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I beni culturali come motore per - Biclazio.it

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gestione del patrimonio culturale <strong>per</strong>iferico<br />

regionale induce principalmente una riduzione<br />

dei costi di produzione e di erogazione dei<br />

servizi grazie ad economie di scala, di varietà<br />

e di specializzazione che si conseguono, sia<br />

unificando nei nodi più efficienti alcuni processi<br />

core e non core, sia creando nuove componenti<br />

sistemiche a carattere associativo cui è<br />

demandata la gestione delle attiv<strong>it</strong>à più cr<strong>it</strong>iche.<br />

Ad esempio, la rete consente di ripartire<br />

meglio i costi fissi dell'hardware <strong>per</strong> attiv<strong>it</strong>à<br />

informatiche o quelli della progettazione e<br />

manutenzione del s<strong>it</strong>o web (economie di<br />

scala), di sfruttare le sinergie derivanti dalla realizzazione<br />

congiunta di interventi di manutenzione<br />

di impianti e attrezzature; di aumentare<br />

l'efficacia delle attiv<strong>it</strong>à di fund raising attraverso<br />

la specializzazione di un nodo della rete o<br />

attraverso la creazione di un organismo specializzato<br />

(economia di specializzazione).<br />

Dal lato dei ricavi un modello sistemico di<br />

gestione consente di aumentare il pubblico (e<br />

quindi i ricavi) grazie sia alla maggiore visibil<strong>it</strong>à<br />

dei musei e delle altre strutture rispetto al<br />

mercato dei potenziali vis<strong>it</strong>atori, sia al rinvio<br />

reciproco di vis<strong>it</strong>atori che le ist<strong>it</strong>uzioni appartenenti<br />

alla rete promuovono le une verso le<br />

altre (economie di rete).<br />

Per quanto concerne invece i benefici di<br />

carattere non economico, il primo è rappresentato<br />

dall'accesso e dall'apprendimento di<br />

competenze e conoscenze altrui. Infatti <strong>per</strong><br />

ogni nodo, anche se in genere con proporzioni<br />

differenti, la rete dilata il ventaglio di scelta<br />

di risorse e competenze a cui fare ricorso e,<br />

nello stesso tempo, riduce il tempo e gli investimenti<br />

necessari <strong>per</strong> apprendere competenze<br />

e conoscenze non ancora sviluppate al proprio<br />

interno, ma già acquis<strong>it</strong>e da altri nodi.<br />

Il secondo è l'ampliamento del portafoglio<br />

prodotti che la rete consente grazie alla collaborazione<br />

che può instaurarsi nell'erogazione<br />

di processi e nella conseguente offerta di servizi<br />

altrimenti non proponibili al mercato.<br />

Sebbene i vantaggi dell'adesione ad una<br />

rete museale siano molto consistenti ed<br />

ampiamente documentati dalla letteratura<br />

specialistica sul tema, sussistono tuttavia delle<br />

cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à che devono essere tenute in deb<strong>it</strong>a<br />

16<br />

considerazione.<br />

L'aspetto più delicato della rete concerne la<br />

dimensione pol<strong>it</strong>ica. La rete, da un lato,<br />

implica collaborazione e ricerca di sinergie tra<br />

una plural<strong>it</strong>à di soggetti autonomi; dall'altro,<br />

corre il rischio di essere affetta da una non<br />

chiara distribuzione degli oneri, soprattutto<br />

quando questo aspetto è trascurato in fase di<br />

progettazione delle rete stessa. Ciò produce<br />

un'asimmetria di potere tra le parti alla quale<br />

è associata in genere un'asimmetria nell'appropriazione<br />

dei benefici. A livello empirico si<br />

constata che alcuni programmi di coo<strong>per</strong>azione<br />

tra ist<strong>it</strong>uzioni museali sono fall<strong>it</strong>i a causa di<br />

confl<strong>it</strong>ti che hanno avuto ad oggetto l'allocazione<br />

del tempo del <strong>per</strong>sonale, l'uso degli<br />

spazi, i cr<strong>it</strong>eri di ripartizione degli oneri<br />

comuni e quelli di ripartizione dei benefici<br />

collettivi.<br />

Il secondo aspetto attiene ai costi di gestione<br />

delle relazioni. Si tratta di oneri di matrice<br />

organizzativa, quali i costi di coordinamento<br />

e controllo della rete e quelli di gestione dei<br />

confl<strong>it</strong>ti.<br />

L'ent<strong>it</strong>à di tali costi varia in funzione del<br />

modello di governance di rete prescelto: a<br />

livello empirico si riscontra che le reti meno<br />

accentrate hanno in genere un potenziale di<br />

confl<strong>it</strong>to relativamente più basso rispetto alle<br />

reti maggiormente accentrate. Esiste, in<br />

sostanza, un trade off tra le sinergie ottenibili<br />

da una gestione condivisa dei processi ed il<br />

potenziale confl<strong>it</strong>to tra gli attori, la cui valutazione<br />

va contem<strong>per</strong>ata <strong>per</strong>ò con la constatazione<br />

che l'efficienza della rete è pos<strong>it</strong>ivamente<br />

correlata con l'effettivo livello di collaborazione<br />

e partecipazione dei nodi.<br />

2.3 La definizione del modello di<br />

governance<br />

Il <strong>per</strong>corso metodologico volto a definire il<br />

modello di governance del patrimonio culturale<br />

<strong>per</strong>iferico della regione Lazio è stato suddiviso<br />

in 3 fasi:<br />

definizione di nuove formule strategiche<br />

in grado di massimizzare il potenziale di<br />

valore delle strutture coinvolte nella<br />

gestione del patrimonio culturale <strong>per</strong>iferi-<br />

BIC Notes – marzo 2006 – Focus

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