Rossana Copez, Si chiama Violante - Sardegna Cultura
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È il 1386.<br />
Donna <strong>Violante</strong> Carròz arriva al Castello di Quirra.<br />
La nuova feudataria. Donna. E senza spada.<br />
Ad accoglierla, funzionari e castellano.<br />
La folla è un coro di evviva. Tutti si mostrano compiaciuti<br />
ed entusiasti, colpiti dalla giovane età della<br />
nuova <strong>Si</strong>gnora.<br />
– Benvenuta al castello, donna <strong>Violante</strong>, – risuona<br />
tutto intorno.<br />
E lei, timida ed impaurita, ma soprattutto stanca,<br />
molto stanca, sa dire soltanto:<br />
– La strada è lunga e faticosa per arrivare a questo<br />
nido d’aquile.<br />
– Le aquile hanno lunga vista, mia <strong>Si</strong>gnora, – la<br />
conforta il castellano don Ignacio, – e da qui si può vedere<br />
il mare, e le golette dei Saraceni, e lì i monti, ed oltre<br />
essi il Giudicato d’Arborea, dov’è padrona la giudicessa<br />
Eleonora, la terribile Eleonora.<br />
– Questa terra non è ricca, ma vicino al mare vi sono<br />
stagni, donna <strong>Violante</strong>, e sono pieni di pesci. E nelle<br />
campagne, le nuvole… sono uccelli di passo: la selvaggina<br />
non mancherà di certo alla vostra tavola, – così la<br />
accoglie quel panciuto di don Ignacio.<br />
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