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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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<strong>La</strong> trattazione storica della realtà della pastorizia <strong>bergamasca</strong> mira a mettere in luce il<br />

grande ruolo economico e sociale che essa ha esercitato per secoli ed a rimuovere<br />

l’immagine <strong>di</strong> <strong>una</strong> pastorizia “naturalmente” marginale ed arcaica. I pastori hanno<br />

sempre svolto un ruolo impren<strong>di</strong>toriale che li ha visti (e li vede) nelle vesti <strong>di</strong><br />

operatori commerciali e, persino, finanziari. Le modalità <strong>di</strong> utilizzo delle risorse<br />

territoriali da parte della pastorizia <strong>bergamasca</strong> ha determinato nei secoli dei conflitti,<br />

a volte acuti, con il mondo agricolo derivanti dalla progressiva affermazione dei<br />

<strong>di</strong>ritti esclusivi <strong>di</strong> proprietà, in contrasto con tra<strong>di</strong>zioni profondamente ra<strong>di</strong>cate. In<br />

questo quadro i pastori sono apparsi come dei “perturbatori” dell’or<strong>di</strong>ne costituito,<br />

sono <strong>di</strong>venuti oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza e <strong>di</strong> <strong>una</strong> interminabile sequela storica <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sposizioni tese a metterne sotto controllo l’attività. Questa esperienza storica ha<br />

profondamente con<strong>di</strong>zionato la percezione sociale della pastorizia. Al <strong>di</strong> là dei<br />

con<strong>di</strong>zionamenti culturali del passato i pastori vanno considerati e rispettati per<br />

quello sono stati e che sono, non sulla base <strong>di</strong> visioni compassionevoli. Oggi sono i<br />

soggetti <strong>di</strong> un’attività che per i suoi contenuti culturali, ecologici, economici appare<br />

tutt’altro che “sorpassata” e che merita attenta considerazione anche in ragione del<br />

fatto che ad essa è legata la sopravvivenza della <strong>pecora</strong> Bergamasca un prezioso<br />

patrimonio zootecnico, storico e culturale della provincia <strong>di</strong> Bergamo e della<br />

Lombar<strong>di</strong>a.<br />

Ci auguriamo, infine, che questa trattazione e le considerazioni tratte contribuiscano a<br />

migliorare la conoscenza del ruolo economico e sociale della pastorizia favorendo<br />

anche la presa in considerazione, da parte dei soggetti politici, amministrativi e<br />

tecnici, <strong>di</strong> misure atte a rimuovere i vincoli che ne ostacolano lo sviluppo.<br />

Un ringraziamento non <strong>di</strong> circostanza deve essere rivolto a quei pastori, allevatori, tecnici che<br />

hanno fornito gli stimoli e le tracce per l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o ed in particolare ai Sigg.<br />

Mosconi, Carminati, Visini e al Dr. Campana. Un contributo fondamentale mi è stato offerto dal<br />

collega Renieri dell’Università <strong>di</strong> Camerino che mi ha segnalato e fornito importante materiale<br />

bibliografico e con il quale ho <strong>di</strong>scusso, traendone preziose in<strong>di</strong>cazioni, <strong>di</strong>versi aspetti relativi<br />

all’origine e alla realtà delle razze ovine. Sono debitore anche nei confronti della collega Rizzi della<br />

Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Veterinaria che mi ha trasmesso informazioni su stu<strong>di</strong> in corso. Il<br />

ringraziamento verso il Prof. Gallarati Scotti è duplice: oltre alle informazioni fornite recentemente<br />

gli sono debitore per la passione che mi ha trasmesso per l’allevamento ovi-caprino e la zootecnia <strong>di</strong><br />

montagna.<br />

Mi corre obbligo <strong>di</strong> ringraziare anche i Sigg. Pasini <strong>di</strong> Gan<strong>di</strong>no (<strong>La</strong>nificio Ariete) e Negri (Az.<br />

Agricola Negri) <strong>di</strong> Sirone. (Lc) per le informazioni fornite sull’utilizzo della lana e della carne e il<br />

Sig. Pighetti del Circolo Collezionistico <strong>di</strong> Chiavenna che ha fornito alcune cartoline d’epoca. Un<br />

sentito ringraziamento va anche a mia moglie Cristina che mi ha assistito nelle ricerche<br />

bibliografiche e nella organizzazione del materiale iconografico e che ha sopportato durante alcuni<br />

mesi le conseguenze <strong>di</strong> un impegno che poco ha concesso agli svaghi e alla vita familiare.

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