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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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proprietari ed alla vegetazione crede la Centrale Congregazione che sarebbe opportuno<br />

<strong>di</strong>ramare le seguenti prevenzioni:<br />

Ogni pastore che desideri far pascere il proprio gregge sia sopra fon<strong>di</strong> com<strong>una</strong>li, sia<br />

sopra fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> particolari pertinenze dovrà fare domanda in iscritto al Comune se trattasi<br />

<strong>di</strong> fondo com<strong>una</strong>le od al proprietario se trattasi <strong>di</strong> fondo particolare in<strong>di</strong>cando il preciso<br />

luogo nel quale intende far pascolare il gregge, ed il numero delle pecore che vi destina.<br />

Quando l’istanza riguar<strong>di</strong> un fondo com<strong>una</strong>le e si tratti <strong>di</strong> un gregge <strong>di</strong> soffermo, dovrà<br />

sentirsi il Convocato o Consiglio per l’adesione, ottenuta la quale dovrà essere<br />

sanzionata dalla Congregazione Provinciale.<br />

Quando si tratti <strong>di</strong> gregge <strong>di</strong> solo passaggio basterà l’assenso della sola Congregazione<br />

Municipale o Deputazione<br />

Ogni atto <strong>di</strong> annuenza dovrà specificare l’estensione precisa del pascolo che si accorda,<br />

il numero delle pecore che vi si condurranno, l’epoca in cui incomincierà la<br />

pascolazione e quelle approssimativa nella quale terminerà, non che il retributo che<br />

verrà fissato per la concessione del pascolo.<br />

Allorché il fondo che viene accordato al pastore sarà <strong>di</strong> pertinenza particolare il pastore<br />

prima <strong>di</strong> recarvisi dovrà far conoscere alla Congregazione Municipale od alla<br />

Deputazione il permesso o li permessi ottenuti onde ella rilevi se tali permessi<br />

includono con<strong>di</strong>zioni che possino riuscire <strong>di</strong> danno al Comune od agli altri Comunisti e<br />

nulla emergendo in contrario, apposto agli stessi il visto contro la tassa d’uso me farà<br />

copia la quale si esporrà al pubblico onde ogni proprietario a debita cauzione de’ propri<br />

possessi sappia quando vi son greggi in paese ed ove si trovano a passare.<br />

E siccome la base principale delle ostative alla concessione del pascolo è il timore che<br />

le pecore svincolandosi possino apportare danno ai fon<strong>di</strong> per li quali non è stata<br />

accordata concessione al pascolo così ogni permesso dovrà anche in<strong>di</strong>care il numero<br />

delle persone incaricate <strong>di</strong> prestare assistenza al gregge.<br />

Con tali cautele le quali in ultima analisi non fanno che confermare le massime già dall’<br />

Imperial Regio Governo sanzionate non occorre la rinnovazione dell’e<strong>di</strong>tto 25 Aprile<br />

1775 e si metterebbero in tranquillità i proprietari <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> lasciando al tempo stesso<br />

luogo ai pastori <strong>di</strong> poter estendersi anche alla pianura a procurare nutrimento alle<br />

pecore.<br />

Il Presidente dell’Imperial Regia Congregazione Centrale<br />

Questo “regolamento” cerca <strong>di</strong> trovare un punto <strong>di</strong> equilibrio tra le esigenze in<br />

conflitto senza penalizzare la pastorizia. Nonostante l’atteggiamento del governo del<br />

Lombardo-Veneto che, nei rinnovati conflitti tra l’agricoltura intensiva della bassa e<br />

la pastorizia <strong>bergamasca</strong>, assunse <strong>una</strong> posizione equilibrata, rigettando le richieste dei<br />

proprietari terrieri e delle autorità cremonesi, la pastorizia transumante doveva andare<br />

incontro nei decenni successivi ad <strong>una</strong> grave crisi.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>minuzione considerevole del patrimonio ovino bergamasco nell’ottocento non<br />

mancò <strong>di</strong> colpire gli autori dell’epoca. Ignazio Cantù nella sua <strong>Storia</strong> <strong>di</strong> Bergamo e<br />

della sua provincia, e<strong>di</strong>ta nel 1859 (CANTÙ, 1859) fornì questo quadro della crisi<br />

della pastorizia <strong>bergamasca</strong> ottocentesca che considerava inserita in <strong>una</strong> tendenza<br />

secolare.<br />

“Dopo la peste del 1630 decadde assai la pastorizia e la coltura del vino, del miglio,<br />

delle fave, delle rape, dell’orzo; si stese invece fino sulle montagne la coltura del<br />

granoturco, e aumentò quella del gelso” . (Cantù I. pag.817). “Ma dal 1796 al 1801<br />

s’arrestò l’attività anche delle arti tessili, colle domande de’ loro prodotti. E perché

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