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Il cuore destro, oltre a trovarsi con un precarico ridotto, dovrà anche lavorare contro un<br />

postcarico in una certa misura aumentato, per l’effetto delle pressioni di ventilazione sul<br />

piccolo circolo.<br />

Il risultato è una riduzione della portata cardiaca, limitata da meccanismi compensatori e<br />

da effetti di redistribuzione della volemia dipendenti dal pneumoperitoneo stesso. La<br />

pressione arteriosa tende ad essere mantenuta per meccanismi compensatori da aumento<br />

del tono adrenergico.<br />

Stante il meccanismo alla base della riduzione della portata cardiaca, la risposta più<br />

razionale consiste in un’espansione volemica transitoria, facilmente realizzabile con<br />

plasma expanders con emivita lunga come gli idrossietilàmidi. Nei rari casi in cui una<br />

ragionevole espansione volemica apparisse non sufficiente, e in particolare si osservasse<br />

una compromissione rilevante della pressione arteriosa, non bisognerà esitare a ricorrere<br />

all’infusione di amine vasoattive, come la dopamina o la noradrenalina.<br />

Curiosamente, il paziente obeso sembra risentire meno di quello normale della<br />

combinazione di pneumoperitoneo artificiale e ventilazione meccanica, probabilmente per<br />

l’adattamento a un aumento cronico della pressione addominale e forse per una ridotta<br />

trasmissione toracica dell’iperpressione addominale sviluppata dal pneumoperitoneo.<br />

Al contrario, la compromissione emodinamica potrà essere particolarmente evidente nei<br />

pazienti ipovolemici e in quelli in cui i meccanismi compensatori risulteranno inibiti da<br />

determinati regimi farmacologici abitualmente assunti per patologie croniche.<br />

L’effetto di riduzione della portata cardiaca tipico del pneumoperitoneo rappresenta<br />

purtroppo la principale controindicazione all’uso in ventilazione di una PEEP generosa,<br />

che, come si vedrà più avanti, potrebbe antagonizzare alcuni dei problemi respiratori<br />

associati al pneumoperitoneo stesso.<br />

3. Problemi respiratori<br />

La necessità di sviluppare un pneumoperitoneo a CO2 di durata non breve comporta<br />

ripercussioni importanti e prolungate sulla funzione respiratoria, che devono essere gestite<br />

correttamente per garantire l’omeostasi respiratoria del paziente durante l’intervento.<br />

3.1 Problemi respiratori comuni dell’anestesia generale<br />

La gestione della ventilazione nell’anestesia generale per chirurgia elettiva è solitamente<br />

molto semplice, con poche eccezioni rappresentate essenzialmente proprio dalla chirurgia<br />

laparoscopica, dalla chirurgia toracica, dalla chirurgia della via aerea, e dal paziente<br />

portatore di gravi patologie respiratorie primitive (come una fibrosi polmonare o una<br />

broncopneumopatia cronica ostruttiva molto avanzata) oppure di patologie ad importante<br />

impatto sulla funzione respiratoria (come l’obesità maggiore).<br />

La semplicità deriva dalla bassa produzione di CO2 tipica dell’anestesia, dall’impiego di<br />

farmaci miorilassanti che consentono un perfetto adattamento del paziente a una banale<br />

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