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Rossana Copez, Si chiama Violante - Sardegna Cultura

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– Un’occhiata, un’occhiata soltanto è bastata tra noi:<br />

non avevamo alcuno scampo. Gli abbiamo messo tra le<br />

mani quei soldati un po’ malconci: il fumo delle nostre<br />

case, lì, di fronte ai nostri occhi, era più forte di qualunque<br />

arma. La nave, poi, nella semioscurità dell’alba, ha<br />

ripreso il mare. Quei Saraceni si sono ripresi il mare<br />

proprio come ne fossero i padroni.<br />

Hanno parlato a turno, senza sovrapporsi, senza tentennamenti,<br />

con partecipazione reciproca e intesa perfetta,<br />

frutto della comune disavventura e della comune<br />

salvezza. Ora tacciono e aspettano. Aspettano di vedere<br />

nel viso di Pedru ammirazione e compiacimento.<br />

Ora aspettano l’approvazione.<br />

Ma Pedru li guarda con uno sguardo diverso dal solito:<br />

– Il gioco è stato molto pericoloso, non c’è dubbio.<br />

Marielène è persa, ormai, e forse anche altri. Sì, anche<br />

altri, perché ho tristi pensieri, non so cosa possa accadere.<br />

Voi vi siete conquistati la libertà. Ma vedete, quelli<br />

sono rinnegatori di Dio e vi facevano servi; questi, ci<br />

fanno servi, ma li conosciamo: credono nel nostro stesso<br />

Dio, anzi sembrano più cristiani di noi; e forse è per<br />

questo che sono così potenti. Forse è il Padreterno che<br />

li aiuta, che vuole che siano padroni. Noi non possiamo<br />

diventare amici dei Saraceni e non possiamo considerarci<br />

cristiani se facciamo patti coi nemici di Dio. <strong>Si</strong>amo<br />

poco convinti, perfino, della santità dei nostri santi,<br />

e forse è per questo che Iddio ci punisce: a non essere<br />

padroni neppure nelle nostre terre. La potenza degli<br />

Aragonesi è protetta dall’alto.<br />

Pare terminare così il vecchio il suo rimprovero, ma<br />

aggiunge che la nuova feudataria è una… una… beh…<br />

che forse è diversa dai soliti padroni. E lo dice lenta-<br />

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mente, come leggendo dentro di sé. Gli altri lo guardano<br />

stupiti, mentre Pedru continua:<br />

– Sembra che guardi al di sopra delle nostre teste e<br />

delle nostre miserie, questa è l’impressione che mi fa:<br />

che con questo mondo abbia poco a che fare… <strong>Si</strong> <strong>chiama</strong><br />

<strong>Violante</strong>, donna <strong>Violante</strong>, – dice scuotendo la testa.<br />

– È una mia sensazione, mi sbaglierò, sarà perché sono<br />

vecchio e odoro più di incenso che di vita, ma quella<br />

donna non sembra di questa terra.<br />

– È lei, però, ora ad imporre le tasse, – comincia<br />

uno degli scampati.<br />

– Un quarto del pescato va al suo Castello, – aggiunge<br />

un altro.<br />

– Vive in un castello, lei.<br />

– E noi nelle capanne…<br />

– Le nostre donne si rompono la schiena mattina e<br />

sera sui campi.<br />

– I nostri bambini hanno fame e muoiono per le<br />

malattie.<br />

– Hanno la pancia gonfia e il viso scavato.<br />

Pedru li mette a tacere tutti, e basta un gesto, le<br />

braccia protese verso di loro, i palmi aperti. Altrimenti<br />

quelli non si stancherebbero di dire e dire contro di lei,<br />

donna <strong>Violante</strong>, e contro il Padreterno…<br />

Ma è solo una tregua, perché si lamenta subito uno:<br />

– Pedru, a volte non vi capiamo proprio. <strong>Si</strong>ete sempre<br />

stato voi a farci discorsi di libertà, giù alla peschiera.<br />

I vostri discorsi di libertà respirati insieme al profumo<br />

del pesce. Ma ora, ora… boh!…<br />

– Torniamo alle nostre case, fa un altro, – hanno bisogno<br />

di noi.<br />

Lasciano Pedru solo, si incamminano verso casa,<br />

quegli uomini, un tempo rapiti e ora tornati, e com-<br />

111

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