La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini
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monumento ed al consorzio agrario; poche ore <strong>di</strong> riposo e poi via fino al ponte <strong>di</strong><br />
Balcot, dove lì invece vi era del bel posto e si fermava tutto il giorno per far riposare le<br />
pecore ma anche per i nostri poveri pie<strong>di</strong> che usciva il sangue. Alla mattina, ma molto<br />
presto, bisognava partire per traversare Lovere per portarsi su fino a Pianico ed ormai<br />
eravamo nella provincia <strong>di</strong> Bergamo e così si cominciava a <strong>di</strong>re che si era fatta meza<br />
strada; la sera si arrivava a Cavaletti. Lì era un grande bel posto perché vi era un grande<br />
cortile che ci stava tutte le pecore e in più la stalla per il somaro; così la sera mi<br />
facevano le mon<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> mangiare e per noi era un grande cambiamento; ma io e il mio<br />
fratello mi si chiudeva gli occhi del sonno e siamo andati fuori vicino alle pecore con<br />
<strong>una</strong> coperta sotto e <strong>una</strong> sopra e siamo dormentati subito, invece i padroni sono rimasti<br />
ancora nella osteria a contare storie perché loro avevano molti conoscenti perché<br />
pasavano due volta a l'anno. <strong>La</strong> mattina presto ancora scurissimo mi <strong>di</strong>ce il padrone più<br />
vecchio che si chiama Giovanni che vi erano circa do<strong>di</strong>ci Km <strong>di</strong> lago <strong>di</strong> costeggiare e<br />
dovevo sempre stare io davanti alle pecore così imparavo e lui andava sul caretto; così<br />
facevo ed iniziava a piovere ed io ero molto piccolo con <strong>una</strong> mantellina intorno ed era<br />
molto lunga ed ogni tanto le pecore me la pestavano sotto i pie<strong>di</strong> ed io andavo in terra,<br />
allora <strong>di</strong>cevo: ma se è lungo questo lago <strong>di</strong> En<strong>di</strong>ne. Così dopo pochi Km del lago siamo<br />
arrivati alla Casazza, un paese piccolo ma molto sparso e si poteva cominciare a far<br />
pascolare le pecore e si poteva caminare anche del giorno e riposare <strong>di</strong> notte. Con la<br />
mattina si partiva ancora sempre con il nostro passo e si arrivò a Trescorre dove lì ci si<br />
fermava tutto il giorno perché il padrone Giovanni prendeva con se uno zaino militare e<br />
si recava a Predalunga dove vi era <strong>una</strong> cava <strong>di</strong> pietra che serviva per rifilare le falci per<br />
tagliare il fieno, certo vi era la prima qualità, erano le più belle e lunghe e la seconda<br />
qualità, ma prendeva proprio le più corte la terza qualità, faceva la scelta lui, ne<br />
prendeva un mezo zaino e gli dava pochi sol<strong>di</strong>. Certamente che in quel tempo la gente<br />
conta<strong>di</strong>na si accontentava <strong>di</strong> pocco perché con <strong>una</strong> preda si accontentava un conta<strong>di</strong>no e<br />
ci dava il permesso <strong>di</strong> pascolare il suo terreno si passavano le voci: 'cori a vedere che il<br />
pastore a portato ancora le qut'. Dopo pochi Km siamo arrivati a Seriate, un' altra<br />
fermata del giorno e siamo partiti <strong>di</strong> notte per arrivare a Comun Nuovo. Lì andavano<br />
nel mulino a prendere la farina <strong>di</strong> polenta e si facevano le scorte per tutto l'inverno. <strong>La</strong><br />
sera presto si partiva <strong>di</strong> nuovo e si arrivava a Trezzo d'Adda che restava già provincia <strong>di</strong><br />
Milano. Si pascolava tutto il giorno lungo l'Adda, ma la mattina dopo si parte ancora e<br />
si fa la fermata a Vimercate e i miei padroni mi <strong>di</strong>cevano: coraggio che fra pochi Km<br />
arriviamo a Monza e così è stato; il dì dopo si lasciava la strada dura, ma si costeggiava<br />
un canale artificiale che si chiama Vilores. Dopo tanti chilometri siamo arrivati a<br />
Senago, dove lì vi era <strong>una</strong> fornace dove avevano il posto per mettere sotto i portici le<br />
peccore fatrici. Io ed il mio fratello ci siamo <strong>di</strong>visi: io con il fratello più vecchio<br />
Giovanni siamo stati lì, invece il mio fratello e l'altro fratello Davide sono andati a<br />
Garbagnate con le pecore sterpe che sono i maschi e le pecore non incinte che devono<br />
far mangiare <strong>di</strong> più per venderle con i castràcc per Natale e dopo per Pasqua".<br />
Fig. 21: G. Sottocornola: Verso l’Alpe.<br />
<strong>La</strong> pianura (la batìda)<br />
FIGURA 21<br />
L’area all’interno della quale il gregge si sposta nel periodo invernale può essere più<br />
o meno ristretta; spesso è costituita da un comprensorio <strong>di</strong> 3-4 comuni. All’arrivo