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La meccanica dei fluidi - Treccani

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<strong>La</strong> <strong>meccanica</strong> <strong>dei</strong> <strong>fluidi</strong>


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Le prime misure della pressione (I)<br />

II liquidi e i gas, a differenza <strong>dei</strong> solidi,<br />

non resistono a sforzi di taglio. Il modo in<br />

cui la sostanza cede (sotto l’azione dello<br />

sforzo) è misurata dallo scorrere degli<br />

strati dl fluido l’uno sull’altro, introducendo<br />

il concetto di viscosità. Il fluido è ideale se<br />

la viscosità è trascurabile. In un liquido<br />

(non necessariamente ideale) in quiete, la<br />

mancanza di forze di taglio (conseguenti<br />

all’ipotesi della quiete) implica forze<br />

sempre perpendicolari a qualunque<br />

superficie interna al fluido.


Le prime misure della pressione (II)<br />

Dall’assenza di scorrimenti segue che la<br />

pressione (l’intensità della forza normale<br />

su unità di superficie) non dipende dalla<br />

direzione. I valori di questa grandezza<br />

varieranno però all’interno del liquido<br />

stesso a causa del peso, secondo la<br />

semplice relazione associata al nome di<br />

Stevino:<br />

Dp=rgh<br />

Il simbolo Dp indica la differenza di<br />

pressione tra due punti del liquido, r la<br />

densità, g l’accelerazione di gravità e h la<br />

distanza che separa i due punti.


Le prime misure della<br />

pressione (III)<br />

<strong>La</strong> relazione di<br />

proporzionalità tra<br />

variazioni di pressione e<br />

dislivello (quota) del liquido<br />

consente la costruzione di<br />

semplici strumenti per la<br />

misura della pressione<br />

atmosferica. Nel barometro<br />

di Torricelli, (schematizzato<br />

nella figura) la densità<br />

elevata del liquido<br />

manometrico (il mercurio)<br />

mantiene lo strumento in<br />

dimensioni contenute.


Le prime misure della<br />

pressione (IV)<br />

Nel caso in cui si<br />

adoperasse l'acqua, al<br />

posto del mercurio, il<br />

barometro assumerebbe<br />

dimensioni<br />

considerevoli: come<br />

mostra efficacemente<br />

Otto von Guericke nel<br />

Seicento con la<br />

costruzione di un<br />

barometro ad acqua di<br />

altezza 10 metri


Le prime misure della<br />

pressione (V)<br />

<strong>La</strong> misura della pressione<br />

di un generico fluido,<br />

avviene con un tubo a<br />

forma di U riempito<br />

parzialmente di un liquido,<br />

aperto alle estremità;<br />

confrontando la pressione<br />

del fluido con la pressione<br />

normale dell’aria. Nel<br />

manometro differenziale<br />

così realizzato la<br />

differenza di pressione è<br />

valutata sempre attraverso<br />

il dislivello del liquido<br />

monometrico (solitamente<br />

mercurio).


Le prime misure della<br />

pressione (VI)<br />

Nell’esempio in figura,<br />

essendo la pressione del gas<br />

superiore a quella dell’aria, il<br />

valore della pressione<br />

atmosferica, 760 mm Hg, va<br />

aggiunto all’altezza h.<br />

Oggi, l’unità della pressione<br />

nel Sistema Internazionale è<br />

il pascal (1Pa=1N/m 2 ) e il<br />

valore normale della<br />

pressione atmosferica è<br />

101.325 Pa. Le misure della<br />

pressione arteriosa, realizzate<br />

con lo sfigmomanometro,<br />

sono indicate invece ancora<br />

con i millimetri di mercurio.


<strong>La</strong> misura della<br />

pressione in un<br />

fluido in<br />

movimento (I)<br />

Nei laboratori<br />

scientifici delle scuole<br />

secondarie di<br />

secondo grado non è<br />

molto diffuso un<br />

semplice apparato<br />

(normalmente<br />

associato al nome di<br />

Giovanni Battista<br />

Venturi) come quello<br />

della Pearson,<br />

rappresentato nella<br />

foto accanto.


<strong>La</strong> misura della<br />

pressione in un<br />

fluido in<br />

movimento (II)<br />

Un cilindro aperto<br />

alle estremità<br />

presenta una<br />

strozzatura centrale e<br />

tre manometri<br />

differenziali riempiti<br />

di un liquido colorato<br />

connessi alle varie<br />

sezioni del tubo. I<br />

valori differenziali<br />

sono ovviamente<br />

nulli a causa<br />

dell’uguaglianza delle<br />

pressioni nei rami <strong>dei</strong><br />

manometri.


<strong>La</strong> misura della pressione in un fluido in<br />

movimento (III)<br />

Collegando un’estremità del tubo di Venturi a un<br />

compressore, i manometri permettono di<br />

osservare come mettendo in movimento l’aria<br />

(diciamo con un flusso che va da sinistra verso<br />

destra) si creino all’interno del fluido zone con<br />

pressione più elevata e zone con pressione<br />

inferiore a quella atmosferica di riferimento.


<strong>La</strong> misura della pressione in un fluido in<br />

movimento (IV)<br />

Il movimento modifica la pressione nei diversi<br />

punti dell’aria (anche considerando lo stesso<br />

livello orizzontale). Cerchiamo di capire cosa<br />

succede alle velocità del fluido all’interno del<br />

tubo. Nella strozzatura la velocità dell’aria è<br />

maggiore rispetto al resto del condotto questo<br />

perché nel restringimento, per mantenere<br />

costante la portata, l’area della sezione<br />

trasversale più piccola deve corrispondere alla<br />

velocità massima.


<strong>La</strong> misura della pressione in un fluido in<br />

movimento (V)<br />

L’area S e la velocità v, se gli attriti non sono<br />

importanti, sono grandezze inversamente<br />

proporzionali. L’equazione di continuità<br />

S·v=costante<br />

è caratteristica solo <strong>dei</strong> flussi stazionari, in cui il<br />

fluido ideale è, nel tempo, sostituito da altro<br />

fluido che mantiene la stessa velocità. Quindi,<br />

osservando le misure manometriche, nel tratto di<br />

tubo dove la velocità è più alta la pressione del<br />

fluido è inferiore alla pressione atmosferica,<br />

mentre negli altri tratti supera quella dell’aria<br />

esterna.


<strong>La</strong> misura della pressione in un fluido in<br />

movimento (VI)<br />

Idealizzando il flusso come stazionario, e<br />

considerando un fluido a densità costante<br />

(omogeneo e incomprimibile), con viscosità<br />

trascurabile che scorre senza attriti all’interno di<br />

un condotto, privo di vortici (irrotazionale), la<br />

legge di Stevino si può generalizzare<br />

introducendo, in ogni punto, un termine cinetico<br />

rv 2 /2<br />

(il semiprodotto della massa volumica per il<br />

quadrato della velocità con la quale il fluido<br />

transita in quel punto).


<strong>La</strong> misura della pressione in un fluido in<br />

movimento (VII)<br />

Applicando il principio di conservazione<br />

dell’energia si ottiene l’equazione detta di<br />

Bernoulli:<br />

p+rgh+ rv 2 /2 =costante<br />

in cui la pressione di un fluido ideale in<br />

movimento è uguale alla somma di termini statici<br />

e dinamici. Una diversa interpretazione della<br />

stessa equazione è possibile, in idrodinamica,<br />

dividendo tutti i termini per la quantità costante<br />

rg e trasformandoli così in distanze. Il carico<br />

effettivo (l’altezza generalizzata) viene così a<br />

dipendere da un termine v 2 /2g detto allora<br />

altezza cinetica.


Le applicazioni dell’equazione di<br />

Bernoulli (I)<br />

Le semplificazioni legate alla dimostrazione del<br />

teorema di Bernoulli sono spesso dimenticate e<br />

l’enunciato “all’aumento di velocità corrisponde<br />

una riduzione di pressione” diviene la chiave per<br />

la spiegazione di una miriade di effetti qualitativi<br />

in aerodinamica e idrodinamica. È vero che,<br />

soffiando tra due fogli di carta, la velocità,<br />

maggiore nello spazio ristretto tra i due fogli<br />

rispetto a quella di uscita, fa sì che la pressione<br />

atmosferica esterna ai fogli (maggiore di quella<br />

tra i due fogli) li spinga ad accostarsi.


Le applicazioni dell’equazione di<br />

Bernoulli (II)<br />

Si può ripetere la stessa esperienza con un<br />

singolo foglio sorretto a un’estremità con le mani,<br />

soffiando sulla sua faccia superiore.


L’effetto Magnus (I)<br />

Un oggetto come un cilindro, in rotazione,<br />

investito da una corrente d’aria, con un<br />

profilo più semplice di quello dell’ala,<br />

permette una descrizione qualitativa di alcuni<br />

fenomeni in cui gli effetti viscosi sono<br />

confinati a distanze molto prossime al bordo<br />

dell’oggetto stesso.


L’effetto<br />

Magnus (II)<br />

Una soluzione<br />

delle equazioni<br />

fluidodinamiche<br />

(simili a quella<br />

dell’elettromagn<br />

etismo) è<br />

rappresentata<br />

da linee<br />

simmetriche di<br />

corrente di<br />

flusso<br />

stazionario<br />

intorno al<br />

cilindro<br />

(figura a).


L’effetto Magnus (III)<br />

Nello spazio non occupato dal<br />

cilindro si potrebbe calcolare<br />

un potenziale, il campo delle<br />

velocità e infine la pressione<br />

(utilizzando l’equazione di<br />

Bernoulli). Senza effetti<br />

viscosi il cilindro non<br />

risentirebbe di alcuna forza.<br />

Un’altra soluzione possibile,<br />

considerando il cilindro come<br />

una singolarità in cui gli effetti<br />

viscosi sono confinati a un<br />

sottile strato di fluido in<br />

prossimità del corpo, sono<br />

linee di flusso circolari nello<br />

stesso senso della rotazione<br />

del cilindro (figura b).


L’effetto Magnus (IV)<br />

L’effetto chiamato Magnus è importante in<br />

tutti quei problemi balistici in cui i corpi<br />

lanciati (proiettili, missili, palle da gioco)<br />

sono in rapida rotazione. Si ottengono così<br />

i famosi tiri a effetto nei calci di punizione.<br />

Meno conosciuta è l’impressionante<br />

applicazione di cilindri rotanti investiti da<br />

una corrente d’aria per ottenere una<br />

spinta complessiva in imbarcazioni del tipo<br />

rotore di Flettner.


L’effetto Magnus (V)<br />

Nelle foto seguenti sono rappresentate,<br />

rispettivamente, il primo modello costruito<br />

negli anni venti del secolo scorso (a<br />

sinistra)e una nave recente, E ship,<br />

ripresa durante la fase di costruzione nel<br />

cantiere tedesco (a destra).


L’effetto Magnus (V)<br />

Nelle foto seguenti sono rappresentate,<br />

rispettivamente, il primo modello costruito<br />

negli anni venti del secolo scorso (a sinistra)e<br />

una nave recente, E ship, ripresa durante la<br />

fase di costruzione nel cantiere tedesco (a<br />

destra).


Altri video:<br />

Video1 <strong>La</strong> fisica <strong>dei</strong> <strong>fluidi</strong> Raiscuola Clic<br />

Video2 Flettner rotor (E ship, in tedesco) Clic<br />

Video3 Effetto magnus Clic<br />

Video4 Venturi tube (in inglese) Clic<br />

Video5 Aerodinamica: i principi (molte cose da precisare<br />

però) Clic<br />

Video6 Bernoulli 5 (solo la prima parte, nella parte sui<br />

frisbee c’è il solito fraintendimento) Clic<br />

Video7 Leonardo da Vinci studi sull’acqua Clic<br />

Video8 Misurazione della pressione arteriosa Clic

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