I beni culturali come motore per - Biclazio.it

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31.05.2013 Views

A fronte di queste osservazioni s'impone l'adozione di modelli di governance dei piccoli musei tipicamente italiani che ottengano due essenziali risultati. Il primo concerne il riposizionamento competitivo dell'offerta culturale mediante una profonda innovazione di prodotto conseguente alla capacità di riconoscere l'alto potenziale di valore su cui solo i musei locali, a differenza degli altri, possono far leva grazie alla forte contestualizzazione delle proprie raccolte rispetto al territorio circostante: il che consente ad essi di creare un valore sia fortemente aumentato rispetto al solito, sia assolutamente peculiare, con l'aggiuntivo beneficio, grazie a quest'ultimo aspetto, di non dover più patire la insostenibile concorrenza delle grandi collezioni di capolavori, giacché queste non dispongono di tale opportunità. Il secondo attiene alla necessità di adottare meccanismi gestionali in grado di far emergere tutto il potenziale sistemico insito nel territorio. L'intensa distribuzione del patrimonio artistico-culturale italiano sul territorio e la conseguente frammentarietà, ma complementarietà, dei patrimoni stessi dei musei impongono, cioè, modelli fondati sulla collaborazione che, da un lato, assicurino una più compiuta valorizzazione dei beni, mediante una completa e consapevole esposizione e fruizione del patrimonio, dall'altro, consentano di sfruttare i vantaggi derivanti dalle economie di scala, assolutamente indispensabili per far fronte alle difficoltà predette e per agire in termini di ottimizzazione delle già scarse risorse finanziarie a disposizione. 2.1 Le logiche del modello di governance La definizione di un modello di governance per la valorizzazione del patrimonio culturale periferico della regione Lazio non può, dunque, prescindere da tre considerazioni preliminari: il patrimonio culturale è ingente, territorialmente continuo, temporalmente ininterrotto, ma non è organizzato e non è quindi accessibile non solo intellettual- BIC Notes – marzo 2006 – Focus mente, ma nemmeno fisicamente. Esso, in una parola, manca di valorizzazione, che ricorre solo ove il patrimonio culturale museale, nella duplice dimensione materiale ed immateriale, risulti visibile, comprensibile e frequentabile; il sistema museale della regione è articolato in un grande numero di strutture, mediamente di piccole o piccolissime dimensioni, estremamente varie quanto a caratteristiche ed oggetto delle collezioni ospitate, spesso non aperte al pubblico per carenza di personale e/o per insufficienti dotazioni; la conflittualità tra le amministrazioni comunali, combinata con una scarsa cultura della collaborazione tra pubblico e privato, rende le singole strutture sostanzialmente isolate dal contesto e lontane sia dai clienti potenziali, sia dagli altri stakeholder interessati a gestione e valorizzazione del patrimonio culturale. Per tali motivi il patrimonio culturale periferico regionale, da un lato, non assume la valenza di fattore di attrazione rispetto all'utenza, dall'altro non rappresenta elemento di qualificazione del territorio e di incremento del livello di qualità della vita delle comunità locali. Le criticità sinteticamente delineate in precedenza rendono necessario un cambiamento del sistema territoriale laziale di ampia portata e su più livelli. Da un lato, è necessario intervenire sulle singole strutture museali riqualificandone l'offerta attraverso formule innovative in grado di superare le tradizionali logiche di funzionamento di un museo. Dall'altro, è indispensabile stimolare approcci collaborativi tra i diversi attori, in maniera da superare i limiti strutturali ed operativi del singolo museo e da realizzare sinergie tra attori che gestiscono il patrimonio culturale ed attori che partecipano alla filiera turistica. Il modello di governance proposto assume, perciò, come elemento qualificante della sua articolazione l'esistenza, nel territorio, di tre 13

distinti livelli di intervento: livello del singolo museo/risorsa del patrimonio culturale periferico; livello del singolo prodotto turistico cui uno o più musei/risorse possono concorrere; livello del territorio inteso come sistema vitale, in grado di assumere precise traiettorie di sviluppo e di evolversi, nel tempo, in maniera consonante con i cambiamenti nel sistema competitivo nazionale ed internazionale. A livello di singola risorsa culturale periferica occorre ripensare la formula strategica con cui le differenti tipologie di strutture propongono la propria offerta al pubblico. Da istituzioni sostanzialmente orientate alla salvaguardia, alla tutela e alla conservazione del patrimonio "di appartenenza", a servizi sociali per l'uso pubblico dei "beni di fruizione", in grado di vivere in maniera osmotica con il territorio e di garantire sia alla comunità locale sia ai turisti un'adeguata soddisfazione del bisogno di cultura e di entertainment. Da luoghi di conoscenze specialistiche dedicate ad un numero ristretto di esperti ed appassionati a strumenti di informazione culturale geograficamente circostanziata e di lata apertura storica e antropologica all'indirizzo di una pluralità di turisti. In tale ottica vanno ricercate nuove formule strategiche quali quelle convenzionalmente indicate con le locuzioni di museo-risarcimento, museo-rete, museo-piazza, e museo-stazione itineraria. A livello di prodotto turistico occorre considerare i meccanismi che, da un lato, possano collegare, in un concept unificante, le diverse attrattive di un territorio, dall'altro, integrare fattori di attrazione e fattori di supporto in un'offerta competitiva sul mercato nazionale ed internazionale. In tale ottica vanno ricercate soluzioni di governance in grado di consentire aggregazioni a geometria variabile, sia dal punto di vista della dimensione territoriale, sia dal punto di vista dei contenuti su cui le aggregazioni stesse si fondano. A livello di territorio, infine, è necessario guardare alle modalità con cui le risorse sono allocate, in maniera da garantire, da un lato, efficienza ed efficacia all'intero sistema nel competere con altri territori, dall'altro, flessibilità nel destinare le risorse alle traiettorie di sviluppo che mostrano le maggiori probabilità di successo. In tale ottica vanno perseguite scelte in grado di combinare livelli di forte integrazione di alcune attività con livelli di forte distribuzione per altre, standardizzazione e personalizzazione, etero-organizzazione ed auto-organizzazione. Al fine di tenere in debita considerazione i tre livelli considerati in precedenza il modello di governance del patrimonio culturale periferico della regione Lazio deve rispondere ad alcuni requisiti: elevato leverage rispetto alle economie di scala e di varietà attinenti ai processi di gestione delle strutture che compongono il patrimonio culturale periferico, giacché per consentire la sopravvivenza di strutture piccole e largamente sottodimensionate rispetto alle soglie di ottimo economico è necessario prevedere meccanismi volti ad unificare le attività in grado di generare le maggiori economie di scala e/o di varietà; capacità di agevolare dinamiche collaborative, sia a livello di amministrazioni proprietarie dei musei, sia a livello di strutture museali, giacché soltanto da logiche di partnership di tipo win-win possono scaturire iniziative volte a rafforzare le capacità competitive del territorio e ad attrarre quote consistenti di turismo locale, nazionale ed internazionale; apertura verso gli altri attori del sistema turistico (strutture della ricettività, della ristorazione, del trasporto, dello svago ed entertainment, dell'intermediazione turistica), giacché la valorizzazione del patrimonio culturale periferico avulsa da un percorso di costruzione delle condizioni per la permanenza del visitatore in un'area 14 BIC Notes – marzo 2006 – Focus

A fronte di queste osservazioni s'impone<br />

l'adozione di modelli di governance dei piccoli<br />

musei tipicamente <strong>it</strong>aliani che ottengano<br />

due essenziali risultati.<br />

Il primo concerne il riposizionamento compet<strong>it</strong>ivo<br />

dell'offerta culturale mediante una<br />

profonda innovazione di prodotto conseguente<br />

alla capac<strong>it</strong>à di riconoscere l'alto<br />

potenziale di valore su cui solo i musei locali,<br />

a differenza degli altri, possono far leva grazie<br />

alla forte contestualizzazione delle proprie<br />

raccolte rispetto al terr<strong>it</strong>orio circostante: il che<br />

consente ad essi di creare un valore sia fortemente<br />

aumentato rispetto al sol<strong>it</strong>o, sia assolutamente<br />

peculiare, con l'aggiuntivo beneficio,<br />

grazie a quest'ultimo aspetto, di non dover<br />

più patire la insostenibile concorrenza delle<br />

grandi collezioni di capolavori, giacché queste<br />

non dispongono di tale opportun<strong>it</strong>à.<br />

Il secondo attiene alla necess<strong>it</strong>à di adottare<br />

meccanismi gestionali in grado di far emergere<br />

tutto il potenziale sistemico ins<strong>it</strong>o nel terr<strong>it</strong>orio.<br />

L'intensa distribuzione del patrimonio<br />

artistico-culturale <strong>it</strong>aliano sul terr<strong>it</strong>orio e la<br />

conseguente frammentarietà, ma complementarietà,<br />

dei patrimoni stessi dei musei impongono,<br />

cioè, modelli fondati sulla collaborazione<br />

che, da un lato, assicurino una più compiuta<br />

valorizzazione dei <strong>beni</strong>, mediante una completa<br />

e consapevole esposizione e fruizione<br />

del patrimonio, dall'altro, consentano di<br />

sfruttare i vantaggi derivanti dalle economie<br />

di scala, assolutamente indispensabili <strong>per</strong> far<br />

fronte alle difficoltà predette e <strong>per</strong> agire in<br />

termini di ottimizzazione delle già scarse<br />

risorse finanziarie a disposizione.<br />

2.1 Le logiche del modello di<br />

governance<br />

La definizione di un modello di governance<br />

<strong>per</strong> la valorizzazione del patrimonio culturale<br />

<strong>per</strong>iferico della regione Lazio non può, dunque,<br />

prescindere da tre considerazioni preliminari:<br />

il patrimonio culturale è ingente, terr<strong>it</strong>orialmente<br />

continuo, temporalmente ininterrotto,<br />

ma non è organizzato e non è<br />

quindi accessibile non solo intellettual-<br />

BIC Notes – marzo 2006 – Focus<br />

mente, ma nemmeno fisicamente. Esso, in<br />

una parola, manca di valorizzazione, che<br />

ricorre solo ove il patrimonio culturale<br />

museale, nella duplice dimensione materiale<br />

ed immateriale, risulti visibile, comprensibile<br />

e frequentabile;<br />

il sistema museale della regione è articolato<br />

in un grande numero di strutture,<br />

mediamente di piccole o piccolissime<br />

dimensioni, estremamente varie quanto a<br />

caratteristiche ed oggetto delle collezioni<br />

osp<strong>it</strong>ate, spesso non a<strong>per</strong>te al pubblico <strong>per</strong><br />

carenza di <strong>per</strong>sonale e/o <strong>per</strong> insufficienti<br />

dotazioni;<br />

la confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à tra le amministrazioni<br />

comunali, combinata con una scarsa cultura<br />

della collaborazione tra pubblico e<br />

privato, rende le singole strutture sostanzialmente<br />

isolate dal contesto e lontane sia<br />

dai clienti potenziali, sia dagli altri stakeholder<br />

interessati a gestione e valorizzazione<br />

del patrimonio culturale. Per tali motivi<br />

il patrimonio culturale <strong>per</strong>iferico regionale,<br />

da un lato, non assume la valenza di<br />

fattore di attrazione rispetto all'utenza,<br />

dall'altro non rappresenta elemento di<br />

qualificazione del terr<strong>it</strong>orio e di incremento<br />

del livello di qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a delle<br />

comun<strong>it</strong>à locali.<br />

Le cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à sinteticamente delineate in precedenza<br />

rendono necessario un cambiamento<br />

del sistema terr<strong>it</strong>oriale laziale di ampia portata<br />

e su più livelli. Da un lato, è necessario<br />

intervenire sulle singole strutture museali<br />

riqualificandone l'offerta attraverso formule<br />

innovative in grado di su<strong>per</strong>are le tradizionali<br />

logiche di funzionamento di un museo.<br />

Dall'altro, è indispensabile stimolare approcci<br />

collaborativi tra i diversi attori, in maniera da<br />

su<strong>per</strong>are i lim<strong>it</strong>i strutturali ed o<strong>per</strong>ativi del<br />

singolo museo e da realizzare sinergie tra<br />

attori che gestiscono il patrimonio culturale<br />

ed attori che partecipano alla filiera turistica.<br />

Il modello di governance proposto assume,<br />

<strong>per</strong>ciò, <strong>come</strong> elemento qualificante della sua<br />

articolazione l'esistenza, nel terr<strong>it</strong>orio, di tre<br />

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