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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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Premessa<br />

Sul tema della pastorizia <strong>bergamasca</strong>, considerata dal punto <strong>di</strong> vista della vita e della<br />

cultura pastorale, sono stati e<strong>di</strong>ti in tempi recenti <strong>di</strong>versi lavori. Fondamentale è il<br />

lavoro della parrese Anna Carissoni (CARISSONI, 1985). Ricor<strong>di</strong>amo anche i lavori <strong>di</strong><br />

Franco Rho (RHO, 1991, 1998) che hanno contribuito con il corredo <strong>di</strong> belle<br />

immagini fotografiche alla <strong>di</strong>vulgazione del tema della pastorizia <strong>bergamasca</strong>.<br />

L’opera che presentiamo intende affrontare il tema della <strong>pecora</strong> e della pastorizia<br />

<strong>bergamasca</strong> da <strong>una</strong> <strong>di</strong>fferente angolazione. Sono stati trattati infatti trattati in modo<br />

specifico alcuni aspetti <strong>di</strong> etnografia zootecnica e <strong>di</strong> storia dell’allevamento ovino<br />

bergamasco che appaiono importanti per apprezzare la realtà <strong>di</strong> questa <strong>razza</strong>. Razza<br />

riconosciuta come tale già nel secolo scorso, anche al <strong>di</strong> là delle Alpi, è stata sovente<br />

utilizzata per migliorare razze locali in Italia e altrove in ragione <strong>di</strong> caratteristiche<br />

pregevoli e <strong>di</strong>stintive. Tra le razze italiane, nonostante <strong>di</strong>verse altre risultino più<br />

importanti dal punto <strong>di</strong> vista numerico, è tutt’oggi tra le più conosciute. Se si<br />

escludono le piccole razze locali allevate in ambienti marginali è certamente tra le più<br />

antiche razze ovine italiane più antiche e meno influenzate da tipi genetici introdotti<br />

da altri ambienti.<br />

<strong>La</strong> storia della <strong>pecora</strong> Bergamasca appare inscin<strong>di</strong>bile da quella del suo caratteristico<br />

sistema <strong>di</strong> allevamento che, pur se assimilabile ad altri sistemi <strong>di</strong> transumanza ovina,<br />

si caratterizza per delle importanti particolarità legate alle con<strong>di</strong>zioni ambientali entro<br />

cui si svolge la transumanza, ma anche ai connotati sociali dei proprietari-pastori. <strong>La</strong><br />

storia della transumanza lungi dal collocarsi “fuori dal tempo” si sta evolvendo ancor<br />

oggi sotto i nostri occhi, <strong>di</strong>mostrando la vitalità <strong>di</strong> <strong>una</strong> pratica pastorale troppo<br />

frettolosamente liquidata come un residuo arcaico. Proprio questa vitalità, legata<br />

certamente ad aspetti economici, ma anche ad un forte senso <strong>di</strong> identificazione nel<br />

gruppo professionale e nelle sue tra<strong>di</strong>zioni, ha consentito il mantenimento <strong>di</strong><br />

significativi elementi culturali.<br />

<strong>La</strong> <strong>pecora</strong> Bergamasca e il sistema <strong>di</strong> allevamento che la contrad<strong>di</strong>stingue possono<br />

guardare al <strong>presente</strong> e al futuro con più serenità rispetto a solo qualche anno ad<strong>di</strong>etro.<br />

L’interesse per i sistemi <strong>di</strong> allevamento tra<strong>di</strong>zionali, che sono riusciti ad affermare nei<br />

secoli un equilibrato utilizzo delle risorse, non è solo un interesse “museale”. Al <strong>di</strong> là<br />

dell’interesse per i risvolti storici e culturali, <strong>di</strong> per sé estremamente importanti, un<br />

sistema <strong>di</strong> allevamento come quello transumante della <strong>pecora</strong> Bergamasca risponde<br />

alle esigenze <strong>di</strong> <strong>una</strong> agricoltura “sostenibile” dal punto <strong>di</strong> vista ecologico e può<br />

pertanto trovare spazio in quegli ambiti territoriali (aree vulnerabili, parchi, zone<br />

periurbane) con presenza <strong>di</strong> attività agricole <strong>di</strong> prevalente contenuto <strong>di</strong> manutenzione<br />

e protezione territoriale piuttosto che produttivo. Il rinnovato interesse per i pascoli<br />

alpini e l’esigenza <strong>di</strong> un loro utilizzo integrato tra attività zootecniche, <strong>di</strong> protezione<br />

ambientale e turistiche, concorre anch’esso a rilanciare il ruolo dell’allevamento<br />

ovino. Una prospettiva <strong>di</strong> lungo periodo esige, però, anche <strong>una</strong> “sostenibilità”<br />

economica dell’allevamento ovino. Da questo punto <strong>di</strong> vista il miglioramento

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