Rossana Copez, Si chiama Violante - Sardegna Cultura

Non riuscii a sottrarmi al nuovo racconto.
Teresa si presentò alcuni giorni dopo, con reverenza
e cautela, nei miei appartamenti.
Per prima mise dentro la testa e poi si fece avanti
con tutta la sua figura. Portava anche quel giorno un
bell’abito ampio e con le balze, sempre di colore scuro.
Mi sorrise timidamente, come aspettando il mio di sorriso,
prima di aprire completamente il suo.
La accontentai.
Il suo sguardo bonario mi ringraziò.
Ancora una volta, esattamente come la precedente,
spostando con mano veloce la balza della gonna, si accomodò
nella poltrona di cuoio che stava proprio di
fronte a me. Ma come la prima volta non era accomodata
del tutto. Neanche per un momento, durante il suo
racconto, si rilassò completamente. Mi guardava, mentre
parlava, a scrutarmi occhi e anima.
Altra storia, altro veleno.
Questa volta più amaro. Argomento del narrare: le
imprese di mio padre, Berengario II.
3
* * *
61