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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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Che la lotta tra pastori e agricoltori non escludesse da entrambe le parti giochi <strong>di</strong><br />

astuzia e malizie non è probabile. Più volte abbiamo visto, specie nel XVII secolo,<br />

che i pastori venivano riconosciuti dalla “Giustizia” vittime <strong>di</strong> “molestie” da parte<br />

delle autorità locali che applicando arbitrariamente le <strong>di</strong>sposizioni limitative del<br />

pascolo ovino procedevano a sequestri, e confische senza <strong>di</strong>ritto poi revocate dalle<br />

autorità centrali.<br />

<strong>La</strong> Conferenza Governativa prese in esame le richieste del Mazza valutava che non vi<br />

fosse bisogno <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’E<strong>di</strong>tto che regolava il pascolo ovino (quello già<br />

esaminato del 25 aprile 1775) “per la scarsezza delle mandrie nazionali”. Siamo così<br />

informati che alla fine del ‘700 in Brianza si verificava ancora un afflusso importante<br />

<strong>di</strong> greggi bergamaschi considerato <strong>di</strong> fatto favorevolmente dal Governo. Le autorità<br />

governative nello stesso periodo respinsero altre richieste o iniziative tese ad inasprire<br />

le norme contro il pascolo delle greggi bergamasche. E’ evidente che, nonostante<br />

quanto asserito dal Mazza circa la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lane a Borgosesia, l’e<strong>di</strong>tto del 1772 in<br />

materia <strong>di</strong> tosa veniva, con l’eccezione <strong>di</strong> qualche immancabile abuso,<br />

sostanzialmente rispettato; non si comprenderebbe altrimenti l’atteggiamento del<br />

governo <strong>di</strong> Milano.<br />

Le lamentele dei lanieri <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no agli inizi dell’800 rivolte al governo della<br />

Repubblica Cisalpina nei confronti del Piemonte che impe<strong>di</strong>va alle pecore<br />

bergamasche <strong>di</strong> rientrare nella Repubblica senza essere state prima tosate metteranno<br />

ancora in evidenza la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> “affare <strong>di</strong> Stato” della tosa delle pecore, un affare<br />

che per secoli ha coinvolto <strong>di</strong>versi stati sovrani desiderosi <strong>di</strong> accaparrarsi le lane<br />

bergamasche. A <strong>di</strong>mostrazione dell’importanza della transumanza <strong>bergamasca</strong> verso<br />

il Piemonte vi è nella stessa epoca la testimonianza <strong>di</strong> un industriale <strong>di</strong> Biella, tale<br />

Lodovico Gromo, che, nel 1774, chiedeva al Re <strong>di</strong> Sardegna <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re delle pecore<br />

bergamasche, <strong>di</strong> limitare lo sviluppo delle risaie, <strong>di</strong> istituire premi per l’abbattimento<br />

dei lupi. Egli chiedeva anche prestiti per i pastori e per sviluppare la pastorizia con<br />

“greggi adeguate” (TEMPIA, 1988). Da questa relazione veniamo a sapere che le<br />

pecore Bergamasche, stimate 12.000 (cifra inferiore a quella riportata dai gan<strong>di</strong>nesi,<br />

ma dello stesso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza) dovevano comunque pagare in 6 lire, 2 sol<strong>di</strong> e 6<br />

denari (in lire piemontesi) per ogni 100 pecore con l’obbligo in acquistare un’oncia <strong>di</strong><br />

sale al mese per <strong>pecora</strong>.<br />

Sempre alla fine del ‘700 appren<strong>di</strong>amo che i proprietari terrieri <strong>di</strong> alcuni comuni<br />

cercavano <strong>di</strong> utilizzare spregiu<strong>di</strong>camente la leva fiscale per “<strong>di</strong>ssuadere” i pastori<br />

dall’entrare nei loro comuni. Nel 1791 il Convocato Generale <strong>di</strong> Agnadello (Cr)<br />

aveva tentato <strong>di</strong> utilizzare lo strumento del ruolo d’imposta per contrastare i pastori<br />

bergamaschi stabilendo “che i Pecorai debbono essere descritti nel Ruolo personale”<br />

(cioè sottoposti al versamento delle imposte com<strong>una</strong>li) e, per evitare che i pastori si<br />

sottraessero a questa imposizione, si stabiliva anche che fossero chiamati a rispondere<br />

del pagamento della tassa quei Comunisti (proprietari del Comune) che davano ai<br />

medesimi alloggio. Era stato pertanto escogitato un sistema che avrebbe <strong>di</strong>ssuaso<br />

efficacemente qualsiasi proprietario dal concedere i propri terreni ai pastori

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