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La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ... - Ruralpini

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dell’Ispettorato Agrario. Nel 1968 (FIGINI, 1970) vennero eseguite le misurazioni<br />

biometriche che portarono alla definizione <strong>di</strong> un nuovo standard <strong>di</strong> <strong>razza</strong>. Nello stesso<br />

anno veniva approvato il Regolamento per il Libro Genealogico per la specie ovina.<br />

Nel corso degli anni ’70 vennero attivati gli strumenti previsti dal Libro Genealogico<br />

e, negli anni ’80 anche lo schema dei controlli funzionali basati sul rilievo degli<br />

accrescimenti degli agnelli.<br />

FIGURA 44<br />

Fig. 44: operazioni <strong>di</strong> controllo degli accrescimenti ponderali degli agnelli iscritti al<br />

Libro Genealogico (foto Corti).<br />

.<br />

Alla metà degli anni ’80 risultavano iscritti 20 allevamenti. Nel corso degli anni sono<br />

entrati nel Libro Genealogico della Bergamasca anche pastori bresciani che hanno<br />

portato attualmente il numero dei greggi iscritti a <strong>una</strong> trentina. Nell’ambito delle<br />

attività <strong>di</strong> miglioramento della <strong>razza</strong>, oltre ai controlli funzionali, è attivo anche nei<br />

pressi <strong>di</strong> Bergamo (a <strong>La</strong>llio) un centro per le prove <strong>di</strong> performance degli arieti. <strong>La</strong><br />

consistenza della <strong>razza</strong> veniva stimata nel 1990 in 50.000 capi con <strong>una</strong> tendenza<br />

all’aumento. Tutti gli ovini allevati in provincia <strong>di</strong> Bergamo (35.000 nel 1998)<br />

possono essere considerati <strong>di</strong> <strong>razza</strong> Bergamasca. Molti soggetti allevati in provincia<br />

<strong>di</strong> Brescia, ma anche <strong>di</strong> Sondrio, Como, Lecco possono essere ricompresi tra la <strong>razza</strong><br />

Bergamasca anche se spesso confusi dagli allevatori con la Biellese o con “incroci”<br />

tra le due razze in ragione <strong>di</strong> <strong>una</strong> maggiore finezza rispetto al “vecchio tipo<br />

bergamasco”, tipo peraltro sempre meno <strong>di</strong>ffuso anche negli allevamenti non iscritti.<br />

Considerando almeno altri 30.000 capi <strong>di</strong>stribuiti tra le altre provincie, in Lombar<strong>di</strong>a<br />

la consistenza salirebbe a 65.000 capi. Al <strong>di</strong> fuori della regione prescindendo dai<br />

nuclei presenti nel centro Italia (Marche e Abruzzi), in Friuli, Liguria e derivati<br />

dall’introduzione <strong>di</strong> capi in purezza è <strong>di</strong>fficile valutare il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione della<br />

Bergamasca nelle regioni limitrofe ed in particolare in Trentino e nel Veronese <strong>una</strong><br />

forte influenza <strong>bergamasca</strong> è attestata da lungo tempo. In alcune zone la presenza <strong>di</strong><br />

caratteristiche morfologiche considerate <strong>di</strong>fetti più o meno gravi sulla base dello<br />

standard <strong>di</strong> <strong>razza</strong> (pigmentazione anche ridotta in varie zone della testa) escluderebbe<br />

molti soggetti delle popolazioni ivi presenti dal novero della <strong>razza</strong> Bergamasca, ma è<br />

indubbio che l’affinità è molto forte tanto da lasciar supporre la possibilità <strong>di</strong><br />

estensione dell’areale <strong>di</strong> allevamento.<br />

FIGURA 45<br />

Fig. 45: esecuzione del tatuaggio dei soggetti nati all’interno del Libro Genealogico<br />

(foto Corti).<br />

Caratteristiche della lana

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