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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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sviluppata, carne un po’ grossolana ma <strong>di</strong> ottimo sapore. Quanto alla <strong>di</strong>stribuzione<br />

geografica essa sarebbe <strong>di</strong>ffusa dal Sudan all’Africa centrale, presso i Tuareg e le<br />

tribù del Niger, in Egitto, Persia, Asia Minore e in Grecia dove si sarebbe incrociata<br />

con la <strong>razza</strong> asiatica e infine a Malta e in Italia. Secondo lo stesso Sanson<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione della culla della <strong>razza</strong> non sarebbe agevole ma propende per il<br />

Sudan (da qui il nome scelto per contrad<strong>di</strong>stinguere la <strong>razza</strong>) dal momento che “la<br />

storia ci insegna che le popolazioni umane non si sono trasferite dall’Asia o<br />

dall’Europa all’Africa centrale” “al contrario si può facilmente comprendere come<br />

dal Sudan la Razza possa essere passata in Egitto per <strong>di</strong>ffusione naturale” dall’Egitto<br />

sarebbe passato poi alla Persia, all’Asia Minore e in Italia. <strong>La</strong> classificazione del<br />

Sanson tendeva a far risalire ogni <strong>razza</strong> ad alcuni “tipi” originario sostanzialmente<br />

immutabile e prodotto <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne armonioso; ovviamente i “tipi” erano definiti in<br />

base ad affinità morfologiche. <strong>La</strong> cultura dell’epoca non <strong>di</strong>sponendo delle attuali<br />

conoscenze sull’importanza della deriva genetica e dei con<strong>di</strong>zionamenti<br />

dell’ambiente sulla <strong>di</strong>fferenziazione dei tipi genetici all’interno <strong>di</strong> <strong>una</strong> specie per<br />

spiegare le affinità tra tipi <strong>di</strong>ffusi in ambienti lontani e profondamente <strong>di</strong>versi doveva<br />

necessariamente ricorrere a ipotesi su migrazioni o introduzioni <strong>di</strong>rette. Le<br />

conoscenze accumulate non solo nel campo della genetica, ma anche della storia e<br />

dell’archeologia hanno da molto tempo “mandato in soffitta” le fantasiose<br />

classificazioni del Sanson. Nonostante questo <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>osi dopo <strong>una</strong> fase <strong>di</strong><br />

scetticismo manifestato da autori come il Rota, al quale si deve già nel 1909 un<br />

approfon<strong>di</strong>to stu<strong>di</strong>o sulla <strong>pecora</strong> Bergamasca hanno in seguito accolto acriticamente<br />

la tesi della “<strong>razza</strong> sudanica” basandosi <strong>di</strong> fatto solo sull’autorità degli autori<br />

precedenti in <strong>una</strong> catena <strong>di</strong> conformismo intellettuale che non fa molto onore alla<br />

<strong>di</strong>sciplina zootecnica e che è arrivata ai nostri giorni. Probabilmete anche il fascino<br />

dell’esotico e del leggendario hanno giocato a favore <strong>di</strong> questa “tra<strong>di</strong>zione”. Ancora<br />

nello Standard <strong>di</strong> <strong>razza</strong> attuale (Assonapa, 1987) (ve<strong>di</strong> appen<strong>di</strong>ce) riguardo all’origine<br />

della <strong>razza</strong> si cita <strong>una</strong> “probabile remota origine sudanica”.<br />

Diversi autori si sono anche avventurati nella ricostruzione dei possibili percorsi<br />

attraverso i quali la “sudanica” sarebbe giunta sino nelle Alpi con il risultato che sono<br />

state formulate tutte (o quasi le ipotesi possibili). Il Salerno (Salerno, 1947) che si<br />

recò nel Sudan nel 1939 osservò sul greto del Nilo presso Kartum ovini che avevano<br />

caratteristiche simili a quelle della <strong>pecora</strong> Bergamasca. Anche se per alcune<br />

caratteristiche la corrispondenza può sembrare apparentemente notevole non si può<br />

<strong>di</strong>menticare che per altre (struttura ossea, pigmentazione) le <strong>di</strong>fferenze sono<br />

altrettanto importanti. Eppure basterebbe riflettere sul carattere che ha segnato la<br />

<strong>di</strong>ffusione delle razze ovini nel mondo antico per comprendere quanto infondata sia<br />

l’ipotesi <strong>di</strong> <strong>una</strong> parentela tra pecore sudaniche ed alpine. Le sudaniche, sia nei tipi<br />

acorni che in quelli provvisti <strong>di</strong> corna presentano analogie con quelli dell’antico<br />

Egitto e sono caratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> un rado pelame che non si è evoluto<br />

verso la formazione del vello per ragioni climatiche. Rappresentano pertanto un tipo<br />

primitivo che nello stesso Egitto è stato sostituito da pecore con migliore qualità della<br />

lana e coda grassa. In ogni caso in Egitto i tipi ovini allevati non raggiunsero mai <strong>una</strong>

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