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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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<strong>La</strong> produzione quantitativa <strong>di</strong> lana nelle pecore risulta annualmente pari a 4,0 kg (2,4<br />

ottenuti con la tosa primaverile e 1,6 con la tosa autunnale (MAGISTRELLI, 1990). Sale<br />

a 4,6 kg nei maschi. Tra le razze italiane solo la Sopravissana fornisce produzioni <strong>di</strong><br />

lana superiori. <strong>La</strong> lunghezza apparente del bioccolo <strong>di</strong> lana in base ad <strong>una</strong> ricerca<br />

condotta prelevando campioni <strong>di</strong> lana da 136 pecore (SOTTOCORNOLA, 1983) è<br />

risultata pari a 11,2 cm, quella reale <strong>di</strong> 12,65 cm., la lunghezza me<strong>di</strong>a dei filamenti<br />

pari a 8,96 cm. Si tratta <strong>di</strong> lunghezze sen’altro sod<strong>di</strong>sfacienti se si considera che la<br />

lana della <strong>pecora</strong> Bergamasca è bistosa. Dal punto <strong>di</strong> vista dell’uniformità della lana<br />

presenza <strong>di</strong> giarra risulta piuttosto elevata (9,9%) (GALLARATI SCOTTI, 1989). <strong>La</strong> lana<br />

<strong>bergamasca</strong> si colloca nell’ambito <strong>di</strong> quelle italiane tra le meno fini. <strong>La</strong> finezza è<br />

infatti pari a 38,6 micrometri (contro i 20 della Sopravissana e i 28<br />

dell’Appenninica). E’anche tra le lane a maggior grado <strong>di</strong> feltrabilità, aspetto che non<br />

deve essere considerato necessariamente negativo considerando alcuni utilizzi della<br />

lana. (GALLICO, 1993)<br />

Misure biometriche ed evoluzione della <strong>razza</strong><br />

BALDUZZI (1985) ha eseguito nel 1984/85 un’indagine biometrica su 16 allevamenti<br />

(su un totale <strong>di</strong> 20 iscritti al Libro Genealogico) misurando tutti i maschi da<br />

riproduzione e il 20% delle femmine e ha confrontato i risultati ottenuti con quelli<br />

ricavati nel 1960 dai tecnici dell’Ispettorato Agrario e che vennero utilizzati per la<br />

redazione dello standard <strong>di</strong> <strong>razza</strong> nonché con alcuni dati ottenuti negli anni ’30 dal<br />

Dott. De Cobelli. I risultati sono esposti nelle Tabb. 9 e 10.<br />

FIGURA 46<br />

Fig.46: bel gruppo <strong>di</strong> pecore Bergamasche (foto Corti).<br />

L’ALBERTI (1893) che considera la <strong>razza</strong> <strong>bergamasca</strong> o <strong>razza</strong> gigante “pregiatissima,<br />

ancora migliore della Padovana” la descrive nel modo seguente: “(…) ha la testa<br />

grossa, rotondeggiante, a profilo montonino; orecchie larghe, grosse pendenti; petto<br />

piuttosto stretto; tronco lungo, groppa corta, ampio il bacino come pure l’addome;<br />

gambve alte, grosse, robuste; linea dorsale <strong>di</strong>ritta, L’aspetto è vivace ed ar<strong>di</strong>to. <strong>La</strong><br />

lana è bianca o giallognola, grossolana e ruvida, ma abbondante; serve molto bene<br />

per materassi e panni or<strong>di</strong>nari e forti. Essa copre tutto il corpo dell’animale tranne il<br />

muso, al <strong>di</strong>sotto del ventre e la parte inferiore degli arti” <strong>La</strong> descrizione della <strong>pecora</strong><br />

Bergamasca del ROTA (1910) mette in <strong>una</strong> maggiore estensione del vello; questo<br />

“ricopre la faccia, la fronte e le guancie ; la faccia ne è coperta fin sopra il musello ed<br />

anzi sopra questo si forma <strong>una</strong> specie <strong>di</strong> rientranza triangolare, caratteristica (…)<br />

quanto al collo, presentasi lungo, sottile, stretto, col profilo superiore marcatamente<br />

incurvato e formante un avallamento sensibile presso il garrese (…) dorso<br />

leggermente insellato (..) groppa corta, inclinata. Almeno per quanto riguarda il vello<br />

alcune fotografie presentate dallo stesso Rota e, soprattutto <strong>una</strong> riportata dal MARIANI

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