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Evidentemente il concetto dell’apparecchio per anestesia è rimasto ancorato all’idea che la<br />

ventilazione in anestesia non sia un problema, se non per quanto riguardi le garanzie di<br />

sicurezza nella composizione della miscela dei gas inalati, e una gestione economica di<br />

anestetici inalatori sempre più costosi. Da quanto esposto nelle pagine precedenti,<br />

dovrebbe risultare evidente quanto questo concetto sia sbagliato e non al passo con i<br />

tempi. La diffusione sia attuale sia prevedibile della chirurgia laparoscopica ha portato e<br />

sempre più porterà in sala operatoria problematiche di ventilazione polmonare che fino a<br />

ieri erano di dominio quasi esclusivo della rianimazione respiratoria.<br />

Dobbiamo pertanto aspettarci ed augurarci una prossima generazione di apparecchi per<br />

anestesia completamente diversa, con varie funzioni di ventilazione mutuate dai ventilatori<br />

per rianimazione più avanzati, con estese capacità di misura e monitoraggio della<br />

meccanica respiratoria, e con funzioni di capnometria volumetrica che consentano misure<br />

di spazio morto ed eliminazione di CO2.<br />

Ad oggi gli apparecchi per anestesia che presentano caratteristiche più favorevoli per<br />

l’anestesia in laparoscopia sono rappresentati da adattamenti per anestesia di ventilatori<br />

per rianimazione, come i vecchi Servoventilator 900, nei modelli D e soprattutto C. Chi<br />

dispone di questi apparecchi, per quanto datati, antieconomici per la gestione degli<br />

anestetici e ormai superati per quanto riguarda le applicazioni in rianimazione, dovrebbe<br />

tenerli ben cari, in attesa della comparsa sul mercato di macchine appositamente<br />

concepite per l’anestesia in laparoscopia o in altre condizioni di ventilazione difficile.<br />

Un’interessante alternativa è rappresentata dall’impiego di moderni ventilatori di alta<br />

gamma per rianimazione, corredati di un dispositivo monouso per anestesia inalatoria, di<br />

un monitor dei gas respiratori di tipo anestesiologico, e di un sistema per l’evacuazione dei<br />

gas di scarico. Questa possibilità si è resa disponibile solo recentissimamente, con la<br />

comparsa sul mercato del dispositivo AnaConDa ® (Hudson), semplice ed economico, che<br />

consente di erogare vapori anestetici nel circuito esterno di qualsiasi ventilatore, con un<br />

efficienza pari a un circuito anestetico a basso flusso.<br />

Sempre nell’attesa della macchina del futuro, sarebbe senz’altro interessante ed utile<br />

abbinare agli apparecchi attuali dei monitor capnometrici avanzati, che combinino misure<br />

volumetriche e consentano pertanto valutazioni di spazio morto, eliminazione di CO2 ed<br />

efficienza dello scambio di CO2.<br />

4. Conclusioni<br />

La chirurgia laparoscopica maggiore presenta importanti ripercussioni intraoperatorie sulla<br />

funzione respiratoria, legate sia all’assorbimento di CO2 che alle modificazioni meccaniche<br />

indotte dal pneumoperitoneo.<br />

Queste ripercussioni meritano sicuramente un approccio attivo da parte dell’anestesista,<br />

che, nella fase di pneumoperitoneo, dovrà operare le opportune correzioni nella gestione<br />

della ventilazione meccanica. In alcuni casi la compensazione potrà risultare semplice, in<br />

altri meno, e in rari casi la problematica respiratoria potrà essere così rilevante da<br />

consigliare la conversione in chirurgia laparotomica.<br />

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