La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini
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legno che venivano fin allora utilizzate dai “bergamini” o “pergamaschi”.<br />
Quest’ultimo termine (“pergamaschi”) finì per <strong>di</strong>venire sinonimo <strong>di</strong> allevatore non<br />
necessariamente proveniente dalle valli bergamasche tanto che, in un documento del<br />
'400, si utilizza il termine pergomensis per <strong>di</strong>stinguere gli allevatori effettivamente<br />
provenienti dal bergamasco (ROVEDA, 1988). Tra il XIV e il XV secolo i<br />
“pergamaschi” da mandriani e pastori transumanti si vennero integrando<br />
nell’agricoltura più ricca pronti a trasformarsi in fittabili e a prendere in mano la<br />
gestione delle nuove gran<strong>di</strong> aziende agricole che sorgevano a seguito della<br />
sud<strong>di</strong>visione della grande azienda signorile precedentemente sud<strong>di</strong>visa tra tanti<br />
“massari” in grado <strong>di</strong> coltivare <strong>una</strong> piccola estensione <strong>di</strong> terreni con le sole forze<br />
famigliari (CHIAPPA MAURI, 1997). Non è agevole comprendere se all’epoca fosse già<br />
ben <strong>di</strong>stinta la figura del “bergamino” da quella del pastore, né lo stato attuale delle<br />
conoscenze consente <strong>di</strong> chiarire <strong>di</strong> chi fosse la proprietà dei greggi transumenti. Gli<br />
allevatori erano anche proprietari o solo soccidari e allevatori <strong>di</strong> bestiame altrui?<br />
Quello che caratterizzava dal punto <strong>di</strong> vista economico e sociale i “pergamaschi” era<br />
il loro ruolo nella produzione e nella commercializzazione dei prodotti<br />
dell’allevamento, in<strong>di</strong>fferentemente bovino ed ovino: formaggio, lana, pelli, sebo.<br />
Abbiamo visto precedentemente che, all’inizio della transumanza a lungo raggio i<br />
pochi bovini seguivano i greggi <strong>di</strong> pecore e ciò in<strong>di</strong>ca come la separazione delle<br />
attività <strong>di</strong> allevamento ovino e bovino si andò <strong>di</strong>fferenziando solo gradualmente.<br />
A Rosate (borgo milanese nelle vicinanze del Ticino) la presenza dei bergamaschi nel<br />
XIV secolo era sicuramente legata alla sussistenza <strong>di</strong> larghe fasce <strong>di</strong> incolto e <strong>di</strong><br />
bosco lungo il corso del fiume. Pur in assenza <strong>di</strong> un mercato gli atti <strong>di</strong> un notaio<br />
attivo nel borgo ci informano (CHIAPPA MAURI, 1977) che:<br />
“Vi si contratta l’affitto <strong>di</strong> prati e pascoli, la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fieno, <strong>di</strong> foraggi e <strong>di</strong> legname.<br />
Davanti al notaio Rolan<strong>di</strong> sfilano i bergamaschi, gli allevatori originari delle valli, che<br />
prendono in affitto cascine e stalle e l’uso <strong>di</strong> prati e pascoli, acquistano fieno, stipulano<br />
contratti <strong>di</strong> soccida, vendono lana nostrana, formaggio, burro, concedono piccoli prestiti<br />
a conta<strong>di</strong>ni locali o altri allevatori, come si legge nel testamento <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> essi”<br />
<strong>La</strong> transumanza del bestiame proveniente dalle valli del <strong>La</strong>go Maggiore, del<br />
Novarese, del Lecchese, della Bergamasca, del Bresciano o anche allevato in loco e<br />
<strong>di</strong>retto al mercato <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> Milano porta greggi <strong>di</strong> pecore e capre e mandrie <strong>di</strong><br />
bovini nei prati irrigui che cominciano a <strong>di</strong>ffondersi nel basso Milanese, nel Pavese,<br />
nel Lo<strong>di</strong>giano oppure nei vasti incolti che ancora segnano il corso del Ticino e<br />
dell’Adda, così come nelle brughiere e groane dell’alta pianura, tra Meda, Seregno,<br />
<strong>La</strong>zzate e Seveso. (CHIAPPA MAURI, 1977). Qui si allargano ancora vaste proprietà<br />
collettive <strong>di</strong> borghi e villaggi mentre a Busto Arsizio, Lonate. Busto Garolfo,<br />
Seregno, proprio nel centro dell’abitato, la pessina communis, colma d’acqua –<br />
interrata talvolta solo nel secolo scorso- sembra servisse proprio per abbeverare il<br />
bestiame (CHIAPPA MAURI, 1977). In questo contesto la transumanza e gli allevatori<br />
transumanti lungi dal rappresentare figure sociali marginali che si muovono nelle<br />
pieghe dello spazio economico e sociale sono al centro <strong>di</strong> <strong>una</strong> circolazione <strong>di</strong> uomini,<br />
merci e denaro che vede <strong>una</strong> forte integrazione della pianura e della montagna con