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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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Orzinuovi quest’ultima costituita in “borgo franco” per contrastare lo spopolamento<br />

della zona. Nella zona si trovavano numerose capanne e ovili destinati alle numerose<br />

pecore bergamasche che alla fine del XII secolo occupavano un’area che si estendeva<br />

da nord a sud per <strong>una</strong> ventina <strong>di</strong> chilometri e da est a ovest per <strong>una</strong> quin<strong>di</strong>cina. Anche<br />

se già alla fine del XV secolo le aree <strong>di</strong> pascolo comune e i boschi sono ridotti per<br />

l’estensione dei prati falciabili, nel XVI dopo l’inizio delle bonifiche continuavano ad<br />

esistere nella zona pascoli asciutti e sassosi, zone umide, boschi e nel 1691 la<br />

Comunità <strong>di</strong> Soncino chiede che vengano concesse licenze <strong>di</strong> pascolo per poter<br />

“introdurre le pecore dal momento che questo risultava l’unico modo <strong>di</strong> trarre profitto<br />

dalle gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> terreni sterili 1 . Le greggi che non potevano essere svernate<br />

nella campanea <strong>di</strong> Orzinuovi scendevano fino alla linea dei fontanili e oltre sino alle<br />

sponde del basso corso dell’Adda su terre del vescovo <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, del vescovo <strong>di</strong><br />

Cremona o del Comune <strong>di</strong> Cremona o sulle glaree e polesini abbandonati dal Po e<br />

dall’Adda dove dovevano pagare canoni d’affitto ai signori locali. Altri greggi<br />

proseguivano lungo l’Oglio e si fermavano a Pontevico o Pescarolo o anche oltre fino<br />

a Viadana, Rivarolo e Cicognara. Oltre agli ovini vi era qualche cavallo e qualche<br />

vacca. <strong>La</strong> presenza <strong>di</strong> vacche era limitata dalla natura degli incolti utilizzati dagli<br />

ovini poco adatti alle esigenze alimentari delle vaccine. <strong>La</strong> scarsa presenza <strong>di</strong> vacche<br />

faceva sì che le pecore fossero ancora sfruttate per produrre formaggi. L’importanza<br />

della produzione <strong>di</strong> latte ovino è confermata dal già citato Theatrum sanitatis che,<br />

alla voce “latte” presenta l’immagine <strong>di</strong> un pastore che munge <strong>una</strong> <strong>pecora</strong> (Fig. 14). Il<br />

recinto dove sono racchiuse altre pecore e la capanna sono realizzate con rami<br />

intrecciati ed il tetto è coperto <strong>di</strong> paglia. Queste erano probabilmente le tipiche<br />

strutture allora utilizzate dai pastori “pergamaschi”.<br />

A fianco dei tra<strong>di</strong>zionali formaggi pecorini salati e stagionati si andava sviluppando<br />

la produzione <strong>di</strong> formaggi freschi come mascherpe e ricotte che i proprietari<br />

esigevano a titolo dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> herbaticum. Anche gli agnelli erano oggetto <strong>di</strong> un<br />

consumo <strong>di</strong> lusso da parte dei proprietari dei pascoli mentre la produzione <strong>di</strong> carne <strong>di</strong><br />

castrato non era ancora importante. Gli ovini nella Padania del tempo erano sfruttati<br />

come animali vivi per la lana ed il latte mentre la carne per eccellenza per buona<br />

parte del basso me<strong>di</strong>o-evo continuò ad essere la carne suina il linea con la tra<strong>di</strong>zione<br />

alto-me<strong>di</strong>evale che aveva visto il maiale come principale unità <strong>di</strong> riferimento delle<br />

produzioni silvo-pastorali tanto che i boschi venivano valutati per il numero <strong>di</strong> maiali<br />

che vi si poteva allevare (MONTANARI, 1983).<br />

Il prodotto principale dell’allevamento transumante bergamasco era costituito dalla<br />

lana che <strong>di</strong>sponibile in abbondanza agì da “volano” all’industria laniera lombarda che<br />

<strong>una</strong> volta “decollata” poté <strong>di</strong>fferenziare le sue produzioni utilizzando la materia prima<br />

<strong>di</strong> importazione ed alimentando importanti correnti <strong>di</strong> esportazione. . Grande<br />

importanza avevano anche le pelli. Il pascolo invernale si sud<strong>di</strong>videva in due perio<strong>di</strong>:<br />

da novembre a febbraio i greggi pascolavano su terreni com<strong>una</strong>li o sulla vaines<br />

pâtures 2 e, in parte in recinti o ricoveri dove venivano alimentate con fieni e<br />

fogliame. Da febbraio i campi erano ban<strong>di</strong>ti al pascolo e i pastori dovevano condurre<br />

1 ASM, agricoltura p.a. c.52.<br />

2 sistema in cui, dopo il raccolto, i campi erano aperti al pascolo del bestiame della comunità.

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