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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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incre<strong>di</strong>bili come l’importazione <strong>di</strong>retta dal Sudan (dove gli europei penetrarono solo<br />

nella seconda metà del XIX secolo!) e l’avvio ex novo dell’allevamento seriano a<br />

partire dai soggetti acquistati dai frati.<br />

“… le prime notizie sulla <strong>pecora</strong> che poi ebbe il nome <strong>di</strong> Bergamasca si hanno verso il 1300. A quei<br />

tempi i Frati Minori <strong>di</strong> S.Francesco che avevano il convento in Bergamo, importarono le pecore dal<br />

Sudan ed incominciarono ad allevarle nei prati che circondavano la città: con la lana prodotta si<br />

confezionavano i loro indumenti grossolani, ma molto pregiati per quei temi, tanto che i panni<br />

vennero ben presto esportati in altre città. Sorse così <strong>una</strong> vera e propria industria laniera che fu<br />

famosa anche oltre i confini della Repubblica Veneta (…). L’industria si trasferì quin<strong>di</strong> nella Valle<br />

Seriana, a Gan<strong>di</strong>no, in modo particolare, perché i valligiani acquistarono i soggetti dai frati ed<br />

incominciarono ad allevarli nelle loro zone(…)”<br />

Rota (1910) riguardo alle origini della <strong>pecora</strong> <strong>bergamasca</strong> pur accettando<br />

formalmente “dal punto <strong>di</strong> vista scientifico” (probabilmente nel senso del peggior<br />

accademismo) la classificazione “sudanica” sostiene che “al miscuglio degli antichi<br />

greggi transumanti, che furono numerosi e fiorenti ai tempi <strong>di</strong> Agostino Gallo, andò<br />

sostituendosi esclusivamente <strong>una</strong> <strong>razza</strong> ovina in<strong>di</strong>gena e <strong>di</strong>stinta che è la <strong>razza</strong><br />

<strong>bergamasca</strong>”. Dal momento che il Gallo, famoso agronomo bresciano, scriveva nella<br />

seconda metà del XVI secolo le sue “Giornate dell’agricoltura” questa tesi sposta<br />

forse troppo in avanti la cronologia della formazione della popolazione da cui è stata<br />

estratta l’attuale <strong>razza</strong> Bergamasca ma introduce la realistica considerazione circa la<br />

formazione a seguito del contatto dei greggi transumanti.<br />

Cap. 5 - Elementi storici circa l’origine della popolazione da cui è derivata la<br />

<strong>pecora</strong> Bergamasca<br />

In tempi più recenti si è affermato l’orientamento che un ovino del tipo identificato<br />

con la “<strong>razza</strong> sudanica” sia apparso in Italia, e in altre regioni (come quelle<br />

dell’Africa, proveniendo dall’Oriente. Tale tipo ovino, caratterizzato da grande taglia,<br />

profilo fronto-nasale montonino, coda fine, orecchie lunghe e pendenti sarebbe già<br />

stato <strong>presente</strong> nell’Italia settentrionale già dal V secolo Ciò sarebbe attestato dai<br />

mosaici <strong>di</strong> S.Apollinare <strong>di</strong> Ravenna (BONACINI ET AL. -1982). Tali mosaici<br />

FIGURA 13<br />

Fig. 13: Il mosaico <strong>di</strong> S.Apollinare in Classe a Ravenna (VI secolo).<br />

raffigurano un ovino con vello aperto, arti lunghi e robusti. Le orecchie appaiono<br />

erette e piccole ma, come vedremo, in base alle conoscenze attuali, questo carattere<br />

non assume particolare valore filogenetico ed è pertanto possibile concordare con<br />

BONACINI et al. 1982 quando questi affermano che le razze alpine attuali del tipo<br />

della Bergamasca si vennero formando a partire da un tipo ovino già <strong>presente</strong> in età

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