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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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<strong>di</strong>sponevano sempre <strong>di</strong> un patrimonio fon<strong>di</strong>ario così ben <strong>di</strong>stribuito sul territorio.<br />

Fontanella <strong>di</strong>sponeva solo della montagna dove è situata. S.Paolo d’Argon , oltre che<br />

delle foreste intorno al monastero, <strong>di</strong> buoni pascoli invernali sull’Oglio. Vallalta,<br />

oltre agli abbondanti pascoli (e prati) sui fianchi dei monti sovrastanti il monastero,<br />

<strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> tre “monti” <strong>di</strong> cui non si conosce la localizzazione e <strong>di</strong> tre proprietà<br />

presso Orzinuovi, più un’altra a Martinengo che costituiva <strong>una</strong> tappa interme<strong>di</strong>a tra il<br />

monastero e le campagne <strong>di</strong> Orzinuovi. Astino <strong>di</strong>sponeva, a <strong>di</strong>fferenza degli altri<br />

monasteri, <strong>di</strong> terreni irrigui ma possedeva anche numerose terre asciutte non lontane<br />

dal monastero (a Levate e Paderno) nonché pascoli sul Serio; possedeva inoltre propri<br />

alpeggi in Valle Brembana e <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> transito e pascolo in Vallimagna. A <strong>di</strong>fferenza<br />

dei greggi <strong>di</strong> altri monasteri durante l’inverno quelli <strong>di</strong> Astino potevano restare nei<br />

pressi del monastero senza effettuare spostamenti. Quanto a Rodengo esso possedeva<br />

pascoli sui 1.000 m sopra Polaveno e proprietà nella campanea <strong>di</strong> Orzinuovi.<br />

<strong>La</strong> fase della transumanza “monastica” appare caratterizzata dallo sfruttamento (con<br />

qualche eccezione) <strong>di</strong> pascoli <strong>di</strong> bassa e me<strong>di</strong>a montagna, non classificabili come<br />

alpeggi 1 , e soggetti ad <strong>una</strong> precoce maturazione dell’erba. Anche per quanto riguarda<br />

i pascoli invernali l’utilizzo del piano non va al <strong>di</strong> là della campanea <strong>di</strong> Orzinuovi<br />

che, successivamente, sarà utilizzata come tappa interme<strong>di</strong>a verso i più ricchi pascoli<br />

della bassa pianura. <strong>La</strong> zona collinare era, pertanto, fondamentale dal momento che<br />

sia la stagione estiva che quella invernale offrivano risorse foraggere<br />

quantitativamente e qualitativamente limitate. Si trattò quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>una</strong> fase <strong>di</strong><br />

transizione, caratterizzata da <strong>una</strong> transumanza dai tratti arcaici, non in grado <strong>di</strong><br />

sfruttare efficacemente le risorse territoriali. Essa fu comunque importante, perché<br />

aprì la strada ai percorsi della successiva transumanza a lungo raggio, ma era<br />

destinata a terminare presto sotto la pressione <strong>di</strong> alcune tendenze che vennero<br />

affermandosi a partire dalla fine del XII secolo. Esse erano rappresentate dalle<br />

pressioni per la <strong>di</strong>visione delle terre incolte, dall’opposizione ai <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> pascolo<br />

altrui da parte delle comunità rurali, dai <strong>di</strong>sboscamenti e <strong>di</strong>ssodamenti (peraltro<br />

avviati dagli stessi monaci). Al <strong>di</strong> là dell’attività esercitata dai monaci, che, <strong>di</strong>etro<br />

compenso, conducevano ai pascoli anche le pecore degli abitanti dei villaggi, erano<br />

sicuramente presenti come in precedenza forme <strong>di</strong> transumanza a breve raggio gestita<br />

<strong>di</strong>rettamente dagli abitanti dei villaggi (MENAN, 1993). Ciò avveniva sia nell’ambito<br />

delle me<strong>di</strong>e e alte valli, sia della zona pedemontana dove, previa riscossione <strong>di</strong> forti<br />

tasse, le comunità rurali dell’alta pianura accoglievano le greggi dei villaggi<br />

pedemontani mentre d’estate avveniva l’inverso per i greggi della pianura che<br />

salivano alle primi pen<strong>di</strong>ci delle prealpi, Questa transumanza “incrociata” a breve<br />

raggio è documentata per i villaggi a sud del <strong>La</strong>go d’Iseo (Credaro, Calepio, Urago<br />

d’Oglio, Chiari e Coccaglio) ai margini settentrionali della campagna <strong>di</strong> Orzinuovi.<br />

Essi inviavano le loro pecore d’estate sui Monti Bronzone (1.334 m) e Bondo (1.067<br />

m) versando l’herbaticum al comune <strong>di</strong> Adrara.<br />

1 sono esclusi dall’Inchiesta sugli alpeggi della provincia del Bergamo dell’inizio del ‘900, (Serpieri, 1907).

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