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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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Trasferimento dai monti al piano<br />

Il trasferimento in pianura avviene per mezzo <strong>di</strong> autoarticolati attrezzati per il<br />

trasporto del bestiame. Diversi greggi si spostano ancora a pie<strong>di</strong> sfruttando<br />

ovviamente vie <strong>di</strong> comunicazione ed orari con scarso traffico. L’aumento del traffico<br />

e della densità della rete viaria crea inevitabilmente delle <strong>di</strong>fficoltà per lo<br />

spostamento dei greggi. Esse appaiono legate anche all’ottenimento delle debite<br />

autorizzazioni che sono con<strong>di</strong>zionate alla situazione del traffico. Da parte degli utenti<br />

si nota, però, un atteggiamento più tollerante rispetto a qualche anno fa;<br />

probabilmente ciò è legato alla maggiore sensibilità nei confronti <strong>di</strong> un’attività che<br />

trasmette un’immagine ecologica e antica. Anche se i percorsi dei greggi hanno<br />

dovuto subire delle variazioni rispetto al passato ll pastore <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> adattarsi molto<br />

bene alle trasformazioni del territorio. Oggi utilizza le autostrade, che costituiscono<br />

delle vere e proprie “barriere naturali”, in modo non molto <strong>di</strong>verso da come utilizzava<br />

i fiumi spostandosi lungo i loro bor<strong>di</strong> dove, a volte, riesce nelle “zone <strong>di</strong> nessuno”<br />

utilizzabili anche per il pascolo.<br />

Fig. 20: foto Foppa<br />

FIGURA 20<br />

In passato venivano organizzati anche trasporti ferroviari con carri bestiame tra la<br />

Vallecamonica e Cremona e, ancora più in là nel tempo, era praticato anche il<br />

trasporto lacuale. GOLDANIGA (1995) riferisce che le greggi si imbarcavano a Pisogne<br />

per raggiungere Iseo o Sarnico a seconda della destinazione finale. <strong>La</strong> via d’acqua era<br />

più costosa ma, ovviamente più comoda. In alternativa le greggi che si <strong>di</strong>rigevano<br />

verso Rovato e Chiari o Soncino, dovevano raggiungere Fraine, salire il monte Zone<br />

e scendere a Marone, sulla riva del lago, per raggiungere Iseo. I pastori camuni che si<br />

<strong>di</strong>rigevano nel milanese dovevano invece transitare per Lovere e <strong>di</strong> qui raggiungere la<br />

Val Cavallina e Gazzaniga. Il percorso della transumanza durava circa <strong>di</strong>eci giorni.<br />

Una descizione “dal vivo” del tragitto verso la Padania, tratta dal <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> un macìl<br />

(equivalente <strong>di</strong> famèi, ragazzo con funzione <strong>di</strong> aiuto-pastore) nato nel 1924, è fornita<br />

dal TOGNALI (1989).<br />

“Così arrivava la partenza per la pianura; la prima tappa da Precasaglio a Edolo sempre<br />

a pie<strong>di</strong> si fermava nel mercato vecchio poi metevano il carro nella vicinanza della<br />

trattoria Ron<strong>di</strong>nella, e così facevano <strong>una</strong> bella polenta, eravamo in quattro, due frateli <strong>di</strong><br />

loro padroni e noi due fratelli; e così si davano il cambio anche per mangiare perché le<br />

pecore non si poteva lasciarle sole perché potevano spapare via, e più potevano rubare<br />

un qualche agnello o <strong>di</strong> più. Alle due <strong>di</strong> notte si partiva piano piano si arrivava a Forni<br />

Dalione lì si fermava vicino al fiume Oglio; la mattina seguente bisognava partire<br />

ancora presto perché a attraversare Cedegolo era molto <strong>di</strong>fficile perché la strada era<br />

molto stretta e così <strong>di</strong> notte vi era meno movimento; si arrivava a Capo <strong>di</strong> Ponte si<br />

fermavano vicino al ponte, vicino alla chiesetta <strong>di</strong> San Roc. Lì si fermavano un giorno e<br />

si prendeva un pezzo <strong>di</strong> prato per pascolare un po’ le pecorte e in più riposavano. <strong>La</strong><br />

mattina presto si partiva per arrivare a Breno, ma vi era poco posto vicino al

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