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Rossana Copez, Si chiama Violante - Sardegna Cultura

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Eppure è come lo voleva lui: uno scrigno di tesori. Ma,<br />

pensate, questi arredi, la poltrona di fine cuoio dove voi<br />

stessa siete seduta in questo momento, le belle statue che<br />

ornano tutti i corridoi del castello, quasi a farne i guardiani,<br />

sono preziosi, preziosi e sacri. Sì, donna <strong>Violante</strong>,<br />

sacri… perché erano di una chiesa della città … Il nome<br />

della chiesa? No, adesso non mi viene, ma il resto lo ricordo<br />

bene e ora ve lo racconto per benino. Scusatemi<br />

voi e mi perdoni Iddio se la storia mi fa ancora sorridere.<br />

Pare che ci sia stato un assedio vero e proprio alla<br />

città. Il male era che qualcuno potesse fare bottino sacrilego.<br />

Ma il vostro grande nonno si offrì di proteggere<br />

lui stesso tutti gli arredi sacri. Proteggere e conservare<br />

nell’unico posto sicuro di tutta l’isola: il suo castello appunto.<br />

E così furono portati, pensate, una notte, di nascosto.<br />

Lunghe file di uomini scaricarono qui tutti questi<br />

santi, e ancora ostensori d’oro, arazzi cuciti coi fili d’oro<br />

e d’argento, pale d’altare dipinte, con le vite di santi sconosciuti,<br />

ma sempre santi.<br />

Che nonno avete avuto! Diceva sempre: “Oltre il<br />

ponte un altro mondo, mondo nemico, da conquistare,<br />

da assoggettare.”<br />

Pensate che ad un certo punto - l’ingratitudine non<br />

ha proprio limiti - il Re in persona e il priore di quella<br />

chiesa, passato il pericolo, secondo loro, volevano la restituzione<br />

di tutto quel ben di Dio. San Saturnino! Ecco,<br />

così si <strong>chiama</strong>va quella chiesa: di San Saturnino. Veramente<br />

era un monastero, ma chissà poi i monaci<br />

dov’erano finiti… Comunque, il vecchio Berengario<br />

non ne volle sapere. Allora i suoi nemici, ed erano tanti,<br />

lì al castello della città, dove vi siete fermata giorni fa dopo<br />

il vostro arrivo, lo volevano mandare via da quest’i-<br />

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sola, da questo castello. Ma lui niente. Stette al suo posto,<br />

protetto dai torrioni esterni e forte delle torri interne:<br />

un solo spirito, una sola memoria! Che uomo!<br />

E infatti se siete qua, ora, col vostro titolo - ma questa<br />

è storia recente che conoscerete bene - è grazie a vostro<br />

nonno. Lui, e solo lui, volle e ottenne direttamente dal<br />

Re la successione femminile per il feudo.<br />

Alla morte della moglie adorata, che non ebbe la<br />

gioia di dargli eredi, né maschi né femmine, si risposò.<br />

La nuova sposa era la potente nobildonna catalana<br />

Gerardona di Ribelles. Vostra nonna, donna <strong>Violante</strong>.<br />

* * *<br />

Tacque la rossa Teresa. E per la prima volta da quando<br />

aveva cominciato a raccontare, si accomodò meglio<br />

sulla seggiola. Un lieve rossore le aveva acceso le guance<br />

per la foga del parlare.<br />

La grandezza di mio nonno!<br />

La guardavo confusa e incredula. Ma quelle erano<br />

gesta eroiche?<br />

E quell’Açen, umiliato e defraudato dei suoi territori,<br />

e quegli uomini morti durante le operazioni di contrabbando,<br />

e quel trasferimento di arredi sacri?<br />

No, non era proprio l’immagine che conservavo di<br />

mio nonno; e ancora meno di quello tutto umiltà che<br />

baciava il crocifisso in punto di morte.<br />

* * *<br />

– E di vostro padre? Non volete sapere di vostro padre?<br />

Teresa aveva assunto nuovamente quella posizione:<br />

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