Rossana Copez, Si chiama Violante - Sardegna Cultura
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Il mio arrivo alla città di Cagliari era stato preceduto<br />
da voci che avevano stuzzicato mille curiosità.<br />
E si erano interrogati, nobiluomini e dame, per niente<br />
bendisposti ad accettare come buona la stravagante<br />
decisione della Corona.<br />
Soprattutto don Paolo e don Federico, preposti ad<br />
alte cariche di controllo su parte dell’Isola, lì, al Castello<br />
di Cagliari, avevano discusso e discusso…<br />
Don Paolo occhio strabico, non ancora al corrente<br />
del mio incarico, voleva sapere e sapere da don Federico<br />
cosa pensavano di fare in Spagna, per coprire il vuoto<br />
lasciato dalla morte di Berengario mio padre.<br />
Quando aveva sentito che una donna avrebbe dovuto<br />
reggere tutto, lì al Castello di Cagliari, al Castello di<br />
San Michele e laggiù sui monti al Castello di Quirra, diventò<br />
di tutti i colori e l’occhio roteò come impazzito:<br />
– U… una donna? E che follia è mai questa? – aveva<br />
commentato scandalizzato.<br />
Sfoggiava, l’altro, don Federico, il suo presunto intuito<br />
politico: – Calma, don Paolo, non è follia, no…<br />
no… non è una cattiva pensata. È bene che il feudo di<br />
Quirra non passi ad un’altra famiglia aragonese, che resterebbe,<br />
magari, in Spagna e affiderebbe a chissàchi la<br />
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