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che può essere attuata con sicurezza solo quando si disponga di un ventilatore idoneo,<br />
con caratteristiche simili a quelle delle macchine d’alta gamma per rianimazione.<br />
Insufflazione peritoneale con un gas differente dalla CO2<br />
La sostituzione della CO2 con un altro gas risolverebbe rapidamente le difficoltà di<br />
controllo della capnia. Ad oggi l’alternativa più interessante è rappresentata dal<br />
protossido d’azoto, che assomma anche il vantaggio di una potente azione analgesica,<br />
persistente anche nel primo postoperatorio. Rispetto alla CO2, tuttavia, il protossido<br />
d’azoto presenta un maggiore potenziale patogeno in caso di embolia gassosa, e<br />
pertanto il suo utilizzo dovrebbe essere adeguatamente ponderato.<br />
Ipercapnia permissiva<br />
Quando quanto sopra esposto risultasse insufficiente, è comunque possibile accettare<br />
con discreta sicurezza un certo grado di ipercapnia, con riduzione del pH fino a 7.25,<br />
sempre che il paziente dimostri una buona tolleranza cardiaca ed emodinamica, che la<br />
potassiemia si mantenga nel range della norma, e che non siano presenti altre<br />
controindicazioni all’ipercapnia.<br />
In questo contesto di acidosi respiratoria acuta con limitazione nell’eliminazione di<br />
CO2, non è indicata, ed anzi è controindicata, una correzione del pH con infusione di<br />
bicarbonato, che risulterebbe in un immediato ulteriore aumento della PaCO2.<br />
Pazienti con limitazione di flusso espiratorio<br />
I pazienti broncopneumopatici cronici ostruttivi e i grandi obesi presentano una<br />
tendenza al collasso espiratorio bronchiale, con conseguente limitazione del flusso<br />
espiratorio. Su questo substrato, un complesso di fattori che comprendono la pressione<br />
addominale associata al pneumoperitoneo, la posizione di Trendelenburg e la<br />
miorisoluzione comportano un aumento di pressione pleurica e quindi la comparsa o il<br />
peggioramento della limitazione di flusso espiratorio. Il fenomeno, quando presente,<br />
risulterà ben evidente dall’analisi del grafico flusso-tempo e del loop flusso-volume.<br />
Questo comporta un rallentamento dell’espirazione, e quindi una limitazione alla<br />
possibilità di aumentare con sicurezza la frequenza respiratoria.<br />
Limitatamente agli obesi, l’applicazione di un livello adeguato di PEEP può risolvere il<br />
problema, rendendo l’espirazione più omogenea e veloce, oltre a recuperare zone<br />
polmonari disventilate e quindi a migliorare gli scambi gassosi.<br />
Per quanto riguarda invece i pazienti broncopneumopatici cronici ostruttivi severi, il<br />
risultato favorevole di una PEEP è tutt’altro che scontato. Questo tipo di paziente<br />
difficilmente potrà tollerare un’elevata frequenza respiratoria. Tuttavia potrà tollerare<br />
bene un’ipercapnia spiccata, partendo già da una situazione cronica di ipercapnia<br />
compensata da una riserva alcalina aumentata.<br />
3.5 Apparecchiature: presente e futuro<br />
Fino ad oggi lo sviluppo degli apparecchi per anestesia è stato focalizzato essenzialmente<br />
sulla sicurezza e l’economia dell’erogazione degli anestetici inalatori, sul monitoraggio<br />
strettamente anestesiologico, e sul data management.<br />
Al contrario, dal punto di vista della ventilazione meccanica, la gran parte degli apparecchi<br />
per anestesia è rimasta a un livello abbastanza elementare, eventualmente arricchito da<br />
una sovrastruttura di monitoraggio respiratorio, che però a un’analisi attenta appare<br />
spesso più appariscente che completa.<br />
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