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– Si ricorda senza un perché… vedendoti quassù pensoso…<br />
forse sono tornato a <strong>Erthole</strong> per riprendere quella ricerca.<br />
Mi chiese se avevo trovato, ma pareva non avesse più<br />
alcuna curiosità.<br />
– Ora che tu mi sfuggi…<br />
Abbassò la testa, come se volesse affondare lo sguardo<br />
nella pietra che ci accoglieva.<br />
– Forse fuggo me stesso.<br />
Si curvò di più, quasi dovesse scavare le parole. Sentivo<br />
il bisogno di parlargli ancora di me.<br />
– Anche la mia venuta a <strong>Erthole</strong>… Apparivo sano nel<br />
corpo e nella mente…<br />
Luca sollevò gli occhi e mi guardò con distacco.<br />
– So da dove venite.<br />
Sapeva già tutto di me e io soffrivo di non potermi più<br />
raccontare.<br />
– A <strong>Erthole</strong> sto bene, ma vogliono che riprenda il mio<br />
posto, mi hanno scritto più volte, dicono che c’è bisogno di<br />
me.<br />
Non mi rispose. Si alzò: doveva andare.<br />
– Unu bisonzu, 60 – disse e capii che voleva restare solo.<br />
– Ti lascio –. Ero contrariato.<br />
– Contavate molto, – rispose lui senza fermarsi, come se<br />
in quel suo tacere avesse pensato a me.<br />
– Isconzare 61 così un’esistenza…<br />
Era un invito a restare ancora con lui, e io ne fui contento.<br />
Speravo che uscisse da quella tristezza che lo allontanava<br />
da me.<br />
– Non è luogo pro istare, dicono che qui ci sia s’abb’irmentica.<br />
Appariva nuovamente saggio parlando degli oblii di <strong>Erthole</strong>.<br />
Gli rappresentai me stesso, sospinto senza sosta in un<br />
universo dove niente sembrava avere forza propria.<br />
– Quelli come me frantumano il tempo e la vita in un’infinità<br />
di gesti e di parole senza intelligenza.<br />
60. Una necessità.<br />
61. Disfare.<br />
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Pareva che Luca non riuscisse a seguirmi e io volevo rendere<br />
comprensibile ciò che forse non era chiaro neanche a<br />
me stesso. Sentivo il bisogno di fermarmi, come se pensieri<br />
e parole in me potessero trovare chiarezza soltanto nella gravità<br />
dello star seduto, che portava a fingere corse senza moto.<br />
Lui invece temeva le soste.<br />
– Rucramus inoche. 62 Dicevate?<br />
Era lui che sollecitava quel mio confuso raccontare, ora.<br />
Tornai al filo della pietra, itinerario dolente della mia esistenza.<br />
– È come se avessi vissuto due vite…<br />
Luca mi conduceva per luoghi inesplorati dove il tempo<br />
e la stagione pareva naufragassero in un eterno, indeciso pomeriggio.<br />
– Dove andiamo? – chiesi.<br />
Luca affidò a un cenno della testa l’impossibile risposta:<br />
nel nostro andare non c’era un «dove».<br />
– Sono sceso anch’io a Badd’e neulas.<br />
Richiamava le mie visioni; dolori e terrori non erano solo<br />
miei. Disse degli scherzi che faceva il sangue certe volte in<br />
quei luoghi; era come se volesse trovare la ragione delle nostre<br />
follie.<br />
Mi addossai al tronco del primo albero che riuscii a raggiungere,<br />
sentivo le tempie pulsare violentemente. Luca si avvicinò<br />
e mi tastò la fronte con la mano.<br />
– Buddida est. 63<br />
Si allontanò di corsa raccomandandomi di tenere gli occhi<br />
chiusi. Tornò subito e mi appoggiò alla fronte dei licheni<br />
pestati che aveva raccolto nel fondo di un macchione.<br />
– Non è niente.<br />
M’impose di distendere le gambe e di non aprire gli occhi.<br />
Obbedivo docilmente, contento che si prendesse cura di<br />
me. La linfa dei licheni pareva arrestasse i tumulti della testa,<br />
che non mi doleva più.<br />
– Sangramus. 64<br />
62. Attraversiamo qui.<br />
63. Bollente è.<br />
64. Salassiamo.<br />
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