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Rossana Copez, Si chiama Violante - Sardegna Cultura

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Re e in nome di Dio? Iddio, mia cara <strong>Violante</strong>, non pare si<br />

occupi di queste cose e, quanto al Re… in tutta l’isola vorrebbe<br />

sentire solo il ragliare degli asini, far tacere le teste e<br />

le bocche affamate. Ricorda, <strong>Violante</strong>, qualunque cosa tu<br />

dica o faccia, se la porterà via il vento. La Storia, mai dirà<br />

di te. Temi la vergogna? Il disonore? Di fronte a chi? Il<br />

sangue non disseta, mia Viola, ricordalo…<br />

Ogni volta era così Felipe.<br />

Appariva, parlava, sgridava, sentenziava e poi via…<br />

mi lasciava nella disperazione, disorientata più che mai.<br />

Nel frattempo, don Ignazio mi aveva spiata e, accesa<br />

la sua fantasia più che mai, si era precipitato dai suoi pari<br />

a sfoggiare il suo “iosìchesocose”.<br />

– Ho visto cose, signori, ho sentito cose, signori… La<br />

nostra contessa e il vecchio pescatore di stagno… faccia<br />

a faccia… – e gli occhi sempre più bovini.<br />

– Confabulavano i due… – e il naso sempre più rosso,<br />

ansimava, – e poi, dovete sapere che la galea saracena…<br />

non era saracena…<br />

– Come? Come? – insistevano gli altri con occhi lunghi<br />

a carpire notizie.<br />

– Questa mattina, – riprendeva don Ignazio, reggendosi<br />

la pancia con le mani, – è stato portato qui con le<br />

guardie, e… e… ha parlato da solo con lei. Bene… io,<br />

sapete, l’interesse… il dovere… di sapere… insomma,<br />

<strong>Si</strong>gnori… ho spiato.<br />

– E cosa avete visto? E cosa avete sentito? – urlava la<br />

morbosità dei presenti.<br />

– Sentito e visto cose! Parlavano i due: fitto fitto. Pare<br />

che non siano stati i Saraceni a rapire, ma gli stessi<br />

Sardi…<br />

118<br />

– Cosa? Gli stessi Sardi? Como es posible?<br />

Tremava la voce in gola al vecchio don Ignazio:<br />

– E poi, lei, è… è rimasta sola, così, occhi sbarrati,<br />

e… abbandonata! Sembrava parlare con qualcuno che<br />

non c’era… pareva, pareva… parlasse col Maligno! Ecco,<br />

col Maligno.<br />

– Era scomposta? – chiese uno.<br />

– Lo avevo immaginato, io, – disse un altro.<br />

– Cosa diceva? – un altro ancora.<br />

– Era scomposta? – sempre la stessa bava.<br />

– In quali mani, in quali mani… una contessa che<br />

parla a tu per tu con un servo! Che ci nasconde i messaggi<br />

del Re, che ci nasconde la verità sul rapimento delle<br />

nostre guardie… signori, è troppo grave! Il feudo è in<br />

pericolo. <strong>Si</strong>amo nelle mani di una…<br />

– Avvisiamo Callèr, – fu il coro;<br />

– Avvisiamo Callèr, – tutti d’accordo.<br />

– Un messaggio sia subito inviato!<br />

– E aspettiamo le decisioni della Corona.<br />

E lo fecero davvero.<br />

E quel messaggio arrivò a Cagliari. Al Castello di Cagliari.<br />

Due uomini a commentarlo: don Paolo e don Federico.<br />

In una giornata di quelle…<br />

<strong>Si</strong> era in un novembre che non ne voleva sapere di<br />

piovere.<br />

I due, seduti l’uno di fronte all’altro, in alte seggiole,<br />

si scambiavano opinioni sul tempo, così come fanno<br />

tutti quelli che credono di essere vivi.<br />

<strong>Si</strong> guardavano e parlavano a turno… che non ne voleva<br />

sapere di buttare giù acqua, quell’anno… che quel-<br />

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