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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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spostamenti (gua<strong>di</strong>, pagamento <strong>di</strong> pedaggi, sosta in aree incolte a <strong>di</strong>stanza interme<strong>di</strong>a<br />

tra il limite dei monti e la bassa pianura), si trovarono a più stretto contatto con il<br />

risultato della omogeneizzazione del tipo allevato che a sua volta era determinata dal<br />

sempre più forte orientamento commerciale della produzione <strong>di</strong> lana (Menant, 1993).<br />

Se, come oggi appare certo, la transumanza <strong>bergamasca</strong> a lungo raggio si sviluppò a<br />

partire dal XII, probabilmente in anticipo rispetto ad altre aree.<br />

E’ probabile che la <strong>razza</strong> Bergamasca ebbe tempo <strong>di</strong> formarsi, prima <strong>di</strong> venire in<br />

contatto, a seguito dell’allargamento dei raggi <strong>di</strong> transumanza, con le popolazioni<br />

ovine transumanti trentino-tirolesi, venete, modenesi e piemontesi che poi, per secoli,<br />

ebbero modo <strong>di</strong> influenzarsi reciprocamente. <strong>La</strong> formazione della popolazione ovine<br />

Bergamasca può essere collocata nel periodo tra il XII e XIV secolo quando i greggi<br />

provenienti dalle me<strong>di</strong>e e alte valli si incontrarono tra loro e con quelli<br />

precedentemente allevati nella zona pedemontana in forme semi-stanziali o <strong>di</strong><br />

transumanza a corto raggio. E’ <strong>di</strong>fficile valutare l’influenza del ceppo valligiano<br />

rispetto a quello pedemontano nella formazione della <strong>razza</strong> anche se è certo che, con<br />

l’avvento della transumanza a lungo raggio tra le valli e la pianura me<strong>di</strong>a e bassa,<br />

furono i valligiani a prendere in mano l’organizzazione della transumanza MENAN,<br />

1993). Senza dubbio nella scelta del tipo da allevare prevalsero le esigenze <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

transumanza che, per secoli andò ampliando il proprio raggio imponendo alle greggi<br />

percorsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong> chilometri dalle Alpi Svizzere all’oltrepò. Una<br />

miniatura del XIV secolo, (Fig.14), compresa in <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> raffigurazioni delle<br />

produzioni agricole e zootecniche in ambito padano, illustra alcune pecore con<br />

caratteristiche morfologiche tali (profilo fronto-nasale montonino, lungo orecchio<br />

pendente) in<strong>di</strong>cherebbe che il “tipo bergamasco” aveva già assunto a quell’epoca<br />

quelle caratteristiche che lo contrad<strong>di</strong>stinguono ancor oggi.<br />

FIGURA 14<br />

Fig. 14 Dal Theatrum sanitatis, miniatura del XIV secolo (Co<strong>di</strong>ce 4182 della<br />

Biblioteca Casanatense <strong>di</strong> Roma).

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