Erthole - Sardegna Cultura

parlato solo della vita fuori dal carcere, dimenticandomi quasi
della loro condizione di reclusi.
Era tardi. Mi alzai per primo e molti detenuti sfilarono
davanti al tavolino per stringermi la mano.
– Torradebonne, 76 – mi sussurrò il giovane ergastolano.
Gli feci un cenno di assenso. Capivo ciò che voleva dirmi
con quell’invito che poteva apparire stravagante. Che importanza
aveva se quel luogo non era la sua casa? C’era lui,
con i suoi ricordi che portavano fuori da quella prigione,
dove pareva capitato per caso. Tottu munnu est.
76. Tornateci.
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XXVIII
Era già arrivato il grande caldo d’agosto, ne sentivo l’odore
che saliva dalla nudità della terra: un odore d’incendi lontani,
di sassi riarsi, di polvere e di fumo senza cenere. Ma Erthole,
con i suoi soli che mitigavano tutto, togliendo asprezza alle
piogge e ai venti, era infinitamente lontano dai deserti del
mondo; m’appariva sempre più come il luogo di una possibile
salvezza. Eppure, proprio ora che credevo di non conoscere
turbamenti di stagioni, sentivo un’intima inquietudine,
che diventava cupa disperazione nel silenzio che mi circondava.
Tutto mi dava pena: l’assenza di Luca, che non vedevo
da settimane, da quando era giunta la notizia dell’arresto di
Bambinu; il distacco di su Mudu, inafferrabile anche lui, come
se volesse respingermi; la mia incapacità di uscire da me
stesso. Mi sentivo solo e temevo di essere caduto nei labirinti
dell’oblio, di non avere altro da attendere che ore e giorni
destinati a ripetersi inutilmente.
Era mutato anche il mio rapporto con Maddalena, che
insieme ai ricordi aveva ritrovato anche la pienezza del suo
essere donna; e questa rivelazione, forse, era all’origine della
mia pena. Veniva lei, ora, a portarmi le provviste e il «cambio»
della biancheria. Paschedda era partita e si struggeva in
altre ansie, attendendo invano, nel casolare di una terra lontana,
che Zommaria tornasse a prenderla, come le aveva promesso
quando ancora erano caldi i fumi dei sensi.
– Gai siat sa preda, 77 – ripeteva Maddalena, raccontando
la disperazione di sua madre per lo stato in cui era caduta
quella figlia sfortunata.
– Sì, il collo se l’è rotto. Lo temevo… non ci sono colpe
di Zommaria o di altri, astrada 78 era.
77. Così sia la pietra.
78. Segnata dagli astri.
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