />
la strada di un rapporto meno casuale e antagonistico tra la caserma e<br />
la <strong>città</strong>.<br />
È vero che le riforme Ricotti avevano anche introdotto un temperamento,<br />
i distretti militari, e un'eccezione, le compagnie alpine, alla regola del<br />
20 I. U. T ARCHETTI, Una nobile follia, Cappelli, Bologna 1979 (opera scritta nel<br />
1866-67), pp. 81 e 87.<br />
21 DE AMICIS, La vita militare cit., pp. 21 e 129-30.<br />
22 N. MARSELLI, Gli avvenimenti del I 870-7 L Studio politico e militare, E. Loescher,<br />
Torino 1871, I, p. 16.<br />
CASERMA E CITTÀ NEL DISCORSO MILITARE DELL'ITALIA LIBERALE<br />
reclutamento nazionale. I distretti non dovevano essere soltanto il perno della<br />
mobilitazione, ma anche la sede, in cui doveva avere luogo l'iniziazione del<br />
le reclute alla vita militare, l'addestramento degli arruolati inclusi nella se<br />
conda categoria e le esercitazioni della milizia. In teoria, quindi, il distretto<br />
sarebbe potuto diventare una caserma destinata ad assicurare un legame più<br />
o meno robusto tra l'istituzione militare e il territorio. Ma le cose erano an<br />
date altrimenti. La milizia era di fatto rimasta, salvo che per i ruoli dell' <strong>esercito</strong>,<br />
una petizione di principio, mentre la seconda categoria non era stata<br />
quasi mai chiamata alle armi. Quanto alle reclute della prima categoria, do<br />
po pochi <strong>anni</strong> il loro periodo di permanenza al distretto era stato accorciato<br />
ai tre-quattro giorni necessari a farle visitare dai medici e a consegnare loro<br />
" il cappotto, la divisa di tela e qualche altro oggetto di corredo » 23• In tal<br />
modo non solo la funzione del distretto di trait-d'union tra un'area peculia<br />
re di reclutamento e l'<strong>esercito</strong> nazionale era stata praticamente cancellata,<br />
ma vi era stata anche una deterritorializzazione del sistema militare italiano,<br />
dal momento che la guardia nazionle, una tipica organizzazione a base lo<br />
cale, era stata soppiantata, senza alcuna ricaduta positiva, dalla riserva<br />
dell'<strong>esercito</strong>.<br />
Mentre il distretto militare era destinato a perdere d'importanza, le truppe<br />
alpine avevano invece consolidato, con il trascorrere dei decenni, il loro ruolo<br />
all'interno del quadro militare. Tuttavia, anche se un colonnello evocato da<br />
Giulio Cesare Abba in Uomini e soldati. Letture per l'<strong>esercito</strong> e per il popo<br />
lo consacrava gli alpini come i « più fortunati » « tra tutti i soldati ,, , perché<br />
facevano il servizio militare « quasi sulle porte di casa » (« state sotto le armi<br />
più allegri perché sempre in mezzo a gente paesana »), si finiva sempre per<br />
considerarli non un esperimento-pilota di ordinamento territoriale, che pri<br />
ma o poi sarebbe stato esteso al resto d'Italia, ma un'anomalia (come un'a<br />
nomalia, sia pure di altro genere, era stato anche il prototipo degli alpini,<br />
i garibaldini Cacciatori delle Alpi) imposta dalla morfologia della penisola 24.<br />
Che, anche dopo la svolta prussiana dei primi <strong>anni</strong> 1870, l'<strong>esercito</strong> italiano<br />
rimanesse fedele ad una vocazione che privilegiava la « scioltezza », una<br />
,, scioltezza , del resto considerata negli <strong>anni</strong> 1880 un postulato di una poli<br />
tica offensivistica pronta ad impegnarsi sul fronte coloniale, lo attestava lo<br />
stesso Marselli quando intitolava la sua opera principale sulle istituzioni mi<br />
litari italiane La vita del reggimento. In essa il generale opponeva, tra l'altro,<br />
il campo, i bivacchi, le marce alla grama routine della caserma: la